La prova numero 1 del processo n. CV11-10322, attualmente in corso presso il tribunale distrettuale di Los Angeles, consiste negli annunci pubblicitari dei Tostitos e dei Sun Chips: in particolare nei packaging e nei materiali pubblicitari di Tostitos Restaurant Style Tortilla Chips, Tostitos Bite Size Rounds Tortilla Chips, Tostitos Crispy Rounds Tortilla Chips, Tostitos Multigrain Tortilla Chips, Tostitos Scoops Tortilla Chips, Tostitos Restaurant Style with a Hint of Lime Tortilla chips, Tostitos Artisan Recipes Fire-Roasted Chipotle Tortilla Chips, Sun Chips Original Flavored Multigrain Snacks, Sun Chips Garden Salsa Flavored Multigrain Snacks, Sun Chips French Onion Flavored Multigrain Snacks, and Sun Chips Harvest Cheddar Flavored Multigrain Snacks.
Un rapido sguardo rivela che questa cornucopia di variazioni sul tema del granoturco fritto viene messa sul mercato con un altrettanto vario repertorio di promesse, che vanno dall'ottimistico "Buongiorno, vita sana!" al liberatorio "Senza grassi insaturi, senza glutine, senza additivi, senza caseina, senza lattosio, senza glutammato monosodico, senza cipolla e senza carne di maiale". Tutti comunque si proclamano fatti al cento per cento di ingredienti completamente naturali.

Purtroppo per Julie Gengo, "naturale" è un parola di cui la US Food and Drug Administration (tra le altre) non conosce una definizione operativa. Si può definire artificiale un prodotto realizzato con un vegetale in cui organismi dotati di DNA naturale (gli umani) hanno inserito geni naturali di un'altra specie naturale? O in poche parole: che cos'è la natura? E si può ancora chiamare natura quella creata da qualcuno?
Questo territorio indefinito viene esplorato dal libro Next Nature: Nature Changes along with Us che si è sviluppato dalla forma originale di blog fornendo una sintesi di importanti nuove prospettive sul rapporto tra l'uomo e l'ambiente.

Per la maggior parte si tratta di esempi familiari, cui è stato dedicato online ampio spazio negli anni recenti, mentre gli scritti riescono per lo più a essere contemporaneamente informali e rigidi (ho il sospetto che la prima sia una scelta voluta, per propiziarsi la sensibilità etica delle aziende produttrici, mentre l'altra sia uno spiacevole effetto del non scrivere nella propria lingua madre). Ma il libro a stampa, mentre serve ad amplificare le indubbie lacune del sito web, fornisce anche un vantaggio specifico autonomo: a suscitare l'entusiasmo basta la dimensione di questo catalogo della natura prossima ventura, fitto di quasi cinquecento pagine rilegate.
Se c'è una cosa che il libro dimostra, è la stupefacente hybris insita in queste nette suddivisioni tra natura e cultura.

E tuttavia, se c'è una cosa che il libro dimostra, è la stupefacente hybris insita in queste nette suddivisioni tra natura e cultura. Meglio piuttosto leggerlo come una nuova Arca di Noè: un'enciclopedia o un gabinetto di curiosità fatto di esempi visivamente stupefacenti che fanno riflettere profondamente, da cui trarre una cognizione più articolata del rapporto tra uomo e natura. Certamente nell'epoca dei cambiamenti climatici causati dall'uomo, della geoingegneria e dei salatini di mais tutti naturali geneticamente modificati, c'è un disperato bisogno di un nuovo quadro interpretativo. Nicola Twilley, @nicolatwilley
