“Un superpotere? No grazie, troppo complicato”. Non sta al gioco Mauro Vandini, amministratore delegato di Marazzi, l’azienda ceramica fondata da Filippo Marazzi a Sassuolo nel 1935. La sua giornata, anzi, si svolge in modo piuttosto regolare: “Lettura dei giornali, poi tante riunioni e incontri con i miei collaboratori, i collaboratori dei miei collaboratori, i clienti, e telefonate con gli Stati Uniti e le consociate estere. Vado volentieri a fare un giro in fabbrica o in laboratorio, ma capita meno spesso di quanto vorrei”. Sicuramente meno di quando iniziò a lavorare in azienda nel 1983, pensando di diventare direttore tecnico e, invece, cominciò a occuparsi di tutto – dal controllo di gestione agli acquisti – tranne che di tecnica.
Trentasei anni e tre generazioni dopo, Marazzi è un grande gruppo internazionale. L’acquisizione, nel 2012 da parte di Mohawk Industries, ha permesso di allargare ulteriormente il raggio d’azione e di accedere a investimenti importanti, che difficilmente un’azienda familiare può permettersi. “I prodotti ceramici più innovativi li facciamo in Italia, dove ci sono le migliori competenze e le tecnologie più all’avanguardia”, prosegue. “L’internazionalizzazione è però necessaria e il nostro posizionamento è il migliore per sostenere i rischi di un mercato sempre più competitivo, dove le tecnologie digitali hanno contribuito ad alzare il livello dei prodotti in generale e dove le regole non sono uguali per tutti nemmeno in Europa.
Per Marazzi è così dal 1980, da quando si sono aperti gli stabilimenti in Spagna e negli Stati Uniti”. La tecnologia, invece, è sempre stata nel DNA dell’azienda. Da quando, negli anni Settanta, Pietro Marazzi inventò la monocottura, la tecnica che ha rivoluzionato il settore della ceramica industriale, portando la produzione di una piastrella da 24/48 ore a un’ora, e che ha letteralmente ‘inventato’ il distretto emiliano. “Il distretto ha sempre funzionato per contagio e collaborazione e per uno spirito competitivo molto forte, tra vicini di casa impegnati a fare sempre meglio l’uno dell’altro”, racconta Vandini “Credo che sia stata la ricetta vincente e la sola che potrà davvero funzionare anche in futuro: unire le competenze e le capacità per restare un passo avanti ai concorrenti internazionali”.
Mauro Vandini Nato a Bastiglia (Modena) nel 1957, Mauro Vandini si laurea in Ingegneria elettronica a Bologna. Comincia a lavorare in Marazzi nel 1983, ricoprendo numerosi incarichi: Direttore tecnico, Direttore generale delle operazioni internazionali, Presidente di Marazzi USA e COO di Marazzi Group. Dal 2013, a seguito dell’acquisizione da parte di Mohawk Industries, è amministratore delegato del gruppo.