Asus ZenFone 6: alla scoperta della design journey di uno smartphone

Uno sguardo dietro le quinte al processo creativo dell’azienda taiwanese, per scoprire difficoltà e sfide da affrontare nel percorso di design che parte dall’idea e dai prototipi e approda alla produzione della versione finale di uno smartphone.

Ieri Asus ha lanciato lo ZenFone 6, un nuovo smartphone dalle caratteristiche da top di gamma, un prezzo accessibile e una particolarità mai vista prima sul mercato: la Flip Camera. Come si può intuire dal nome, la Flip Camera è un modulo fotografico ribaltabile che funziona sia da fotocamera posteriore che da fotocamera anteriore. In questo modo lo schermo, grazie anche ai bordi sottilissimi, può offrire un’esperienza full-screen a tutti gli effetti, senza dover ricorrere a notch antiestetici o a buchi laterali sul pannello del display. 

Tra tutte le soluzioni che abbiamo visto finora per risolvere il “problema della tacca”, la nuova FlipCamera dello ZenFone 6 è probabilmente la più avanzata da un punto di vista ingegneristico e certamente la più originale. Il modulo della fotocamera è realizzato in Liquid Metal, una particolare lega di metallo con struttura non cristallina estremamente flessibile e al tempo stesso resistente. Il meccanismo che fa ruotare la fotocamera sull’asse orizzontale, poi, include un servomotore e più di una dozzina di ingranaggi, giunti, ingranaggi e altre minuscole componenti meccaniche. 

Con un mese di anticipo sul lancio dello ZenFone 6, durante una visita al quartier generale dell’azienda a Taipei, Taiwan, Asus ci ha offerto la possibilità di scoprire da vicino il lungo processo creativo che ha portato alla creazione del suo nuovo smartphone. A Taipei abbiamo avuto anche l’opportunità di intervistare Josh Yang, Product Manager del progetto ZenFone 6, e Pott Tai, designer industriale dell’Asus Design Center che ha lavorato allo sviluppo del nuovo smartphone. Con loro abbiamo parlato delle complessità del percorso di design dello smartphone, della sua Flip Camera, e dei trend di settore presenti e futuri.

Mr. Yang, come siete arrivati a decidere che la Flip Camera fosse la soluzione giusta al “problema del notch”?
Josh Yang: Abbiamo seguito inizialmente un percorso tradizionale, con molte interviste ai nostri clienti in mercati come Europa, Taiwan e India. Di solito ci sediamo a un tavolo con i consumatori e parliamo con loro, parte tutto così. Ovviamente avevamo già delle idee che ritenevamo valide e volevamo testarle prima con questi panel. Ci sono state anche molte discussioni interne e parecchio brainstorming con altri team all’interno dell’azienda. 

La paternità dell’idea della Flip Camera, o la decisione finale di implementarla, si può attribuire a qualcuno in particolare all’interno dell’azienda? 
Josh Yang: No, non c’è una singola persona a cui si possa ricondurre l’idea o la decisione di implementare una fotocamera ribaltabile sullo ZenFone 6. È stato un processo distribuito e collegiale. È questo il modo in cui di solito sviluppiamo i nostri prodotti all’interno di Asus. Penso anche che sia per questo che sentiamo questo telefono come un vero prodotto Asus, un prodotto che riflette in pieno il nostro DNA. 

Anche la complessità tecnica della Flip Camera è un aspetto che richiama certe scommesse ingegneristiche non banali di Asus in passato. 
Josh Yang:
Si è vero, ma il processo collegiale è stato un elemento caratterizzante. Il fatto che le persone all’interno dell’azienda si siano trovate in accordo su cosa sarebbe dovuto diventare questo prodotto. Una cosa che di per sé “fa molto Asus”. 

Mr. Pott Tai, lei è un designer industriale. Quanto è difficile farsi ascoltare all’interno di un’azienda piena di ingegneri?

