In copertina, la fotografia scattata dall'artista Francesco Jodice ad una nave adagiata sul fondo asciutto e incrostato di sale del lago d'Aral ricorda uno dei più grandi disastri ambientali. Agli inizi degli anni Sessanta il lago era ampio 68.000 km2; per favorire un piano di coltura intensiva, il regime sovietico già a partire dall'immediato dopoguerra ha dato il via ad una serie di interventi che sono stati la prima causa del suo prosciugamento. Oggi il suo volume e la sua superficie sono ridotti di circa il 75%.
"(...) Occorre far capire che finché l'arte resta estranea ai problemi della vita, interessa solo a poche persone":[1] Catterina Seia ad incipit del suo contributo lascia alle parole di Bruno Munari un monito che risuona forte in tutto il libro. L'intento di Paesaggio con figura – volume, a cura di Gabi Scardi pubblicato nell'ambito della ricerca promossa da SusaCulture – è, infatti, propulsivo.
Paesaggio con figura non parla solo di paesaggio, o solo di figura; ma di paesaggio antropizzato. Tratta un'arte che nasce come concreta opportunità di adesione alla realtà e dunque situata in un preciso contesto storico, socio-economico e politico. Chiama in causa "artisti che si calano nel vivo del tessuto sociale per far emergere elementi che saranno poi oggetto di traduzioni variegate ma accumunate da una propensione per la condivisione e da una processualità dilatata nel tempo". [3] Un'arte che "si misura con la complessità e la responsabilità che l'agire nello spazio 'di tutti' comporta". [4]
Il ruolo e le prospettive di una storia recente come quella dell'arte pubblica – nelle sue molteplici accezioni di community art, social aesthetics, connective aesthetics, dialogical art... – sono affrontati in una dimensione corale. Con lo spirito a volte da lavori in corso su una materia viva, talaltra da presentazione appassionata d'intenti e case histories, prendono la parola dapprima critici, curatori, storici dell'arte e operatori specializzati.
In numerosi interventi emerge poi con chiarezza l'importanza dell'agire nella dimensione locale e del rapporto con un territorio specifico che sempre più spesso è urbano, luogo per eccellenza della vita sociale e scena di grandi cambiamenti del concetto di abitare. La pratica artistica si cala nella prassi sociale in un rinnovato dialogo fra pubblico e privato, amministrazioni e mediatori culturali, nel tentativo di discutere l'apporto dell'arte alla trasformazione della città o alla ridefinizione della sfera pubblica. Da qui la ricerca di un confronto, a volte molto serrato, con discipline quali l'urbanistica.
Nel dispiegare un racconto articolato di pratiche artistiche che impongono il rinnovarsi di prassi, il libro punta l'attenzione su nuove forme di committenza. Il collettivo torinese di curatrici a.titolo è solo uno degli esempi di figure nato con l'intento di promuovere l'arte contemporanea orientata verso le dimensioni sociali e politiche dello spazio pubblico. A questo proposito, hanno aderito a Nuovi committenti, un programma che riunisce comunità eterogenee coese intorno all'obiettivo di generare un'opera d'arte partendo dal basso, dove il cittadino diviene committente.
In questo alternarsi di visioni tese a delineare metodi espositivi, di fruizione e relazione con nuovi pubblici anche la critica si interroga su criteri di valutazione fra etica ed estetica, e sul concetto di autorialità, come dimostra l'acceso dibattito fra Claire Bishop e Grant Kester nato sulle pagine di Artforum nel 2010 e qui riportato.
Sono di forte impatto – soprattutto se posti a confronto – i due racconti dell'artista Bert Theis e della curatrice Nathalie Zonnenberg. Il primo si concentra sul lavoro condotto con il gruppo Isola Art Center in relazione al quartiere Isola e in contrapposizione al processo di gentrificazione dell'area voluto dal Comune di Milano. Il secondo illustra Beyond, un progetto per le aree pubbliche di un nuovo distretto residenziale – pianificato sulla base delle caratteristiche esistenti del luogo - voluto dalla città di Utrecht, in collaborazione con SKOR (Fondazione nazionale per l'arte e lo spazio pubblico).
Con la conclusione e le domande aperte di Pierluigi Sacco, la ricerca si proietta verso il futuro. In questa fase di tagli alla cultura è necessario dare al discorso sull'arte e alla pratica una dimensione pubblica, ma soprattutto capire come l'arte pubblica possa "ricavarsi nuovi spazi d'azione e di espressione più vicini allo spirito del tempo" [7] contraddistinto da un atteggiamento difensivo verso la complessità, da uno spazio pubblico che amplifica la sua dimensione virtuale, dove la qualità della partecipazione è cambiata, e la distinzione tra attori e pubblico è sempre più arbitraria.
In nome di quella complessità sono dunque importanti una serie di richiami che nel corso del libro provengono da più voci, affinché – da parte del mondo dell'arte e delle amministrazioni – ci sia un'attenzione crescente nel valutare progetti e approcci, rifuggendo eccessi semplificatori quando si affrontano temi quali la rigenerazione del territorio, la trasformazione sociale, la comunità o la sfera pubblica.
"L'arte è pronta ad accettare il rischio di occupare un ruolo reale e non soltanto cosmetico all'interno dell'ecologia del significato?" Si domanda Sacco. "Gli artisti sono consapevoli delle conseguenze che questa scelta comporta quando si affrontano sotto questa luce temi come l'inclusività, la partecipazione, l'autenticità? Se l'arte pubblica deve essere pubblica, può forse esentarsi dal fare sul serio, dal prendere posizione su determinati temi e determinate situazioni accettandone responsabilmente le conseguenze?" [8] Chiara Agnello
NOTE:
1. Bruno Munari, Arte come mestiere, 1966, citato in Catterina Seia, Prefazione, in Gabi Scardi, Paesaggio con figura. Arte, sfera pubblica e trasformazione sociale, Umberto Allemandi & C. con SusaCulture project, 2011, p. 9.
2. SusaCulture è un progetto ideato da Catterina Seia che nasce per costruire piattaforme di cooperazione in primis con amministratori, dirigenti scolastici e giovani per lo sviluppo a base culturale nella provincia italiana. Paesaggio con figura. Arte, sfera pubblica e trasformazione sociale rappresenta la seconda ricerca promossa da SusaCulture, dopo Mente e bellezza. Arte, creatività e innovazione di Ugo Morelli.
3. Catterina Seia, Prefazione, in Gabi Scardi, Paesaggio con figura. Arte, sfera pubblica e trasformazione sociale, a cura di, Umberto Allemandi & C. con SusaCulture project, 2011, p. 9.
4. ivi, p. 12
5. Joachen Gerz, Public Authorship, in Gabi Scardi, Paesaggio con figura. Arte, sfera pubblica e trasformazione sociale, Umberto Allemandi & C. con SusaCulture project, 2011, p. 186.
6. Pasquale Campanella e Simona Bordone, Wurmkos, in Gabi Scardi, Paesaggio con figura. Arte, sfera pubblica e trasformazione sociale, Umberto Allemandi & C. con SusaCulture project, 2011, p. 245.
7. Pier Luigi Sacco, Postfazione. È stata una bellissima giornata, in Gabi Scardi, Paesaggio con figura. Arte, sfera pubblica e trasformazione sociale, Umberto Allemandi & C. con SusaCulture project, 2011, p. 256
8. ivi, 261
