25 anni dopo tornano i Minima Amator: apparentemente uguali, con un'anima hi-tech

Questi piccoli diffusori da libreria ripropongono le line degli originali del 1992, con soluzioni innovative per la massima resa sonora.

Audio vintage non significa solo vinile. La storia dell'alta fedeltà coinvolge non solo i supporti (come il revival delle musicassette) ma anche i mezzi di riproduzione: anche gli speaker possono essere riportati indietro nel tempo, offrendo un design che strizza l'occhio al passato portando però avanti la tecnologia. Protagonista di questo Ritorno al futuro è Sonus Faber, azienda di Arcugnano, in provincia di Vicenza, che al Munich High End show 2019 ha lanciato Minima Amator II, un sistema di altoparlanti a due vie pensato per piccoli spazi come gli uffici di rappresentanza.

A livello estetico si guarda al passato con il cabinet in legno di noce massello che da una parte conferisce solidità al diffusore e dall'altra gli dona una certa eleganza. Alla base ecco poi una sottile lamina in ottone mentre il frontale è rivestito in pelle proprio come il retro su cui spicca la morsettiera in ottone. Vista la vocazione di Sonus Faber all'hi-end (ogni diffusore costa 4mila euro) i materiali non aggradano solo l'occhio ma sono pensati per accarezzare anche l'orecchio. Insieme infatti partecipano a convogliare a perfezione il suono, a riceverlo senza perdite, a diffonderlo nitidamente.

Ogni speaker è molto compatto, è un cosiddetto bookshelf, ovvero adatto ad essere posizionato all'interno di una scrivania, montato a muro o installato su un piedistallo. Se però fuori ci si guarda alle spalle, dentro ci si proietta nel futuro. Minima Amator II è frutto della trentennale ricerca dell'azienda e lo si vede soprattutto dai componenti.

All'interno di ognuno troviamo un tweeter da 28 mm che si occupa di riprodurre con precisione le alte frequenze: ha la cupola in seta, un accorgimento che evita il decadimento prematuro degli alti. Il midwoofer da 6 pollici invece ha il cono in polpa di cellulosa e fibre naturali su cestello in alluminio pressofuso che promettono di non far perdere dettagli. Da ultimo il crossover è basato sulla Paracross topology, topologia che garantisce un ottimo contrasto e attenua la sensibilità alle radio frequenze. Insomma, proprio una bella miscela di vecchio e nuovo.

 

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