Impresa e università: USM Modular Furniture supporta i progettisti di domani

È un sodalizio importante quello tra l’azienda svizzera di sistemi modulari, il Politecnico di Milano e lo CSAC di Parma. Ne parliamo con Dario Caspani, Country Manager Italia.

La collaborazione tra università e aziende costituisce un elemento prezioso per innovare da un lato e fornire le coordinate ai futuri progettisti dall’altro. Il dialogo tra le due realtà è importante perché i professionisti di domani possano leggere, comprendere e adattarsi alle esigenze di una design industry in continua e rapida evoluzione. Su questi presupposti ha preso forma la prima edizione del progetto avviato dall’azienda svizzera USM Modular Furniture con il mondo accademico. Si tratta di USM X Politecnico di Milano – L’Università come luogo di lavoro, progetto realizzato con il patrocinio del centro studi e archivio della comunicazione (CSAC) di Parma. Agli studenti della Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle costruzioni è stata data l’opportunità di re-interpretare l’iconico sistema modulare progettato dall’architetto Fritz Haller e immaginarne destinazioni d’uso inedite. Il risultato si compone di 11 progetti ed è stato svelato lo scorso 15 luglio: il vincitore è “House of Music”, elaborato da Filippo Ferrari, Luna Montebugnoli, Gabriele Mencattini e Giuseppe Tamborini. Per sapere di più abbiamo raggiunto Dario Caspani, Country Manager Italia.

Azienda e formazione è un binomio di cui sentiamo spesso parlare. Quanto è importante costruire una relazione che possa fornire gli strumenti culturali ai progettisti di domani?
È importante costruire una relazione con i progettisti di domani, per far conoscere loro il nostro brand e la nostra storia, oltre alle infinite possibilità progettuali che offrono i nostri sistemi. Per noi però è fondamentale ricevere dagli studenti i loro input, il loro percepito, la loro esperienza, arricchita da quella libertà progettuale e da quella capacità di interpretare in maniera anche del tutto nuova ciò che noi siamo spesso abituati a vedere con i nostri occhi e le nostre abituali percezioni. Imparare oggi a contestualizzare e utilizzare in modo originale il sistema USM Haller, può influenzare la forma mentis di un professionista del futuro: avvicinarsi già in fase di studio a un sistema dall’anima complessa come il sistema Haller, che ha delle caratteristiche ben specifiche come la modularità, la versatilità, la durabilità, fa sì che l’architetto e il professionista di domani siano sensibilmente più inclini a immaginare nuove funzionalità e rinnovate declinazioni d’inserimento del sistema all’interno del progetto architettonico.

Quali sono le università a cui vi siete rivolti? Avete intenzione di allargare la proposta ad altri partner?
Al momento ci siamo rivolti solo al Politecnico di Milano, che con tutte le sue Scuole e corsi di Laurea ci consente di spaziare in diversi ambiti. La prima collaborazione è avvenuta con la Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle costruzioni, volutamente con l’obiettivo di partire dall’architettura e arrivare al complemento d’ arredo, proprio come è avvenuto per il nostro sistema Haller. Il prossimo anno ripeteremo una collaborazione con la stessa Scuola, ma non escludiamo nuove partnership future, magari con altre realtà legate anche a settori diversi, come la moda e l’arte, oltre che al design.

Come sono strutturate, dal punto di vista degli obiettivi e delle modalità, le proposte di collaborazione con gli studenti?
L’obiettivo principale è quello di dare agli studenti gli strumenti che gli consentono di lavorare al meglio per raggiungere il massimo della loro espressione creativa. Gli obiettivi e le modalità della collaborazione vengono definiti con i docenti che ci guidano a perfezionare le nostre proposte e ad avvicinarci agli studenti, suscitando in loro interesse e dandogli la possibilità di confrontarsi con un’azienda vera e propria, ovvero con quello che potrebbe rappresentare un potenziale committente di incarichi futuri.

Quali sono stati gli output dei progetti realizzati insieme agli studenti?
Ogni progetto ci ha arricchito di un’esperienza, di un racconto, e ogni elaborato realizzato, alla fine, si è rivelato un grande progetto. L’obiettivo non è quello di realizzare un nuovo prodotto, non chiediamo di creare qualcosa di mai visto, ma cerchiamo di comprendere semplicemente la loro percezione e capacità di interpretare il sistema USM Haller in maniera del tutto personale.

Qual è stata la risposta da parte dei partecipanti ai laboratori? Il tasso di interesse è elevato?
C’è stato un ottimo tasso di interesse da parte degli studenti del laboratorio con cui abbiamo collaborato e abbiamo cercato di trasmettere loro tutte le informazioni, di cui avrebbero necessitato, ma soprattutto di rendere il loro compito il più divertente possibile, creando un contest che gli ha visti coinvolti in una sana e creativa competizione.

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