Pott Tai: Asus è un’azienda con una forte tradizione ingegneristica, sì, ma i nostri ingegneri solitamente fanno del loro meglio per ascoltare il parere di noi designer e trovare un percorso comune di sviluppo. Il nostro Chairman Jonney Shih è lui per primo un ingegnere, ma da almeno una decina d’anni sta promuovendo la filosofia del design thinking nell’ambito di tutti i processi di sviluppo di nuovi prodotti. È un metodo molto valido, insieme all’iterazione e alla prototipazione, per rispondere alle necessità degli utenti e risolvere i punti critici della loro esperienza d’uso in maniera efficace. 

Secondo voi perché nessun altro produttore ha mai implementato una Flip Camera come quella di ZenFone 6 su uno smartphone prima d’ora?
Josh Yang: Perché è estremamente difficile da realizzare, a partire dalla scienza dei materiali che c’è dietro, fino al problema della produzione ad alti volumi, passando per la necessità di riprogettare completamente la disposizione dei componenti all’interno dello smartphone. Siamo riusciti a realizzarla grazie alla nostra esperienza con le schede madri dei laptop e perché abbiamo avviato lo sviluppo un bel po’ di tempo fa. Ad esempio: abbiamo dovuto riprogettare completamente l’intero wafer della scheda madre per far sì che entrasse nel dispositivo. Abbiamo usato una soluzione a due livelli che occupa metà dello spazio. Non è stato affatto facile.

C’è mai stato un momento, durante lo sviluppo del prodotto, in cui avete pensato: “ok, è troppo difficile, non si può fare”?

Josh Yang:
Beh, sì, tipo… ogni settimana? (ride) Abbiamo avuto così tanti problemi diversi che ho perso il conto. Ormai avevamo la fobia delle conference call… Ogni singola settimana, per sette mesi, c’è stato almeno un problema che pensavamo insormontabile. Eppure eccoci qui, col prodotto finito. Sembra impossibile!

Avete quindi pensato anche di cedere al compromesso del notch? Magari in una versione più piccola e meno invadente?
Pott Tai: No. È ormai chiaro da qualche anno che stiamo andando verso telefoni con uno schermo full-screen senza alcuna tacca, ma allo stesso tempo la fotocamera anteriore deve rimanere. Come ha potuto vedere prima sul tavolo dove vi abbiamo mostrato tutti i nostri prototipi dello ZenFone 6 scartati, abbiamo valutato molte opzioni anche noi. Eravamo già convinti di non volere un buco sul display, un notch a goccia o altri compromessi simili. È stato un problema difficile da risolvere, ma credo che ciò che siamo riusciti a ottenere con la Flip Camera sia davvero notevole: la fotocamera frontale è la fotocamera posteriore e viceversa. Abbiamo eliminato la barriera fisica fra “il davanti” e “il dietro” del dispositivo

Dal punto di vista del design, quali tendenze seguiranno gli smartphone nei prossimi anni? 

Josh Yang: Penso che sia un periodo interessante per il design degli smartphone, perché il problema dello schermo full-screen si può risolvere in molti modi differenti e creativi. Per me è chiaro che vedremo uno spostamento verso questo trend da parte di tutti i dispositivi di quasi tutti i produttori. 

Che ne pensate degli smartphone flessibili? I dispositivi con schermi che si piegano rappresentano il futuro della categoria? 
Josh Yang: Onestamente, penso che siamo ancora lontani dalla meta. I dispositivi che abbiamo visto finora sono decisamente troppo costosi per rappresentare una vera alternativa. Ma soprattutto non mi sembra che risolvano alcun problema reale per gli utenti, né alcuna criticità nell’uso degli smartphone. Li vedo semplicemente per ciò che sono: una trovata pubblicitaria. Sono solo due aziende che stanno flettendo i muscoli delle rispettive divisioni marketing per impressionare gli utenti l’una dell’altra.

L'intervista è stata corretta e accorciata per migliorarne brevità e chiarezza.

Brand:
Asus
Year:
2019

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