Quando un artigiano armeno che lavora da quarant'anni nel mio quartiere ha offerto a me e ai miei amici il suo piccolo laboratorio all'ultimo piano perché potessimo continuare nella nostra attività di ricerca d'arte e di design, mi è venuto da pensare alla rapidità attuale della trasformazione urbanistica di Istanbul e a… fino a quando tutti quanti avremmo potuto resistere nel nostro spazio di lavoro collettivo, in condivisione e fa-da-te. Condividere spazi di lavoro translocali, trovare altri modi di collaborare e diffondere la conoscenza d'arte e di design è la pratica professionale di cui c'è più urgenza nelle nostre città. Poiché le città globali si vanno trasformando in prodotti d'architettura e urbanistica neoliberiste la produzione culturale della città diventa uno strumento dell'immagine di questa trasformazione. L'esistenza e il ruolo degli spazi d'arte autogestiti dagli artisti e le relative iniziative artistiche in queste città diventano importanti per non dipendere dal crescente predominio del mercato dell'arte e dalla privatizzazione della città. La politica culturale sta diventando un puro e semplice strumento delle istituzioni cittadine neoliberiste in cui le costellazioni delle infrastrutture culturali si vanno riorganizzando. Realizzare e sostenere le iniziative locali che possiedono una rete di radici in espansione riproduce le dinamiche locali e in questa situazione urbana le pratiche di emancipazione stanno diventando sempre più importanti.
Il libro 3 Years: Arrow Factory, che abbraccia tre anni d'attività dell'iniziativa con parecchi testi che dibattono e illustrano i temi della prassi artistica collettiva nello spazio urbano, è stato di recente pubblicato da Sternberg Press. Arrow Factory è uno spazio di attività artistica fondato dai tre artisti/critici Rania Ho, Wang Wei e Pauline J. Yao. Dopo la straripante espansione del mercato d'arte di Pechino e il fenomeno della Stadio olimpico, Arrow Factory ha debuttato nel 2008 come spazio autogestito dagli artisti in un negozio situato in un quartiere di Pechino. Il libro è a cura degli stessi tre fondatori, in parte finanziato con fondi dell'Arts Network Asia (ANA) e d'altra origine. Funge da mappa concettuale e da archivio per collegare dibattiti e opere d'arte sulle realtà del tessuto urbano, del territorio e del lavoro.
Condividere spazi di lavoro translocali, trovare altri modi di collaborare e diffondere la conoscenza d'arte e di design è la pratica professionale di cui c'è più urgenza nelle nostre città.
Il volume 3 Years: Arrow Factory svela, nell'area locale del numero 38 di Jiangchang Hutong e nell'iniziativa della Arrow Factory, qualcosa di più di un semplice progetto di coinvolgimento del quartiere o dell'esigenza di una prassi artistica socialmente impegnata: un 'luogo urbano' che produce opere translocali, diffusione e conoscenza della vita quotidiana della città.
