Un asfalto intelligente e sostenibile

Le tecnologie innovative stanno trasformando la pavimentazione stradale in una componente chiave della mobilità sostenibile. La ricarica a induzione non solo accompagna la transizione all’elettrico ma cambia l’esperienza di viaggio.

La strada verso un futuro della mobilità sempre più sostenibile non è lastricata solo di buone intenzioni. Ma soprattutto da nuovi materiali e da tecnologie che collaborano per ridurre l’impatto ambientale del cosiddetto asfalto (in realtà un conglomerato bituminoso composto da vari elementi), o addirittura per fare della pavimentazione stradale la piattaforma digitale a supporto della futura e attesa mobilità smart. Per quanto riguarda il primo fronte di sfida, ovvero ridurre gli impatti del materiale e dei suoi processi di posa, i laboratori di ricerca e sviluppo dei principali operatori stanno facendo passi importanti. Piccole sperimentazioni ancora lontane dal portare a una versione totalmente green gli 80 milioni di chilometri di strade che – secondo il World Economic Forum – percorrono il globo, ma che indicano quali buone direzioni si stanno prendendo.

“Il contributo del settore delle pavimentazioni stradali al raggiungimento degli obiettivi climatici”, ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in occasione dell’ultimo Asphaltica, il salone dedicato alle tecnologie e alle soluzioni per le pavimentazioni stradali, “può venire da un rinnovato approccio di gestione nell’ottica di ciclo di vita della pavimentazione stessa – dalla progettazione, alla scelta dei materiali, alla realizzazione dei lavori – che favorisca la circolarità delle risorse e riduca le emissioni di gas serra. Una gestione orientata al ciclo di vita consente inoltre di ottimizzare le risorse economiche degli enti e delle amministrazioni pubbliche preposte alla gestione e garantisce una maggiore sicurezza per gli utenti. Basti pensare che, in termini di ciclo di vita, l’esecuzione dei lavori di manutenzione di una pavimentazione con tecnologie innovative e circolari, che consentano il completo riciclo dei conglomerati bituminosi a temperature ridotte, genera un risparmio fino al 40% delle emissioni di CO2 equivalente rispetto a lavori eseguiti con i metodi a caldo tradizionalmente adottati, oltre a ridurre la pressione sul capitale naturale per la produzione di bitume e aggregati vergini”.

Pavimentazione a base di Gipave, additivo contenente grafene sviluppato dall’azienda Iterchimic

In questo ambito, un caso italiano sta segnando un punto di eccellenza. A fine 2022 è stato sottoscritto l’accordo per fare di un tratto di 250 km della Milano-Torino la prima “autostrada sostenibile d’Europa”. Astm, gestore della A4 e secondo operatore mondiale nelle reti autostradali in concessione, ha infatti annunciato che il rifacimento di un tratto di 125 km in entrambe le direzioni della corsia di marcia lenta dell’importante arteria autostradale del Nord Italia sarà ripavimentata con l’utilizzo di Gipave, una tecnologia sviluppata dall’azienda italiana Iterchimica in collaborazione con il gruppo a2a e all’università di Milano-Bicocca, che produce un materiale composto da grafene, plastiche dure da recupero (come giocattoli, cassette della frutta e cestini) e asfalto riciclato al 70%.

L’impianto di produzione del materiale verrà posizionato direttamente a metà del tratto di autostrada, abbattendo così anche i costi e gli impatti del trasporto, e reimpiegherà il 70% di fresato proveniente dalla pavimentazione esistente, riducendo così al solo 30% l’utilizzo di nuovi aggregati naturali, e 1,5 milioni di chilogrammi di plastiche dure, portando così a un risparmio di quasi 23 milioni di chili di bitume e 480 milioni di chili di materie prime estratte dalle cave (-40% di materiali non rinnovabili rispetto alle tecnologie tradizionali). Oltre a essere sostenibile, Gipave dovrebbe assicurare maggiore resistenza e aumentare fino al 75% la durata della pavimentazione. “Questa opera è un primo passo per rendere l’Italia all’avanguardia e in linea con gli obiettivi di transizione ecologica previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni unite”, ha detto Federica Giannattasio, ad di Iterchimica: “Arriveremo ad abbattere le emissioni fino al 38,5% rispetto alle tecnologie di manutenzione tradizionali”.

Pavimentazione a base di Gipave, additivo contenente grafene sviluppato dall’azienda Iterchimic

Ma oltre a scommettere su un asfalto intrinsecamente più green dal punto di vista della sua composizione e processo di posa, una via innovativa è quella di considerare la corsia stradale non come un oggetto inerte, una sorta di male necessario, ma come un abilitatore di nuova mobilità. Guardando questa volta al quadrante nord-est della rete autostradale italiana, rappresenta una case history di livello internazionale la sperimentazione di asfalto intelligente avviata da A35 Brebemi-Aleatica. Nel circuito appositamente realizzato in prossimità dell’uscita Chiari Ovest della A35, denominato l’Arena del futuro, da qualche mese è arrivata alla sua fase di “prova su strada” la tecnologia di ricarica a induzione DWPT (Dynamic Wireless Power Transfer), che consente ai veicoli elettrici di ricaricarsi viaggiando su corsie cablate grazie ad un innovativo sistema di spire posizionate sotto l’asfalto. Questa tecnologia è adattabile a tutti i veicoli dotati di un apposito ricevente che trasferisce direttamente l’energia necessaria a far caricare e far viaggiare gli stessi, per un sistema di mobilità a zero emissioni.

Come ha sottolineato Matteo Milanesi, direttore generale di A35 Brebemi-Aleatica, contestualizzando questo progetto, “la transizione alla mobilità elettrica non può limitarsi alla sostituzione dei veicoli a combustione con veicoli elettrici. Bisogna guardare oltre, e affrontare il tema secondo una prospettiva più allargata: dobbiamo mettere in campo idee che ci facciano ripensare in generale le logiche e le infrastrutture della mobilità”.

Pavimentazione a base di Gipave, additivo contenente grafene sviluppato dall’azienda Iterchimic

Per questa sperimentazione A35 Brebemi-Aleatica fa da capofila a un gruppo di ricerca allargato di cui fanno parte tre centri universitari (Politecnico di Milano, Università Roma Tre, Università di Parma), oltre ad aziende e operatori come ABB, Electreon, FIAMM Energy Technology, IVECO, Mapei, Pizzarotti, Prysmian, Stellantis, TIM. Tra i vantaggi emersi da questi primi mesi di sperimentazione del sistema si rileva una maggior efficienza energetica del veicolo grazie alla ricarica in viaggio, una riduzione del volume delle batterie nei veicoli senza impattare sulla capacità di carico merci e persone, un aumento della vita media della batteria stessa grazie al fatto che si eviterebbero picchi di ricarica perché verrebbe alimentata ad intervalli durante il giorno. “Una volta a regime questa tecnologia può contribuire a migliorare la qualità del viaggio dell’utente, grazie a una sensibile riduzione dei tempi di sosta per ricarica legata alla combinazione ottimale tra diversi sistemi di ricarica.

Tutti questi obiettivi sono raggiungibili anche grazie alle innovative tecnologie offerte dal 5G e dalle soluzioni applicative basate sull’Intelligenza Artificiale, che faciliteranno lo scambio di informazioni tra il veicolo e le piattaforme di gestione, aumentando la sicurezza stradale e l’efficienza degli spostamenti”, conclude Milanesi.

DomusAir

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram