“Ho danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d’élite, relegato alle scatole d’oro dei teatri d’opera. E anche quand’ero impegnata sulle scene più importanti del mondo sono sempre tornata in Italia per esibirmi nei posti più dimenticati e impensabili. Nureyev mi sgridava: chi te lo fa fare, ti stanchi troppo, arrivi da New York e devi andare, che so, a Budrio... Ma a me piaceva così, e il pubblico mi ha sempre ripagato.” Così si raccontava Carla Fracci, prima ballerina assoluta.
Regina dei palcoscenici mondiali, ha salutato il suo pubblico lo scorso 27 Maggio nella sua Milano.
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Lavoro, dedizione, passione, questo il suo segreto. Iniziò a danzare a soli 10 anni e a 22 diventa già étoile alla Scala. Da via Ugo Tommei, tra Porta Romana e Porta Vittoria, dove era cresciuta in una casa di ringhiera col bagno esterno, alla vita nelle più grandi città di tutto il mondo. Una vita danzando, viaggiando, tra gli applausi di un pubblico in costante adorazione.
Dopo la sua scomparsa il Sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala dichiarò di voler dedicare un tram alla Fracci, e dallo scorso lunedì 7 giugno ha cominciato a circolare per le strade di Milano. Il tram, che sarà in servizio sulla linea 1, la stessa in cui lavorava il padre della ballerina, è completamente bianco con su scritto “Milano per Carla Fracci”. “Il pubblico avverte sempre quando un artista è autentico, è sincero, e dedicato fino in fondo. Soltanto, con queste condizioni, può nascere, nell’interpretazione, la magia.” Confessò in una vecchia intervista la Fracci e lei di magia ne ha donata in grandi quantità.
