“Si può mentire con le fotografie. Si può persino dire la verità, per quanto ciò sia estremamente difficile. Il luogo comune vuole che la fotografia sia specchio del mondo ed io credo occorra rovesciarlo: il mondo é lo specchio del fotografo” scriveva Ferdinando Scianna.
“Viaggio, Racconto, Memoria”. Al piano nobile di Palazzo Reale a Milano è aperta al pubblico la mostra antologica dedicata a Ferdinando Scianna. Pittore della luce, artista siciliano nato a Bagheria nel 1943, Scianna è stato il primo tra i fotografi italiani a entrare nella prestigiosa Magnum Photos, agenzia fondata nel 1947 da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson e altri noti colleghi. La mostra, visitabile sino al prossimo 5 giugno, vede oltre 200 fotografie rigorosamente in bianco e nero. La narrazione viene costruita in diverse modalità, sia d’allestimento che di racconto. L’attualità, la guerra, il viaggio e la religione. Scianna propone, attraverso le sue foto, un’esposizione basata sul vero, sulla quotidianità, interpretando inconsciamente note opere d’arte. Donne, tante donne. Ombre e luci che ricostruiscono storie colme di fascino. Scianna traduce Rubens con Susanna e i Vecchioni attraverso Celia Forner del 1988, che vede riflesse le ombre di tre uomini che la osservano nascosti o la foto scattata a Lentini nel 1963 che vede un uomo denudarsi e come non pensare al Battesimo di Cristo di Piero della Francesca. Tanti i luoghi e i volti che Ferdinando Scianna ha incorniciato nella memoria attraverso le sue foto. Nessuna nostalgia, solo bellezza.
“Io guardo in bianco e nero, penso in bianco e nero. Il sole m’interessa soltanto perchè fa ombra”.
