Un viaggio nella calligrafia nel XXI secolo, attraverso l'Alcantara

L'antica arte cinese come tramite tra il passato e la contemporaneità: Dagmar Carnevale Lavezzoli e Katie Hill raccontano l’idea centrale della mostra da loro curata a Palazzo Reale, a Milano.
 

Allestita a Palazzo Reale, nell’Appartamento dei Principi, e visitabile fino all’11 ottobre, la mostra “Out of the Blue. Viaggio nella Calligrafia attraverso Alcantara” presenta il lavoro di sei artisti cinesi – Qin Feng, Qu Lei Lei, Sun Xun, Mao Lizi, Zhang Chun Hong, Wang Huangsheng – e analizza il ruolo della calligrafia – una delle più venerate forme d’arte della cultura cinese – nel XXI secolo. La mostra approfondisce come, nell’èra digitale della riproduzione tecnologica, questa pratica tradizionale possa ancora essere un legame tra un passato antico e una ricerca filosofica contemporanea. Le opere si prestano a interpretazioni trasversali: fondono classico e contemporaneo, elementi pittorici e tratti digitali. La mostra comprende una varietà di forme artistiche che, per quanto suscitate dalla stessa ispirazione, prendono poi vita in manifestazioni distinte e uniche, che sfidano il modo canonico di intendere la calligrafia, riflettendo elementi che appartengono tanto alla memoria individuale quanto a quella collettiva.  

Qu Lei Lei crea un’immersiva foresta di ideogrammi in cui lo spettatore può inoltrarsi.

Che cosa significa il titolo Out of the Blue e che legami ha con i contenuti della mostra?
Out of the Blue allude a qualcosa che si verifica all’improvviso, in modo per così dire inaspettato. La calligrafia è il frutto di un’introspezione profonda dell’artista e di una pratica lunga e meticolosa, una pratica che prima resta in silenzio per lungo tempo, poi improvvisamente (out of the blue) emette energia tramite gesti spontanei e immediati. Ha a che fare con aspetti temporali e spaziali profondamente insiti nella pratica della calligrafia cinese e nella tradizione della pittura a inchiostro. Concettualmente la parola blue (“azzurro”) evoca vasti spazi vuoti e quindi l’espressione suggerisce l’idea del colore del cielo e del mare, ma anche quella dell’universo.
La mostra offre anche una rassegna eterogenea di forme d’arte, che in qualche modo sfida la prospettiva tradizionale in cui la calligrafia cinese viene considerata. Provoca una sensazione di sorpresa nello spettatore che, ‘all’improvviso’, viene coinvolto in un'inedita e innovativa percezione di questo linguaggio artistico.

 
Zhang Chun Hong crea un’ibridazione che coniuga sapientemente elementi umani con elementi della natura. Avvalendosi del suo leitmotiv di capelli fluenti dipinti finemente in ciocche sottili l’artista crea un’opera scultorea in cui lo spettatore può entrare.

Perché avete scelto questi sei artisti?
Volevamo offrire una nuova prospettiva della calligrafia cinese di oggi e perciò abbiamo cercato di includere artisti di formazione differente, che vivono in paesi differenti e appartengono a differenti generazioni. Ne è risultata al selezione di questi sei artisti, tutti di fama internazionale, ciascuno dei quali dotato di una prospettiva distinta e unica nella reinterpretazione contemporanea della calligrafia, arrivando così a espressioni artistiche stimolanti e, se vogliamo, sorprendenti.

Qin Feng nella sua installazione che evoca un antico peristilio, è un tutt’uno con il segno, profondità e superficie dell’esistere coincidono.

