Willy Van Der Meeren (1923-2002) fu un architetto modernista belga le cui idee sociali lo conducevano a pensare che architettura e design dovessero essere destinati alle masse e non a pochi privilegiati. Ogni suo progetto era a misura dei bisogni degli utenti. Ispirandosi a Le Corbusier, a Jean Prouvé e alla tecnica della prefabbricazione Van Der Meeren, per tutto il corso della carriera, sperimentò modi differenti di dare riparo. Giunse a essere uno dei più importanti progettisti del Modernismo belga del secondo dopoguerra. Ma come molti altri architetti belgi di quegli anni non ottenne mai un riconoscimento internazionale.
Il suo obiettivo di realizzare abitazioni a basso prezzo per la generalità della popolazione ebbe come esito le case Ceca del 1955, basate su un sistema modulare che ha al centro una struttura d'acciaio. Il costo della casa equivaleva a quello di un'automobile Ford dell'epoca (all'incirca 3.650 euro), il che corrispondeva ai suoi intenti. Alla fine, non avendo ottenuto dall'associazione nazionale per l'edilizia popolare il permesso di costruire su scala di massa, Van der Meeren non realizzò più di una dozzina di questi edifici d'abitazione, e per di più – contrariamente alle intenzioni dell'architetto – essi non furono abitati da gente comune ma da intellettuali. È lo sfortunato paradosso cui gran parte del pensiero architettonico è stato soggetto in passato, e che ancora oggi persiste.
