Affinità elettive

Spirito d'indagine e brillante curiosità sono il comune denominatore di due volumi dalla personalità difficilmente incasellabile: sui luoghi marginali e abbandonati, e sugli spazi verdi nelle città moderne.

Elke Krasny, Architekturzentrum Wien, Hands-on Urbanism 1850-2012. The Right to Green, MCCM Creations, Hong Kong 2012 (pp. 355, 30.00 euro)

Sara Marini, Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto, Quodlibet, Macerata 2010 (pp. 204, 17.00 euro)

Se parlassimo di personalità, potremmo chiamarle affinità elettive: corrispondenze difficili da definire logicamente che fanno risuonare nella voce di uno il senso dell'altro, e viceversa. Un'emotività condivisa o un ventaglio di suggestioni che accomuna alcuni spiriti, determinate persone. Ma qui parliamo di due libri, le cui affinità sono legate anche alla difficoltà di posizionamento in ambito disciplinare: due testi che sfuggono a una definizione precisa – suscitando nel lettore una curiosa fascinazione – sia per il metodo d'indagine sia per la natura del soggetto trattato. Il primo, quello di Sara Marini, Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto, è costruito come un potente collage intorno al tema dei luoghi rifiutati, marginali, abbandonati che attraversano, sfiorano e alimentano i territori contemporanei: invenzione di una scienza cartografica composta per racconti e preposta a rilevare disagi e fantasie della nostra civiltà.

Sara Marini ritorna a trattare un tema che esplora ormai da diversi anni con esiti decisamente positivi. Il suo "qui e ora" riguarda un soggetto difficilmente arginabile e tendenzialmente sfuggente poiché residuale, parassitario, elusivo e imprevisto. Lo scarto appartiene al sistema dei vuoti, delle omissioni, è un rimosso dal reale che rivendica una propria fisicità: un fantasma che parla attraverso le voci, perfettamente accordate all'interno del libro, di molti filosofi, architetti, intellettuali, critici e artisti.
In apertura le copertine dei due testi presi in esame nel testo, <em>Hands-on Urbanism 1850-2012.
The Right to Green</em> e <em>Nuove terre. Architetture
e paesaggi dello scarto</em>. Qui sopra: <em>Hands-on Urbanism 1850-2012.
The Right to Green</em>, MCCM Creations, Hong Kong 2012. Vista pagine interne
In apertura le copertine dei due testi presi in esame nel testo, Hands-on Urbanism 1850-2012. The Right to Green e Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto. Qui sopra: Hands-on Urbanism 1850-2012. The Right to Green, MCCM Creations, Hong Kong 2012. Vista pagine interne
Il complesso lavoro di progettazione del testo passa per una sottile e continua composizione di brani curati scientificamente e mantenuti sotto uno stretto e coerente controllo formale. Le parole e i discorsi dei molti autori citati all'interno dell'opera sopperiscono una mancanza iconica e simbolica congenita al soggetto: i paesaggi abbandonati, scartati, a cui fa riferimento l'autrice, acquisiscono vita e visibilità solo attraverso operazioni concettuali che ne attualizzano il senso. "Si vuole qui verificare – ci ricorda nella prefazione – la possibilità che il progetto possa diversamente ragionare e assorbire le dinamiche del tempo, elaborando strategie in grado di annettere, selezionare e abbandonare, quando necessario, fondamentalmente di dialogare con lo scarto piuttosto che escluderlo a priori come materia non propria".
<em>Hands-on Urbanism 1850-2012.
The Right to Green</em>, MCCM Creations, Hong Kong 2012. Vista pagine interne
Hands-on Urbanism 1850-2012. The Right to Green, MCCM Creations, Hong Kong 2012. Vista pagine interne
La stessa variante d'indirizzo si ritrova, con la medesima coerenza d'intenti, dentro a un altro libro che difficilmente può essere ridotto alla dimensione del catalogo, nonostante sia distribuito dall'Architekturzentrum di Vienna come appendice alla mostra "Hands-on Urbanism 1850-2012". Curato da Elke Krasny, il volume è un variegato viaggio alla scoperta degli spazi verdi che contribuiscono alla costruzione delle città moderne. L'apparente paratassi del testo, con ambiti disciplinari assai diversificati, si snoda in una mappa stratificata e densa che riconduce a una narrazione geopolitica, sociologica, antropologica e urbanistica coerente ed efficace.
<em>Hands-on Urbanism 1850-2012.
The Right to Green</em>, MCCM Creations, Hong Kong 2012. Vista pagine interne
Hands-on Urbanism 1850-2012. The Right to Green, MCCM Creations, Hong Kong 2012. Vista pagine interne
Il libro impone di riconsiderare la superficiale e semplicistica mitologia degli orti urbani (e affini) alla luce di un'attenta e seria ricerca storica. In questo caso, l'elemento dello scarto viene acquisito e ribaltato al contempo: il verde urbano è stato per lungo tempo considerato come un avanzo progettuale della e nella città, e la sua presenza e le diverse modalità di occupazione che lo caratterizzano dimostrano come gli spazi residuali siano molto spesso opportunità di rivendicazione sociale, proposta politica, occasione progettuale. Come ricorda l'autrice nell'introduzione al catalogo: "Da quel che vedo, il giardino è un territorio conteso, terreno di battaglia di regimi e ideologie". Un'interessante definizione per i giardini, ma anche un'indicazione d'uso per i lettori che si confronteranno con lo spirito d'indagine e la brillante curiosità che animano entrambi i libri.
<em>Nuove terre. Architetture
e paesaggi dello scarto</em>, MCCM Creations, Quodlibet, Macerata 2010. Vista pagine interne
Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto, MCCM Creations, Quodlibet, Macerata 2010. Vista pagine interne
<em>Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto</em>, MCCM Creations, Quodlibet, Macerata 2010. Vista pagine interne
Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto, MCCM Creations, Quodlibet, Macerata 2010. Vista pagine interne
<em>Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto</em>, MCCM Creations, Quodlibet, Macerata 2010. Vista pagine interne
Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto, MCCM Creations, Quodlibet, Macerata 2010. Vista pagine interne

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