Nella nostra comprensione e conoscenza dell'arte contemporanea cinese manca sempre un tassello, ma questo, secondo il curatore Hou Hanru, sarebbe in parte facile a capirsi: oltre alle profonde differenze storiche, politiche, economiche e culturali, è solo a partire dagli anni '90 che si è sviluppato un maggiore e crescente interesse verso la Cina e le sue vicende da parte del mondo occidentale. Gli eventi di piazza Tiananmen del 1989 e il miracoloso boom economico che ha visto protagonista il paese del sol levante negli ultimi anni, hanno sicuramente contribuito a risvegliare l'attenzione occidentale, accendendo un riflettore sulla realtà di una situazione politica violenta e totalitaria, e subito allargando il raggio alla sfera culturale e sociale.
Negli anni '90 si sono iniziate a vedere nei musei europei e americani le prime mostre di artisti cinesi contemporanei, che hanno poi fatto da veri protagonisti nella Biennale di Venezia del 1999 di Harald Szeemann.
Eppure, per comprendere come si sia passati dalle prime mostre di arte non ufficiale nate a Beijing nel 1979 come movimenti domestici e segreti da artisti non affiliati ad alcuna istituzione artistica pubblica – come, per esempio, la mostra chiusa dalle autorità a soli due giorni dall'apertura "Stars Art Exhibition (Xingxing meizhan)" in cui le opere di esplicito contenuto politico, critiche dell'ideologia maoista, erano esposte nella strada davanti alla National Art Gallery, vera roccaforte dell'arte ufficiale – alle cifre da capogiro cui vengono battute oggi all'asta le opere di Zhang Xiaogang, Cai Guo-Qiang, Liu Xiaodong o Zeng Fanghi – che nel 2008 da Christie's a Hong Kong raggiungeva la cifra record di 9.6 milioni di dollari – ma anche e soprattutto per evitare il rischio di un approccio colonialistico, incentrato su un punto di vista occidentale, c'è ancora molto da studiare.

La pubblicazione, voluta dal MoMA di New York come parte della serie antologica di pubblicazioni Primary Documents, è stata coordinata da Wu Hung, professore e direttore del centro di studi di arte asiatica dell'Università di Chicago, ed è nata da un seminario di studio organizzato dal museo stesso in collaborazione con l'OCT Contemporary Art Terminal del He Xiangning Art Museum.

Negli anni '90 si sono iniziate a vedere nei musei europei e americani le prime mostre di artisti cinesi contemporanei, che hanno poi fatto da veri protagonisti nella Biennale di Venezia del 1999 di Harald Szeemann.
