Citterio: in ufficio il lavoro è sempre più agile

L’azienda brianzola ha progettato un sistema di elementi imbottiti dove svolgere le mansioni lavorative in modo informale.

In Italia la scoperta dello smart working è arrivata insieme alla pandemia, nel 2020 il lavoro da casa è aumentato in modo consistente e per molti lavoratori si è poi trasformato in consuetudine. Il rientro in ufficio, a settembre, ha riportato al centro la discussione sul lavoro agile, portando ancora una volta a soppesarne pro e contro.

Cambiano i modi di lavorare, la vita lavorativa delle persone e di pari passo cambia anche il luogo di lavoro, sempre più fluido e flessibile.

Citterio, azienda brianzola specializzata in arredi per l’ufficio e sistemi acustici fonoassorbenti, osserva e monitora le trasformazioni in corso, proponendo soluzioni utili per rispondere alle nuove necessità. Un esempio è Bridge Soft, sistema di elementi imbottiti, costituiti da seduta e bracciolo/schienale variamente posizionabile, destinato all’attesa e al lavoro agile.

Ce lo raccontano nell’intervista qui di seguito Paolo Pampanoni, architetto designer e direttore artistico Citterio; Pinuccio Borgonovo, designer; Vittorio Veggetti, direttore generale di Citterio.

Uno spazio lavorativo ben progettato è fondamentale per il benessere e la salute delle persone. Come nasce il progetto Bridge Soft?
Paolo Pampanoni:
Citterio ormai da anni affronta l’innovazione in ufficio ponendo dei parametri di qualità dell’ambiente. Non si è puntato solo sulla parete e sulla scrivania, ma su dei sistemi che garantissero la vita lavorativa in modo ottimale. Bridge Soft è uno dei tre caposaldi dello smart office interpretato da Citterio: si colloca a metà strada tra le cabine acustiche e il sistema Bridge di scrivanie elevabili o fisse, consentendo di offrire una modalità di lavoro ancora differente. Bridge Soft affronta le zone intermedie, ovvero quegli spazi lounge e di relazione nei quali l’attesa può diventare operativa. Il lavoro diventa informale laddove si può essere operativi indipendentemente dalla scrivania, cambiando spesso posizione: questo grazie al bracciolo, che può diventare anche schienale. L’alternanza bracciolo e schienale diventa un gioco compositivo. L’idea è stata quella di creare un’alternativa ai classici sistemi modulari già presenti sul mercato, mettendo a terra piccole differenze formali e concettualmente sostanziali.


Quali sono le caratteristiche tecniche e dove sta l’innovazione in questo progetto?
Pinuccio Borgonovo: Mi piace pensare a Bridge Soft come un progetto nel progetto, perché racchiude la filosofia di Citterio a proposito degli spazi lavorativi. Dal punto di vista formale abbiamo optato per un design squadrato ed elementare, che potesse dare origine a layout molto semplici da riconfigurare all’occorrenza, equipaggiandoli con prese elettriche e prese USB. Per descriverlo al meglio il paragone con i mattoncini della Lego si presta bene. Inoltre, come per tutti gli elementi Citterio, abbiamo fatto in modo che i componenti a fine ciclo avessero la possibilità di essere scorporati ed essere smaltiti nel modo migliore.

Una cosa interessante è la possibilità di personalizzazione del sistema.
PP:
La scelta di tessuti è molto asciutta, ed è legata ai materiali che già impieghiamo per i box acustici. Ci dà la possibilità di creare dei collegamenti formali diretti e sintetici. Inoltre possiamo applicare il tessuto dei clienti al sistema Bridge, ponendoci come azienda che offre prodotti di serie e che entro certi limiti possono essere personalizzati. 

Che ruolo ha avuto la tecnologia nella realizzazione del progetto?
Vittorio Veggetti: Il divano è un serpente potenzialmente snodabile all’infinito: da un’unica presa consente di connettere tutte le postazioni grazie alla dorsale presente sotto la seduta che può essere elettrificata. La semplicità della configurazione è un tema centrale, non c’è bisogno di un manutentore per modificare la posizione del divano.

Quanto è cambiato secondo voi l’universo ufficio alla luce della pandemia?
VV:
Negli ultimi due anni gli effetti della pandemia hanno stravolto il modo di lavorare, noi riteniamo che finita l’epoca dell’homeworking si ritornerà in ufficio in maniera diversa. Bridge Soft non è un divanetto per far accomodare i clienti nell’attesa, un po’ come si faceva anni fa. Bridge Soft è un prodotto che consente di lavorare, una vera e propria postazione di lavoro moderna. Chi tornerà in ufficio dopo due anni di lockdown lo farà con una rinnovata esigenza, quella di lavorare per qualche ora al giorno in una postazione che richiami la dimensione domestica.

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