Un workshop a Milano ha investigato il futuro della cucina unendo le competenze del disegno industriale e dell’architettura, con l’analisi delle abitudini sociali e alimentari. Organizzato da Frigo 2000 e Abimis, in collaborazione con Poli.Design, la terza edizione di Conviviality 4 Kitchen and Modern Living ha proposto quattro nuove visioni per la cucina del futuro.
Sulla pagina italiana di Wikipedia sono elencati 104 programmi di cucina che negli ultimi anni sono andati in onda nei canali del Belpaese. Possiamo dire che ormai i cuochi sono le nuove star televisive, gli influencer e i food blogger i nuovi critici culinari, e l’atto della preparazione di un pasto uno show da diffondere nei nostri canali social. Nonostante la popolarità mediatica del rito che è simbolo della convivialità, le persone passano sempre meno tempo davanti ai fornelli, lasciando vuoto e inattivo l’ambiente domestico.
Sono passati quasi 100 anni da quanto l’architetta austriaca Margarete Schütte-Lihotzky ha progettato la leggendaria Cucina Francoforte, la prima cucina componibile, per 10.000 alloggi sociali in Germania. Recentemente è stata un’altra architetta, la spagnola Anna Puigjaner, a indagare la possibilità di una “Kitchenless” House che segua il cambio di abitudini e strutture familiari in epoca contemporanea.
Allo stesso modo i 12 studenti internazionali che hanno lavorato al workshop hanno studiato una cucina non più relegata all’ambito domestico, ma diffusa e integrata in vari contesti urbani. Dei quattro progetti presentati, esaminati da una giuria composta da chef, designer e architetti, quello premiato è stata la Cucina Marte di Robert Al Haddad, Luís Pacheco e Eesha Kulkarni. I giovani progettisti hanno ideato uno spazio che combina ufficio e ristorazioni, indagando e rivoluzionando i ritmi e i rituali della giornata.