“Negli anni sono state disegnate, infinite maniglie, quindi ho provato a non fare una ricerca dell’esistente, ma ho ricercato in altri mondi, e ho cercato nel mio mondo”. La designer e art director milanese Federica Biasi racconta così il suo progetto realizzato per Valli, con cui l’azienda inaugura la sua nuova brand identity in collaborazione con lo studio creativo Lefloft.

La maniglia H 385 è parte della collezione premium Fusital, che annovera progetti firmati da studi internazionali. “Prima di tutto ho fatto una ricerca ergonomica, cercando di disegnare la forma più adatta alla funzione, e l’ho trovata traendo ispirazione dalla natura, dai rami, e dall’organicità delle forme, mai regolare ma sempre armonica ed in equilibrio. La natura per me è sempre la migliore ricerca estetica e lezione di proporzioni, ho inoltre studiato il rapporto con la gestualità e la mano nell’atto dell’apertura, è fondamentale pensare al movimento”, racconta Biasi, sottolineando il richiamo alle forme di un ramo, di cui H 385 celebra l’essenzialità.

Il design della maniglia è minimale, ergonomico e al tempo stesso sinuoso. “H 385 si distingue per la sua linea morbida, la sua sezione organica, e la sua figura irregolare, accenti e dettagli vanno a caratterizzare l’ergonomia,” prosegue Biasi. “Come molti dei miei progetti, non è un elemento che vuole farsi notare a tutti i costi all’interno di un spazio, al contrario lo accompagna, in maniera equilibrata, elegantemente inserito senza perdere carattere. Credo nel design silenzioso, che non significa assente, ma piuttosto come un ospite silenzioso, non perché senza argomenti ma in meditazione e unione con ciò che trova attorno”.

H 385 è realizzata in zama ed è declinata nei formati maniglia per porta, per finestra e maniglione, nelle finiture Cromo, Cromosat, Neropaco e Nikelnero. Per queste ultime due finiture è previsto il trattamento agli ioni d’argento Biocote®, per una protezione antimicrobica che dura nel tempo. Il progetto è pensato per adattarsi ai diversi contesti abitativi, come sottolineato da Biasi: “I progetti migliori sono quelli che riescono a descrivere un’atemoporalità pur rimanendo nel proprio contemporaneo, ho disegnato senza pensare al momento storico in cui mi trovavo, ma pensando piuttosto a cosa volevo disegnare e a come volevo farlo. Spesso, soprattutto nell’epoca storica in cui ci troviamo, è quasi più importante non farsi influenzare dal momento specifico ma progettare con il proprio segno.”