Non tossico, ignifugo e idrofugo, Viroc fornisce isolamento acustico e termico; in più è resistente ai carichi e facile da installare indoor e outdoor. Sulla carta il pannello costituito da una miscela di particelle di legno e cemento asciutto compresso, sembra combinare con ingegno le peculiarità dei due materiali. Per saperne di più e conoscerne le potenzialità d’uso abbiamo parlato con Antonio Bagnolati, Responsabile Materiali Speciali del Gruppo Bonomi Pattini, l’azienda brianzola che del pannello Viroc cura la distribuzione in Italia, e con Matteo Tessera, Model Maker che ha deciso ampliare le applicazioni di questo materiale, estendendole al mondo dell’arte. Quali sono le caratteristiche materiche, tecnologiche e infine estetiche di Viroc? Antonio Bagnolati: Viroc è un pannello caratterizzato da un aspetto non omogeneo, con diverse tonalità sparse in modo casuale, che risultano dai colori naturali delle materie prime utilizzate e dalle reazioni chimiche. Alcune differenze di tonalità possono essere osservate sullo stesso lato, tra i due lati dello stesso pannello o tra lotti differenti. La collezione comprende sei colorazioni: bianco, grigio, nero, giallo, rosso e ocra. Possiamo fornire il pannello con diverse caratteristiche. Grezzo, pannello naturale con superfici senza alcun tipo di pulizia o finitura; lucido, pannello naturale con una superficie lucida; levigato, pannello calibrato con particelle di legno visibili sulla superficie. È un materiale davvero soddisfacente e versatile, non è tossico, ha proprietà isolanti acustiche e termiche, resistente ai carichi, facilissimo da installare, ignifugo e idrofugo. I pannelli possono essere tagliati, forati e lavorati attraverso l’uso di macchinari elettrici o ad aria compressa tipicamente usati in falegnameria. La produzione del pannello Viroc è conforme alle specifiche delle norme EN 634 e EN 13986, con un certificato di marcatura CE. È un materiale pronto magazzino, reperibile in tutte le sedi del Gruppo Bonomi Pattini, in formati 2600 x 1250 mm / 3000 x 1250 mm; altre dimensioni sono poi disponibili su richiesta. Sul fronte prestazioni, invece, Viroc è idoneo all’applicazione sia in ambienti interni che esterni? Quali sono le principali destinazioni d’uso di questo materiale? AB: Assolutamente si, è utilizzabile per esterni e interni; generalmente impieghiamo questo materiale per soffitti e rivestimenti, facciate, pareti e pavimenti, ma anche nell’arredamento, come decorazione di interni o arredi urbani.  Recentemente è stato adoperato come packaging di profumi e creme da una ditta cosmetica. La parete Nord della stazione di Brescia è stata rivestita con una facciata in pannelli Viroc, con un’opera dell’artista Emilio Isgrò. Come nasce il progetto? Matteo Tessera: Ho proposto Viroc per il progetto della Stazione di Brescia in quanto unico materiale in grado di soddisfare contemporaneamente le esigenze tecniche ed estetiche del progetto. Non è facile conciliare questi due aspetti che, al contrario, si trovano spesso in contrasto tra loro in un progetto: adottare una soluzione tecnicamente più valida significa spesso rinunciare a una parte dell’estetica. Nel nostro caso, da un lato c’erano i vincoli tecnici e di sicurezza richiesti dalla Metropolitana di Brescia, giustamente motivati da un’installazione in uno spazio pubblico frequentato da migliaia di persone 365 giorni l’anno. Dall’altro le esigenze estetiche di un progetto artistico ad altissima visibilità: una parete gigantesca in uno dei luoghi di maggior passaggio della città, oltre che la porta d’ingresso per i turisti che arrivano a Brescia in treno. Tecnicamente Viroc è un materiale molto resistente e ignifugo. Esteticamente le sue irregolarità superficiali lo rendono unico e vivo. Grazie a queste caratteristiche sono riuscito a convincere sia la Metropolitana di Brescia che Emilio Isgrò della bontà del materiale scelto. Sono stato coinvolto nel progetto dall’architetto Francesco Colorni di The Fab Lab Milano. Abbiamo lavorato insieme in tutte le fasi realizzando la soluzione migliore che rispondesse alle richieste artistiche, tecniche e di budget dei tre attori che hanno dato vita al progetto: la Fondazione Musei di Brescia, Emilio Isgrò e la Metropolitana di Brescia.  In questo senso Viroc può offrire nuove opportunità per il mondo dell’arte. Ci sono altri progetti creativi all’orizzonte? MT: Siamo riusciti a realizzare il progetto in una finestra di tempo di quattro mesi, tra luglio e ottobre 2020, in cui l’emergenza sanitaria sembrava rientrata. Appena terminata l’installazione la situazione è tornata a essere grave, quindi l’inaugurazione dell’opera è stata fatta via web, i musei sono stati chiusi e l’affluenza delle persone nella metropolitana di Brescia ridotta al minimo. La realizzazione del progetto quindi ha avuto una visibilità inferiore a quella che avrebbe meritato. In questo momento è difficile fare previsioni. Quello che posso dire è che a lavoro terminato sono pienamente soddisfatto dall’utilizzo di Viroc per questo progetto. Lo ritengo un materiale che ha grosse potenzialità e ancora poco conosciuto. Promuoverne l’utilizzo per spazi pubblici potrebbe essere una chiave per dargli visibilità.