Parola e cibo

Il volume è dedicato a un progetto curato da Nico Dockx, Rirkrit Tiravanija e Anton Vidokle, e raccoglie le discussioni avvenute nel nuovo spazio di E-flux a New York e nel Beursschouwburg di Bruxelles.

Where of one can speak. Nico Dockx, Rirkrit Tiravanija, Anton Vidokle. A Prior Magazine # 18
a cura di Anders Kreuger, Els Roelandt, Monika Szewczyk, KASK, Gent (Belgium) 2009 (pp. 350, s.i.p.)

La rivista belga A Prior, diretta da Els Roelandt, pubblica due numeri monografici all'anno interamente dedicati a progetti di artisti. Questa formula trasforma la rivista in un interessante spazio di sperimentazione.
Il volume è dedicato a un progetto curato da Nico Dockx, Rirkrit Tiravanija e Anton Vidokle, e raccoglie le discussioni avvenute nel nuovo spazio di E-flux a New York e nel Beursschouwburg di Bruxelles.

Per l'occasione, i tre artisti hanno invitato altri artisti e scrittori – Liam Gillick, Maria Lind, Sis Matthé, Miwon Kwon, Lawrence Wiener, Martha Rosler, Helena Sidiropoulos, Jan Verwoert, Louwrien Wijers, Dieter Roelstraete, Egon Hanfstingl, Steven Kaplan – con un pubblico ristretto a partecipare alla discussione.
Il contenuto del volume è costituito dalla trascrizione delle conversazioni, ma anche da una grande quantità di immagini, che mostrano come il veicolo di comunicazione tra i partecipanti a questi incontri sia stato in definitiva il cibo, cucinato da Tiravanija con l'aiuto degli altri.

Questo progetto artistico nasce, perciò, da una mescolanza tra la parola – strumento di comunicazione intellettuale per eccellenza – e il cibo – quale materiale che è comune all'esperienza di tutti gli uomini ed è il mezzo artistico privilegiato da Tiravanija. Con il cibo egli crea momenti di aggregazione sociale che superano le divisioni dovute all'eccessiva professionalizzazione del mondo dell'arte.
Dice Tiravanija: "The other tension was between writing and cooking (...) two kinds of working structure (...) it is supposed to be work that we are doing, but at the same time it also has to become textual" (p. 190). In questa frase si può riassumere il senso del progetto. Il cibo è il grande veicolo della socialità e della comunicazione, molto più complesso della scrittura, che è fatta di segni astratti e lascia al di fuori di sé la dimensione fisica del corpo. È proprio attraverso il cibo, invece, che gli artisti riescono a trasformare questo in un progetto artistico.

Punto d'ispirazione per questo progetto è "Food", il ristorante aperto a SoHo dall'artistaarchitetto Gordon Matta-Clark, alla fine degli anni Settanta, in un momento di crisi dell'arte concettuale che aveva creduto nel testo scritto come uno dei mezzi principali di espressione della nuova arte. E la frase chiave del progetto è ancora di Tiravanija: "Science is the past. Art is the present. Food is the future" (p. 219)
Mentre Nico Dockx ci spiega le modalità: "When we were thinking about how to produce this magazine (...) lots of things we said were about how to produce work in relation to the idea of non-production" (p. 219). E Vidokle conferma: "What exactly facilitates a non-alienated experience? It's a very delicate thing and the ability to produce this (...) is very much at the centre of what all three of us do as artists" (p. 203).

Il cibo è perciò la cornice scelta dai tre artisti come 'forma' del progetto realizzato da loro a tre mani tra New York e Bruxelles. Il contenuto aperto delle discussioni rappresenta, invece, le molte istanze, anche contraddittorie, che preoccupano gli artisti e gli scrittori d'arte contemporanei.
Perciò, una "esperienza non alienata" o una condizione processuale di "non-produzione" sono oggi cruciali al lavoro artistico. Attraverso di esse l'arte deve trovare delle modalità immediate per esprimersi e raggiungere il mondo contemporaneo senza la mediazione delle istituzioni artistiche; poiché queste sembrano voler addirittura produrre il pubblico unitamente all'evento che realizzano.
Tenere gli spazi aperti, questa è la base del lavoro artistico contemporaneo ed è quello che i tre artisti hanno voluto fare con questo progetto, realizzando un esperimento in grado di indicare una via all'arte contemporanea. Maurizio Bortolotti

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