Open Fields

Il fotografo francese Guillaume Amat esplora il paesaggio del suo Paese con uno specchio, creando nuove prospettive e sfumando i confini tra realtà e finzione.

Iniziata nel 2013, l’idea centrale della serie Open Fields è la questione della rappresentazione del paesaggio francese e della sua cattura con uno specchio di 80x120 cm collocato in situ.

Lo specchio diventa strumento di ricostruzione del paesaggio con il fuoricampo di fronte ad esso e la creazione di una doppia lettura. Nella costruzione delle sue immagini, Guillaume Amat è interessato a creare una nuova prospettiva nel contesto dell’immagine, sfocando i confini tra realtà e finzione. La sovrapposizione degli scatti e la frammentazione degli spazi creano nuove percezioni, giocando con le prospettive e le inquadrature.

Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>
Guillaume Amat, <i>Open Fields</i>


Nato nel 1980 e residente a Parigi, Guillaume Amat si dedica a progetti a lungo termine che producono narrazioni fotografiche con l’obiettivo di adattare la fotocamera al soggetto e al modo di raccontare una storia utilizzando diversi tipi di macchine fotografiche, formati e superfici sensibili. Con le sue immagini costruisce storie a metà strada tra il documentario e la poesia. Nel 2007 entra a far parte della Millennium Images Ltd
(UK) e nel 2008 della Signatures-photographies agency (FR).