No, non siamo davanti a un testo ricco e complesso che rinvia a bucoliche nostalgie o piuttosto ai convenzionali ragionamenti sul rapporto mai risolto tra città e campagna… Siamo davanti a un volume che vuole spingere l'attenzione verso nuove forme di lettura, interpretazione dello spazio e quindi verso una progettazione che si rinnova e che si impegna nella costruzione di un diverso approccio, che abbia la consapevolezza dei mutamenti intercorsi e sappia rinnovarsi per rispondere adeguatamente al cambiamento.
Sulla scia di un dibattito più che ventennale sulla dispersione insediativa e prima che l'attenzione venga completamente focalizzata sul consumo del suolo e sulla fine irrinunciabile dell'urbanizzazione, (che mi sembra trovare la sua nuova eco non in un'accresciuta sensibilità per le risorse non riproducibili del nostro pianeta quanto nella crisi del mercato immobiliare nazionale e nel ridimensionamento della potenza della rendita urbana), l'articolata raccolta di saggi curata da Matteo Agnoletto (Facoltà di Architettura "Aldo Rossi" – Cesena) e Marco Guerzoni (Provincia di Bologna) è indirizzata alla comprensione di quelle "forme ibride tra città e campagna", di quei luoghi in cui l'urbanizzazione perde qualità e la ruralizzazione torna ad affermarsi, "forme incerte di mixité" che sono andate producendosi in diversi contesti nazionali europei e che sembrano diventare dominanti nell'organizzazione insediativa.
Per lasciare cogliere con chiarezza la natura e il senso di questo programma, il volume si articola in tre parti che intendono dare alla proposta solide basi interdisciplinari, ragionevoli motivazioni (senza scadere nel catastrofismo ambientalista), stimoli costruttivi e suggestioni operative (senza cedere alla facile apologia del potere taumaturgico dell'architettura). Le narrazioni della dispersione, in apertura, più che essere spiegazione e descrizione del fenomeno dello sprawl, inteso non come processo di dissoluzione della città moderna, ma piuttosto come la più recente e invasiva fase della costante evoluzione del processo di urbanizzazione nel mondo occidentale.
Non si tratta di spazi urbani, non si tratta di spazi rurali: sono gli spazi di frangia laddove la città sembra esaurire la sua forza e la campagna non riuscire ancora a riconquistare la sua dignità
A sostegno di una nuova operatività e quale prova di una possibile alleanza, la seconda sezione del volume, Una nuova alleanza tra città e campagna, passa in rassegna alcune indicazioni per l'azione, mostrando come un nuovo percorso progettuale sia possibile, a diversa scala e in contesti differenti, affrontando le tante declinazioni ma anche i diversi conflitti che le aree di frangia possono evidenziare.
Sono esplorazioni progettuali sui "new territories" per coglierne il senso, per comprenderne il ruolo nel più ampio processo di evoluzione della società contemporanea occidentale, le relazioni che lo hanno prodotto e che lo regolano nel suo sviluppo semi-spontaneo e trovare la corretta dimensione per inquadrare le nuove esigenze insediative e trovarne una risposta più adeguata tra visioni critiche del processo di urbanizzazione consolidato (ma non più considerato ineluttabile) e prospettive non retoriche di un futuro differente, tentando anche l'elaborazione di una "giusta relazione tra il dominio del piano e la portata del progetto di architettura".
Una tavola rotonda vedrà i curatori confrontarsi con Stefano Boeri (Assessore alla Cultura del Comune di Milano), Matteo Agnoletto, Antonio Pascale (scrittore e giornalista), Andrea Segrè (Preside della facoltà di Agraria di Bologna), Manuel Orazi (storico dell'architettura), il pomeriggio del 25 ottobre 2012 presso il MAMBO – Museo d'Arte Moderna di Bologna.
