“Adesso è necessario cambiare completamente il baricentro dell’attenzione, dalla «visita» al museo, ovvero l’esperienza degli oggetti veri e propri nello spazio, all’«esperienza» del museo, ovvero la «valorizzazione» delle collezioni museali, che può avvenire nel museo ma d’ora in poi, come abbiamo imparato durante il lockdown, anche e sempre più online”.

Direttore ormai noto anche al grande pubblico, James Bradburne dal 2015 guida la Pinacoteca di Brera e la Biblioteca Braidense, dopo esperienze internazionali del calibro del New Metropolis Science and Technology Centre di Amesterdam, la Next Generation Foundation di Londra e Palazzo Strozzi a Firenze, luoghi dove Bradburne ha ridisegnato le relazioni tra concetto di arte e fruizione. In un’intervista esclusiva al Giornale dell’Arte, Bradburne ha elencato i suoi “comandamenti” per riportare la Pinacoteca milanese a nuova vita. O forse potremmo definire le sue parole un vademecum alla rinascita dello stesso museo.

“Visita ed esperienza. Entrambe sono valide allo stesso modo, e allo stesso modo necessarie e complementari, ma fondamentalmente diverse. L’identità di un museo è stata a lungo confusa con l’identità delle sue collezioni, un errore simile a quello che confonde la musica con lo spartito su cui è scritta. Il valore del museo può essere misurato ma, come dimostrerò, non più in base al «numero dei visitatori», ma a quello degli «abbonati al suo prodotto creativo»: in base a ciò che il museo fa, non a quanto possiede. Il grido di battaglia del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, che auspica la creazione di una Netflix della cultura, non significa semplicemente creare contenuti sui musei, significa creare un modello economico analogo a quello di Netflix, che sostituisca l'acquisto di una visita con l’acquisto di un abbonamento.”

Immagine di apertura: Pinacoteca di Brera, foto Cesare Maiocchi