Vita da rudere: la fiera di Niemeyer a Tripoli

In compagnia del videoartista Knut Asdam che qui sta girando il suo nuovo lavoro, Pelin Tan ha fotografato il grande cantiere incompiuto di Oscar Niemeyer a Tripoli, abbandonato nel 1975 e da allora mai riaperto.

L'intera area della Rashid Karami International Fair di Tripoli si può definire un rudere contemporaneo. Un rudere che cerca di vivere la propria vita nell'epoca del rinvio dell'utopia. Secondo il filosofo Jalal Toufic, "Rudere: luogo infestato dagli esseri che lo abitano". [1]

La Fiera internazionale di Tripoli venne commissionata a Oscar Niemeyer nel 1963; ma questo magico monumento della modernità non trovò mai compimento: il cantiere fu infatti abbandonato nel 1975 a causa della guerra civile libanese. I 10.000 ettari con 15 edifici rimasero delle strutture edilizie di calcestruzzo incompiute fino ai nostri "labirintici" tempi.

Camminiamo, ci sdraiamo, ci arrampichiamo in cima agli edifici. Ogni pomeriggio, i bambini giocano a calcio nella non-rappresentazione del tempo infinito delle opere di Niemeyer, mentre noi cerchiamo di trovare un'immagine della nostra affascinante esperienza di questo spazio. La distanza tra il centro di Tripoli e questo spazio, che va disintegrandosi a sud della città, al confine di grandi blocchi di edilizia residenziale intensiva, è brevissima. Eppure, il modo di descrivere l'esperienza della carenza di empatia spaziale che proviamo di fronte a questa architettura non è misurabile.

Il cantiere della fiera (iniziato negli anni Sessanta) è stato bloccato nel 1975 allo scoppio della guerra civile in Libano e i lavori non sono mai ripresi
Il cantiere della fiera (iniziato negli anni Sessanta) è stato bloccato nel 1975 allo scoppio della guerra civile in Libano e i lavori non sono mai ripresi
Quando sono arrivata a Tripoli, che dista poche ore da Beirut, sono corsa a cercare Knut Asdam, un artista di Oslo con cui da anni collaboro scrivendo testi. Knut è arrivato in Libano da Oslo per fotografare questi luoghi e, dopo averne ottenuto il permesso, mi ha semplicemente chiesto di accompagnarlo. Seguire un artista per una settimana mentre fotografa queste architetture: i particolari, i luoghi, gli angoli dell'area della fiera… significa qualcosa di più che capire il modo in cui un'immagine può diventare un fallimento dal punto di vista dell'empatia. È piuttosto seguire i passi dell'artista che lotta concretamente per venire a capo della sensazione soprannaturale – per così dire – di un monumento modernista abbandonato che produce sensazioni di tristezza, di solitudine, di romanticismo, di curiosità, ma anche di libertà in uno 'spazio' totalmente distaccato dalla dimensione spaziale e dal suo contesto urbano. Come può un artista catturarne l'immagine visiva senza avvertire il peso dell'esotismo di un 'oggetto' architettonico modernista?
La troupe dell'artista norvegese Knut Asdam al lavoro nel cantiere incompiuto della Fiera di Niemeyer a Tripoli
La troupe dell'artista norvegese Knut Asdam al lavoro nel cantiere incompiuto della Fiera di Niemeyer a Tripoli
Conservazione, intervento, abuso, cambio di destinazione: tutte queste azioni esercitate sull'architettura mi spingono a capire il rapporto tra soggettività e spazio nel rinvio dell'utopia (cui si è frapposto l'ostacolo della guerra civile libanese degli anni Settanta). Il lavoro di Asdam su questo luogo riguarda lo spostamento dei rapporti tra gli individui. Il racconto dello spazio e delle soggettività che cercano di amplificare la sensazione soprannaturale dell'area della fiera. Una specie di rapporto mancato con lo spazio. Una carenza intenzionale di empatia spaziale. Toufic proseguirebbe così nella descrizione dei ruderi dell'amnesia post-traumatica: "La distruzione fisica di parecchi edifici danneggiati per costruirne altri al loro posto è sacrilega non perché li elimini in quanto ruderi. Un rudere non si può eliminare intenzionalmente perché fin quando non viene ricostruito o demolito e sostituito da un nuovo edificio, rimane ancora un rudere, ovvero contiene uno spazio/tempo labirintico, il che si svela per lo meno per illuminazioni istantanee. La sua distruzione è un sacrilegio per la brutale incoscienza della differenza spazio-temporale insita nel rudere che tradisce. Mostra lo stesso spazio/tempo che il rudere contiene. Mostra la stessa brutalità che si rivelava durante la guerra". [2] Pelin Tan
Il sito di 10.000 ettari comprende 15 edifici di Oscar Niemeyer
Il sito di 10.000 ettari comprende 15 edifici di Oscar Niemeyer
Note:
1. Jalal Toufic, Ruins, in Thinking: The Ruin, a cura di Matthew Gumpert e Jalal Toufic, Istanbul Studies Center, Kadir Has University, Rezan Has Museum, 2010, p. 36.
2. Ibid., p. 37.
La troupe dell'artista norvegese Knut Asdam al lavoro nel cantiere incompiuto della Fiera di Niemeyer a Tripoli
La troupe dell'artista norvegese Knut Asdam al lavoro nel cantiere incompiuto della Fiera di Niemeyer a Tripoli
Dal 2006, la fiera è entrata a fare parte della lista Unesco che comprende i siti più a rischio del pianeta, in risposta a un progetto del governo di demolire la fiera per realizzare sull'area un parco a tema
Dal 2006, la fiera è entrata a fare parte della lista Unesco che comprende i siti più a rischio del pianeta, in risposta a un progetto del governo di demolire la fiera per realizzare sull'area un parco a tema
La Rashid Karami International Fair di Tripoli progettata da Oscar Niemeyer
La Rashid Karami International Fair di Tripoli progettata da Oscar Niemeyer
La Rashid Karami International Fair di Tripoli progettata da Oscar Niemeyer
La Rashid Karami International Fair di Tripoli progettata da Oscar Niemeyer
La Rashid Karami International Fair di Tripoli progettata da Oscar Niemeyer
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