Il passare del tempo per Corrado Levi

Sesta età, fine della vecchiaia, famiglie relazionali, sono i temi che i due testi di Corrado Levi indagano, associando arte e poesia a memorie emotive dal carattere sorprendentemente intimo.

Corrado Levi, Non c'è posto per la polvere, et al. Edizioni, Milano, 2012 (pp. 77, € 18,00)
Corrado Levi, Pennellate all'arte, Corraini Edizioni, Verona, 2012 (pp. 76, € 12,00)

Da un po' di tempo mi sto interrogando sulla fine della vecchiaia e sulla parallela presenza di una famiglia relazionale. Per una coincidenza significativa sono da poco usciti due libri di Corrado Levi: Pennellate all'arte e Non c'è posto per la polvere, che mi aiutano a pensare a questo doppio tema.

Nel primo libro, Corrado Levi racconta la sua vita col padre: in pennellate rapidissime descrive la nascita del suo amore per l'arte. "Gli amici adulti ridevano dei quadri, la caraffa storta di Morandi, dicevano le ovvie cose toccandosi il viso con le mani, mio padre li guardava sorridendo, imparai che non si può piacere a tutti". La madre: "con la campagna razziale, portavo il cognome di mia madre, per paradosso: Libero. Dovetti abituarmi ad accettare in me il doppio, pena la vita, così come le due religioni dei miei genitori; credo sia stata una esperienza fondante del mio sentire, con antenne sensibili al qua e al là".

La famiglia parentale si dilata in quella relazionale incarnata dagli incontri. I maestri d'architettura, Albini, Niemeyer, Nivola Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Samonà, Norman Foster, Aldo Rossi. Il PCI. Il femminismo. Il Fuori!. La psicanalisi, Elvio Fachinelli. La Facoltà di Architettura di Milano, dove fu maestro delle coscienze per gli studenti, e per chi era invitato a quel dialogo che, rompendo le barriere disciplinari, apriva quelle delle esperienze.
In apertura: di Corrado Levi, <em>Non c'è posto per la polvere</em>, et al. Edizioni, 2012 e <em>Pennellate d'arte</em>, Corraini Edizioni, 2012.  Qui sopra: dettaglio pagine interne di <em>Non c'è posto per la polvere</em>, con disegno di Corrado Levi da <em>Giocatore atterrato</em> di Pontormo
In apertura: di Corrado Levi, Non c'è posto per la polvere, et al. Edizioni, 2012 e Pennellate d'arte, Corraini Edizioni, 2012. Qui sopra: dettaglio pagine interne di Non c'è posto per la polvere, con disegno di Corrado Levi da Giocatore atterrato di Pontormo
Irrompe l'emozione nella conoscenza, proponendo lo studio dell'architettura come un grande anello che cingeva le curiosità della vita. "Fu naturale invitare in Facoltà gli artisti della mia vita, e man mano i nuovi con cui entravo in contatto. Boetti...in un lavoro d'arte ci sono cento decisioni da prendere..., Schifano...tenete in conto la relatività nel fare..., Paolini...l'evidenza della forma..., Mario Merz...la spirale come tendenza all'ampio..., Marisa Merz...sono sempre stata moglie e artista insieme..., Accardi...io la maturità me la sono conquistata quando ho alleggerito...".
E tanti altri che in un particolare momento coglievano un punto che Corrado voleva venisse ascoltato.

Dettaglio pagine interne di <em>Non c'è posto per la polvere</em>, et al. Edizioni, 2012
Dettaglio pagine interne di Non c'è posto per la polvere, et al. Edizioni, 2012
Il suo modo di comportarsi con antenne "al qua e al là", incorpora nel sentimento familiare non solo amici fidati, ma tutti coloro che con il loro pensare e vivere ampliano l'anello delle conoscenze razionali, creando un posto preciso per l'emozione. Con emozione non intendo la tradizionale esperienza privata, ma una conoscenza emotiva che bilancia la passione cristallina razionale.

In Non c'è posto per la polvere, Corrado ci trascina in un altro stato, lui lo chiama sestaetà, io, meno poeticamente, la chiamo la vecchiaia che non esiste più. La sestaetà di Corrado Levi parte dal suo amore per De Pisis, dalla sua traumatica conclusione a Villa Fiorita, ne scruta la luce grigia nella pittura, e costruisce un capolavoro in dialogo con una bellissima poesia del pittore. Con fulminea interazione scrive accanto ai versi di De Pisis i frammenti che lo colpiscono, quelli che, come direbbe Virginia Woolf, gli procurano una "scossa dei nervi". Appropriandosi di una parola, un aggettivo, un pronome, evoca il timbro della voce che ci fa sobbalzare. Tutto il libro prosegue con interventi chirurgici sulla memoria, sul linguaggio, sulla sperimentazione narrativa.

In "Combinato", avviene un monologo cadenzato da colpi di scena che si sovrappongono, si elidono, si confondono: sono i momenti nevralgici quando vivendo, leggendo, guardando, scopriamo un particolare che è in sé un mondo. Come il colore scuro, ombroso dato con le dita da Tiziano, che Hoffmansthal definiva "il gran pittore delle luci dubbie".
Un radicale monito a ricordare i fatti, le fantasie, le luci, le persone, il cibo, insomma quella vita che ci portiamo addosso, anche quando pensiamo di dover dare attenzione a cose più importanti
Dettaglio pagine interne di <em>Non c'è posto per la polvere</em>, a sinistra Carol Rama, <em>La mucca pazza</em>; a destra Bruno Zanichelli, <em>Sposi con aereoplano</em>
Dettaglio pagine interne di Non c'è posto per la polvere, a sinistra Carol Rama, La mucca pazza; a destra Bruno Zanichelli, Sposi con aereoplano
E altrettanto dirompente è "Omaggio al diario di Pontormo", dove al posto delle date ci sono i giorni della sua sestaetà: inizia con "Settantacinque anni e cinquantasei giorni" e finisce con "Settantasei anni e centosettantaquattro giorni". Registrazione quotidiana: appunti, appuntamenti, incontri, eventi, malattie, o semplicemente lo scorrere del tempo siglato dalla data. Un radicale monito a ricordare i fatti, le fantasie, le luci, le persone, il cibo, insomma quella vita che ci portiamo addosso, anche quando pensiamo di dover dare attenzione a cose più importanti.
Dettaglio pagine interne di <em>Pennellate d'arte</em>, Corraini Edizioni, 2012
Dettaglio pagine interne di Pennellate d'arte, Corraini Edizioni, 2012
La sestaetà di Corrado Levi narra di una famiglia relazionale dove la fine della vecchiaia può esprimersi, può creare un luogo affettivo, teorico, quotidiano per comprendere che la progressione 'darwiniana' delle età è saltata. Un luogo dove esperire l'equilibrio sincronico con le generazioni che organicamente accompagnano il passare del tempo. Nell'ubiqua famiglia relazionale anch'io, come Corrado Levi, scambio affetti, pensieri, invenzioni e vado incontro - come diceva Pino Pascali – "a ciò che fa paura". La vecchiaia? Anche, ma non solo. È una famiglia scossa da turbamenti. Parte da intuizioni e non da linee di discendenza. Si allarga, si restringe, cambia, si avvita, si scioglie. È vicina all'arte e al perenne collegamento narrativo di iPhone, di internet: tutti promotori di incontri senza età.

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