Images from Kazakistan

In un paese proiettato verso il futuro e la modernità, ma ancora profondamente legato alle tradizioni, Gianfranco Gallucci fotografa le persone e i luoghi concentrandosi su questi contrasti. È il prologo di un progetto esteso a tutto il territorio kazako e al suo processo di modernizzazione, un viaggio di sei mesi ai quattro angoli del Paese.

Gianfranco Gallucci, Images from Kazakistan
“Viaggiando da Almaty alla città di Turkistan, il paesaggio è estremamente variabile, completamente diverso dai luoghi a cui sono abituato.

Continuo a guardare fuori dal finestrino della jeep che attraversa oceani lunari di terra brulla e deserta. Durante il viaggio, che durerà sedici ore circa, non ho la possibilità di fermarmi ogni volta che vorrei, ma in un’area di servizio lungo l’autostrada trovo alcuni viaggiatori del posto che scendono da un vecchio autobus sovietico, per sgranchirsi le gambe e bere qualcosa e scambio due chiacchiere con loro guardandomi intorno.

Sono diretto in una delle zone più antiche e remote del Kazakistan, ricca di siti archeologici, luoghi di culto e di pellegrinaggio.

Gianfranco Gallucci, Images from Kazakistan
Gianfranco Gallucci, Images from Kazakistan

Raggiungo le rovine di Otrar, un antico centro urbano di notevole importanza, attualmente interessato da uno scavo archeologico, in cui operai ed archeologi sono coinvolti nel lavoro di recupero di ciò che è stato sepolto dalla terra e dal tempo. Successivamente visito il mausoleo di Arystan Baba, un sito di pellegrinaggio, con fedeli provenienti da ogni parte dell’Asia Centrale; un luogo immerso in una terra arida e polverosa che si perde a vista d’occhio verso l’orizzonte, sulla cui linea si stagliano alcuni edifici: il vecchio mausoleo, la nuova moschea bianca e altri edifici adiacenti. Quando ormai sta calando la notte, la luce del tramonto ammanta di un rosso caldo e avvolgente il profilo delle tombe di un cimitero circostante. Il giorno seguente raggiungo il famoso luogo di culto, di grande attrazione turistica per il suo valore storico, culturale e spirituale, il Mausoleo di Khodja Akhmed Yassaui che con la sua massiccia presenza troneggia sul paesaggio circostante. Nei giardini dello stesso mausoleo i turisti scattano foto ricordo montando in sella a un cammello per pochi tenge, la moneta locale.

Lascio il sito del mausoleo alle mie spalle per passare al vecchio bazar della città di Turkistan, piena di gente, merci, profumi e colori locali. Nel tardo pomeriggio visito la stazione ferroviaria dallo stile vistosamente sovietico, dove sul primo binario trovo un gran numero di piccoli negozi che vendono bevande, cibo e souvenir ai viaggiatori.

Gianfranco Gallucci, Images from Kazakistan
Gianfranco Gallucci, Images from Kazakistan

Il giorno successivo lascio Turkistan per raggiungere un altro sito archeologico, Sauran, antica città distrutta circa mille anni fa. Le rovine, costituite ormai soltanto dalle mura fortificate, ancora ben visibili e immerse in una terra arida e polverosa, danno la sensazione di trovarsi nel mezzo di un vero e proprio deserto. Abbandonando per un po’ le steppe riprendo la strada asfaltata e torno verso la civiltà.

Sulla strada incrocio molte altre auto, per lo più vecchie Lada, mentre scorrono, nel lunotto posteriore, le immagini patriottiche del presidente del Kazakistan montate su stendardi lungo i bordi della strada. Dopo molte ore di viaggio, sono di nuovo ad Almaty, con il ricordo, stampato nella mente, di un luogo così lontano e diverso, fuori dal tempo. Un’impressione non solo mia, ma anche degli stessi abitanti di Almaty, abituati alla modernità di una città cosmopolita e proiettata a grandi passi verso il futuro in contrasto con i luoghi da me attraversati, ancora legati al passato e alle tradizioni storiche di questo Paese.”


Gianfranco Gallucci
(1981) è un fotografo documentarista indipendente, che vive a Roma. Lavora principalmente dedicandosi a progetti a lungo termine incentrati su tematiche di paesaggio, sociali e culturali, esplorando le relazioni presenti tra noi e i luoghi in cui viviamo. I suoi lavori sono stati pubblicati su riviste italiane e straniere come Taz Berliner Zeitung, Brand Eins, Mitbestimmung, Territorio, l’Espresso, National Geographic Italia, e altre; ed esposto in diverse istituzioni tra cui la Triennale di Milano e il Museo MACRO di Roma.

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