Johnston Marklee

Il duo di progettisti si è distinto per l’attenzione alla precisione del gesto architettonico applicato alle diverse scale del progetto, unito al nutrimento di un’attenta attività di ricerca.

Fondato nel 1998 da Sharon Johnston (Santa Monica, California, 1965) e Mark Lee (Hong Kong, 1967), lo studio californiano ha sede tra Los Angeles e Cambridge, Massachusetts, e nasce dall’incontro dei due soci fondatori sui banchi dell’università, presso la Harvard Graduate School of Design. In circa vent’anni di carriera, il duo di progettisti si è distinto, come documentano i numerosi premi e riconoscimenti internazionali, per l’attenzione alla precisione del gesto architettonico applicato alle diverse scale del progetto, unito al nutrimento di un’attenta attività di ricerca come base per la pratica professionale.

Sono noti al pubblico internazionale anche per essere stati i direttori creativi della Chicago Architecture Biennial nel 2017 che ha scelto come tema d’indagine “Make New History” ed è diventata manifesto ed espressione di vicinanza a una forma di architettura che si oppone allo sterile virtuosismo formale. L’avvio dell’attività di Johnston Marklee prende le mosse dalle sperimentazioni intorno ai temi della residenza unifamiliare, tipologia tra le più diffuse a Los Angeles. Per i due progettisti la casa è anche il luogo in cui affinare una sensibilità domestica e intima esplosa successivamente su una scala di intervento più ampia.

La predilezione per un atteggiamento misurato, ma al contempo eccezionalmente chiaro, è evidente nel progetto per il Menil Drawing Institute a Houston (2018). All’interno del campus Menil, l’edificio di Johnston Marklee si pone in diretto dialogo con il parco e le altre architetture preesistenti, comportandosi come un innesto in un sistema complesso, relazionandosi all’esterno attraverso l’equilibrio della composizione e non per sovraimposizione di una volumetria monumentale.

La stessa cura progettuale e lo stesso rispetto vengono riconfermati nel caso del Museum of Contemporary Art Chicago (2017). L’intervento di rinnovamento del museo omaggia l’architettura esistente, apportando al tempo stesso una serie di radicali modifiche che proiettano l’istituzione verso uno spazio culturale contemporaneo. Il progetto, lavorando all’interno della griglia esistente, si focalizza sugli spazi di relazione e socialità, esprimendo ancora una volta la spiccata sensibilità nel dare forma domestica e intima e un luogo pubblico, ridefinendo attraverso la semplicità del gesto l’uso dello spazio.

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