Uno degli impatti macroscopici della rapida crescita economica della Cina è la struttura dell'urbanizzazione dei territori e il riassestamento dell'equilibrio tra le metropoli e le aree rurali; in questo volume (in inglese e cinese) pubblicato dalla casa editrice olandese 010, Harry den Hartog presenta i frutti di una ricerca collettiva che analizza lo sviluppo delle politiche e dei progetti urbanistici di Shanghai nell'ultimo e nel prossimo decennio.
Nel 2001 il governo cinese ha promosso una strategia di sviluppo urbano denominata "One City, Nine Towns Development Plan" che rinuncia alla centralità della metropoli, a favore di un approccio basato fondato sulla pluralità dei centri urbani. Il modello consiste nella creazione di strutture con dieci nuove città – una città di medie dimensione circondata da nove centri più piccoli–, con l'intenzione di evitare lo sviluppo incontrollato della metropoli a favore di una urbanizzazione più morbida e distribuita all'interno di aree economiche distinte ma tra loro interconnesse. La ricerca racconta le tappe di questo piano di sviluppo, documentandone i processi e le implementazioni attualmente in corso attraverso raccolte fotografiche e di mappe, e con capitoli sui temi del nuovo urbanismo in Cina, della trasformazione delle campagne, e dell'analisi delle comunità coinvolte in questi processi.


Per quanto i modelli implementati non siano completamente innovativi dal punto di vista progettuale, è certamente nuovo il modo in cui sono stati inseriti nel contesto cinese, dando luogo a un modello ibrido tra la tensione di una pianificazione statale spinta dall'alto e uno sviluppo orientato al mercato. Un aspetto unico di queste nuove città è la promessa di essere completamente autosufficienti, non devono rappresentare un distaccamento in termini riduttivi dalla metropoli ma suggerire (e in caso di successo, offrire) ai potenziali cittadini delle complessive e sodddifacenti opzioni di vita. In particolare, cosa non ovvia per la città cinese, in questi nuovi progetti c'è parecchio spazio, e molto verde. Anche attraverso la descrizione di casi studio di alcune di queste città, dei successi delle nuove comunità e dei fallimenti delle comunità fantasma o rimaste incompiute, il libro analizza attentamente questi processi.
La promessa di Shanghai all'Expo era quella di mostrare una forma possibile di città del futuro, il modello cinese infatti si presenta come una proposta concreta di nuove forme di urbanismo, con l'obiettivo di alleviare l'enorme pressione sulla città ed estendere la condivisione dei benifici economici ai territori della periferia metropolitana.


