Il climatizzatore sostenibile è possibile?

Uno dei principali indiziati del cambiamento climatico sta cambiando faccia: ora diventa ecologico, produce acqua potabile e combustibili artificiali.

I condizionatori e i climatizzatori sono tra gli elettrodomestici più energivori in assoluto. Secondo gli ultimi dati, la semplice sostituzione dei refrigeranti che danneggiano l'atmosfera ridurrebbe i gas serra di circa 90 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2050. Rendere le unità più efficienti dal punto di vista energetico poi potrebbe raddoppiare il risparmio. Cifre enormi, incomparabili con le altre buone pratiche ecologiche.

Facciamo qualche esempio. Reimpiantare i due terzi delle foreste tropicali che abbiamo distrutto, il nostro polmone verde, porterebbe a un risparmio di “sole” 61 miliardi di tonnellate di CO2. Se metà della popolazione mondiale smettesse all'improvviso di mangiare carne infatti si risparmierebbero “solo” 66 miliardi di tonnellate di CO2. C'è poi un dato culturale: se le auto vengono riconosciute globalmente come una delle cause del global warming, per i condizionatori non si sentono molte levate di scudi e pensare che sono parte di un circolo vizioso. La temperatura aumenta, si usano di più i condizionatori, si fanno ancora più danni. Anche mettere delle piante in casa non aiuta. Servirebbero intere foreste per il controllo della temperatura e degli inquinanti cittadini. E non tutte le piante sono uguali: i botanici premono per creare parchi con vegetali C3 e C4, ovvero quelli più golosi di CO2.

A parte ciò, proprio in maggio una squadra di ricercatori della National University di Singapore ha presentato la nuova versione di un nuovo dispositivo in grado di raffreddare gli ambienti sfruttando l'acqua. Questo climatizzatore, ancora in fase sperimentale, può raffreddare l'aria fino a 18 gradi senza ricorrere a compressori ad alta intensità energetica o a refrigeranti chimici dannosi per l'ambiente. Sulla carta sembra l'uovo di Colombo: risolve due problemi in uno. Ma non solo. Il climatizzatore è anche portatile, può essere usato in interni e all'esterno e come prodotto di scarto crea acqua potabile, dai 12 ai 15 litri al giorno. L'unico neo, a questo punto, è che il climatizzatore si trova ancora allo stadio di prototipo. Non sappiamo se verrà mai commercializzato.

Questo climatizzatore completamente ripensato colpisce i tre punti nevralgici della climatizzazione, quelli su cui si stanno concentrando aziende e centri di ricerca di tutto il mondo. Da una parte si cerca di diminuire il consumo energetico e rendere più efficienti i dispositivi in modo da rendere di più consumando meno. Dall'altra invece si lavora per superare una tecnologia vecchia di cent'anni: è da un secolo che i climatizzatori sfruttano l'aria e forse è il momento di fare un passo avanti visto che, mentre raffreddano all'interno degli ambienti dove sono collocati, gettano aria calda all'esterno. La terza linea di ricerca è trovare alternative agli attuali refrigeranti. In particolare si sta combattendo contro gli idrofluorocarburi, i cosiddetti HFC, che sono mille volte peggiori della CO2 nell'impedire al calore di lasciare il pianeta. La loro diminuzione è prevista anche dall'emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal entrato in vigore il 3 gennaio scorso.

Un punto di vista più sistemico, per così dire, arriva dalle ricerche del Karlsruhe Institute of Technology (KIT) con l’università canadese di Toronto. Nel loro documento Crowd oil not crude oil pubblicato da Nature Communication in aprile, gli autori affrontano il problema dei climatizzatori da una prospettiva completamente nuova. La loro teoria è di sfruttare gli attuali impianti di climatizzazione degli edifici per sviluppare dei combustibili a emissioni zero. Tramite processi chimici, l'acqua e le CO2 emessa dai climatizzatori possono diventare dei carburanti sintetici da utilizzare direttamente nei trasporti o per altre applicazioni industriali. Come suggerisce il titolo della ricerca, si potrebbe passare a una produzione distribuita dei carburanti (crowd oil) come già si fa per l'energia tramite le rinnovabili. Ma anche qui, per il momento, è solo una suggestione.

Foto di Sergei Akulich

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