Perché così tanti smartphone con schermi curvi? La pigrizia applicata al design

I produttori continuano a venderceli come una grande innovazione. Invece rappresentano la vittoria di un'estetica discutibile sulla funzionionalità.

La scorsa settimana Huawei ha presentato il suo nuovo smartphone di punta, il P40 Pro. Il telefono racchiude specifiche impressionanti, una fotocamera Leica fra le migliori sul mercato, e completa il quadro con un cosiddetto display Overflow, uno schermo OLED ampio e luminoso che si piega su ogni lato del dispositivo, cercando di impressionare l'utente con l'illusione di una superficie infinita.

I display curvi sono già spuntati su tutti i principali smartphone cinesi di quest'anno: sono su Xiaomi Mi 10 Pro, Oppo's Find X 2 e OnePlus 8, che debutterà la prossima settimana. Quando è successo? Quand’è che tutti i maggiori produttori cinesi di smartphone hanno concordato che l'elemento di design più pigro mai concepito doveva diventare uno standard per gli smartphone di fascia alta?

Paziente Zero: il Galaxy Note Edge

Il primo telefono con display a bordo curvo è stato il Samsung Galaxy Note Edge, nel 2014. La piegatura era solo da un lato, e almeno aveva uno scopo: includeva elementi dell’interfaccia che permettevano di controllare alcune funzioni del telefono. Era una caratteristica ridondante, in quanto non aggiungeva nulla che non si potesse già fare personalizzando l'interfaccia Android, ma almeno aveva uno scopo nello schema più ampio del design del telefono. Da allora gli schermi curvi sono diventati un punto fermo dei telefoni Samsung Galaxy. La natura genuina e leggermente ingenua di quella prima implementazione si è un po' persa lungo la strada, anche se tecnicamente si può ancora configurare lo schermo curvo dei telefoni Samsung con i cosiddetti Edge Panels, per accedere a funzioni personalizzate con un tocco sul lato dello smartphone.

Après Samsung, le déluge

Ogni singolo produttore che si è "ispirato" al design dello schermo dei telefoni di fascia alta della serie Galaxy, ha drasticamente diluito l'originalità di questo elemento. Ancora peggio: nessun singolo produttore è stato in grado di giustificare l'implementazione di una caratteristica così prominente con una forte integrazione con l’interfaccia software del telefono. Tanto che in alcuni telefoni ammiraglia Huawei del 2019, prima dell'aggiornamento dell'EMUI, alcuni elementi fondamentali per l’interazione col telefono erano posizionati in maniera errata sotto alcuni angoli curvi dello schermo. Ciò nonostante, gli schermi curvi sono diventati una caratteristica irrinunciabile, che per le aziende cinesi sembra diventato impossibile escludere dai telefoni che dovranno competere nella fascia premium del mercato.

Belli e impossibili (da usare con piacere)

Gli schermi curvi sono il trionfo dei cattivi processi di design: un elemento che fa bella figura sui cartelloni pubblicitari e sui materiali di marketing è diventato un must, senza tener conto del significato più profondo della sua integrazione nel prodotto. La maggior parte degli schermi curvi sono inutili virtuosismi OLED che fanno bella figura solo sui cartelloni pubblicitari o su Google Images, e il cui obiettivo è solo quello di far leva sull'estetica per cercare di convincere gli utenti delle potenzialità innovative di un nuovo telefono.

Siamo chiari: l'estetica è importante. È parte integrante del successo di uno smartphone, soprattutto in un mercato saturo, dove è necessario guadagnare ogni possibile vantaggio sulla concorrenza.

Eppure il modo in cui questi schermi vengono commercializzati è al limite del truffaldino: le aziende produttrici di smartphone vogliono cercare di convincerci che l'impresa di piegare un OLED su tutti i lati di un telefono sia di per sé una testimonianza incredibile di quanto sarà innovativo quel telefono e glissano colpevolmente sui compromessi che questa caratteristica impone sul resto dell’esperienza d’uso.

Compromessi

Questi compromessi, ça va sans dire, sono assenti da qualsivoglia narrazione di marketing. Chi ha tenuto in mano un telefono con schermo OLED curvo e lo ha osservato con occhio abbastanza critico, capirà subito di cosa parlo: le sfumature e i riflessi lungo i bordi curvi dello schermo li fanno apparire come se ci fosse qualcosa di sbagliato nella calibrazione del display. Basta aprire una foto, poi, per chiedersi quale team di design possa mai aver dato il proprio placet a uno smartphone che piega e distorce tutti e quattro gli angoli di una foto, con una leggera aberrazione cromatica a completare un quadro già disastroso. Per evitare tutti questi problemi, la maggior parte delle “view” del telefono mantengono ampi margini sui lati lunghi. Indovinate perché? Beh, semplice: per mantenere questi elementi all'interno della superficie frontale del display, l’unica area realmente usabile.

Ecco perché, in conclusione, considero i display curvi come la scelta di design più pigra che si possa fare per uno smartphone. È come se i team di progettazione fossero incaricati di rispondere "sì" a una sola domanda: "ha un bell'aspetto"? Perché non c'è alcuna possibilità che qualcuno abbia mai risposto allo stesso modo a un'altra domanda ben più importante: “questa roba funziona bene"?

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