Alfredo Brillembourg, Hubert
Klumpner, Urban-Think Tank, ETH Zürich,
Torre David
Lars Müller Publishers, Zürich 2012
(pp. 416; € 45,00)
MVRDV, The Why Factory,
The Vertical Village,
NAi Publishers, Amsterdam 2012
(pp. 528; € 35,00)
Nella Torre David, il celebre grattacielo non finito
di Caracas, le famiglie vanno dal dentista, fanno il
bucato e la spesa, vanno perfino dal parrucchiere
e usano energia elettrica e forniture d'acqua
semilegali. Per fare tutto ciò, non hanno bisogno di
uscire dall'edificio: queste attività si svolgono sulle
vuote superfici di cemento di questa speculazione
immobiliare. C'è un universo di normalità diffusa,
un senso di vita comunitaria nella densità umana
al centro dell'analisi antropologica e sociologica
della Torre David elaborata dai venezuelani
Urban-Think Tank.
Pur avendo vinto il Leone d'Oro
alla Biennale di Architettura di Venezia (con il
fotografo Iwan Baan e il critico Justin McGuirk),
la loro trasposizione del ristorante della Torre
David all'Arsenale ha suscitato—insieme con gli
apprezzamenti—anche qualche perplessità. C'è
chi ha accusato il gruppo di praticare una specie
di turismo della miseria, mettendo in mostra un
angolo di vivace attrattiva nella più disperata delle
situazioni. Mentre alcuni sono rimasti increduli
sulla possibilità stessa di esistenza dell'edificio
e della sua comunità informale, in Venezuela
il lavoro ha scatenato un'ondata d'imbarazzo e
indignazione politica.
Città informali e città verticali
Pur seguendo due orientamenti di ricerca opposti, MVRDV e Urban-Think Tank concordano sul fatto che la vita della città, per complessa e compromessa che sia, presupponga il progetto.

View Article details
- Beatrice Galilee
- 08 febbraio 2013

Torre David. Informal vertical communities ("Torre David. Comunità informali verticali"), il libro di Urban-Think Tank, cerca coscientemente di navigare in questo mare incerto e delicato, rifiutandosi di edulcorare e separare fatti e vite—e in definitiva evitando di trarre lezioni—da un ecosistema fatto di persone che, di fatto, esistono sotto la forma di un'eccezionale—e tuttavia imprescindibile—comunità di diseredati.
È il
risultato di un'osservazione rigorosa, ossessiva e, per
questo, tanto più ricca e convincente.
Nel frattempo, dall'altra parte del mondo, MVRDV e
The Why Factory hanno presentato la loro visione di
un nuovo modello di edilizia residenziale nelle città
dell'Asia che, curiosamente, propone la creazione
di comunità fortemente coese, all'interno di
grattacieli per altri aspetti isolati.
Rinunciando alla
distruzione metodica del denso e informe tessuto
storico di Pechino, Shanghai e Seul in favore di
grattacieli meno efficienti e presumibilmente meno
umani, gli architetti propongono Vertical Village ("il
villaggio verticale"). La loro soluzione è ancora un
grattacielo, ma nel quale la comunità prosperi: l'idea
è recuperare "autonomia, diversità, adattabilità della
persona e vita di quartiere nelle città asiatiche".
Da un lato c'è una torre che—attraverso l'economia,
la miseria e le circostanze—ha prodotto una
comunità informale; dall'altro, degli architetti
propongono un villaggio verticale accuratamente
studiato come soluzione fondamentale per la città
del futuro.
Da un lato c'è una torre che ha prodotto una comunità informale; dall'altro un villaggio verticale accuratamente studiato come soluzione fondamentale per la città del futuro
Con una scelta un po' deludente, Urban- Think Tank ha una piccola presenza nel libro di MVRDV, rivelando un filone concettuale comune tra due orientamenti di ricerca opposti. L'ambizione di reintrodurre la vita del villaggio nella città dell'Asia è un compito lungimirante, anzi urgente, nel momento in cui le città sono costruite da immobiliaristi senza dimestichezza con l'architettura e i residenti si battono per rimanere nelle proprie comunità.
Nel delineare l'evoluzione di nove città asiatiche molto diverse tra loro, The Vertical Village è un lavoro approfondito, ma la tecnica di MVRDV per comunicare le proprie idee non sembra essersi evoluta rispetto ai suoi precedenti volumi.
Entrambi i libri offrono un ulteriore contributo alla fitta serie d'interventi e narrazioni sulla città informale e sull'espansione delle città. Entrambi temono una città futura in cui gli architetti non abbiano né voce in capitolo, né autorevolezza, né alcuna funzione sufficientemente significativa.
Nella prospettiva di
MVRDV, il villaggio si può integrare nella struttura
di un edificio in fase di progettazione, ma resta una
soluzione ideale di nicchia, costosa e a discrezione
degli immobiliaristi. Nella ricerca di Urban-Think
Tank, l'applicazione del pensiero architettonico è la
reazione a una condizione umana reale. La vita della
città, per complessa e compromessa che sia, presume
il progetto. È probabile che la realtà della crescita
demografica esponenziale si rifletta in modo più
convincente nella seconda tesi.
Beatrice Galilee (@_Beatrice