Quali sono gli aspetti principali del fare arte di ciascuno dei sei artisti selezionati?
Gli artisti selezionati integrano elementi pittorici nei linguaggi digitali. Lavorano soprattutto con il pennello e con l’inchiostro come componenti chiave della loro prassi artistica. È un linguaggio di straordinaria duttilità che in Cina risale a più di mille anni fa, e permette agli artisti di realizzare qualunque cosa, dai tratti fini di un testo calligrafico rigidamente controllato alle macchie di pittura profondamente espressive e astratte. Inoltre può spaziare dal nero più profondo al più pallido lavis, il che apre a una gamma immensa di soluzioni espressive. In Cina di recente c’è stato un grande recupero di questo linguaggio e, con questa mostra, vogliamo far sì che questi artisti mettano in luce la gamma creativa disponibile nella fusione di calligrafia, pittura e forme tridimensionali, spesso con l’integrazione di elementi digitali. La foresta di testi su rotoli appesi di Qu Lei Lei, le macchie di vividi colori su fondo bianco e immagini in movimento di Mao Lizi, gli imponenti, poetici dipinti calligrafici di Wang Huangsheng collegati alle sue proiezioni digitali, le ampie cascate di Zhang Chun Hong realizzate con tratti meticolosi, i caratteri astratti di Qin Feng si accumulano in colonne e le morbide pennellate di Sun Xun evocano misteriosi paesaggi riecheggiati dalle sue animazioni simboliche.

Quali sono la principali caratteristiche di Alcantara che gli artisti sono stati in grado di apprezzare lavorando ai progetti per la mostra?
L’incredibile gamma dei tessuti prodotti da Alcantara ha aperto agli artisti un vasto ventaglio di potenzialità nella creazione di queste particolari opere site-specific. Hanno apprezzato molto il modo in cui il materiale può fare da supporto alla pittura, essere manipolato in forme tridimensionali e fare da veicolo per l’analisi delle idee visive e concettuali nella realizzazione delle opere. Si sono anche profondamente interessati all’identità di Alcantara come azienda che sostiene l’evoluzione dell’arte e della cultura, come centro di ricerca e di sperimentazione d’arte che promuove le nuove tecnologie e l’innovazione.

L'opera di Mao Lizi rivela un’apparente spontaneità del gesto pittorico in cui l’energia viene sprigionata durante l’attivazione della tensione tra libertà e controllo.

In sintesi, com’è la scena dell’arte contemporanea in Asia? Che cosa succede in Asia oggi?
La scena dell’Asia contemporanea è molto interessante. È rapida per espansione ed elaborazione, con musei, fiere d’arte, biennali e un gran numero di artisti molto attivi, dinamici che animano la scena. Presenta anche incredibili differenze tra Asia orientale, meridionale e sudorientale. Una delle cose interessanti che stanno accadendo è la fusione dei materiali tradizionali con le forme contemporanee, e anche l’affermazione innovativa della tecnologia. In Asia fioriscono le comunità di artisti e nelle maggiori città sono sorti negli ultimi vent’anni numerosi quartieri dell’arte. A questa evoluzione si aggiungono gallerie, musei, caffè e così via; per cui la scena è in evoluzione continua.

Nei grandi paraventi di Mao Lizi spruzzi di colori spiccano su pannelli, generando un forte ritmo visuale dalla forma a zig-zag. La storia per la filosofia Taoista non procede in modo lineare, non è un vettore, bensì si sviluppa secondo il concetto di sincronicità.

Come lavorano gli artisti in Asia?
In Asia gli artisti tendono a essere molto agili, data la continua evoluzione del contesto e i rischi della rapidità dell’urbanizzazione e dell’edilizia. Spesso lavorano in modo collettivo, in studi comunitari, e sono molti efficaci nell’innescare progetti dalla base sociale. Il loro uso dei materiali spesso è incredibilmente creativo e di ampio respiro.

Quali sono le prospettive di crescita per l’arte contemporanea asiatica nel mercato occidentale?
Pensiamo che ci siano buone prospettive di crescita, perché l’arte contemporanea in Asia sta iniziando a diventare una categoria appetibile nel mercato delle aste, con importanti artisti del XX secolo come Zhao Wuji (Zao Wou-ki) e San Yu, che negli anni recenti hanno spuntato prezzi molto alti. In Occidente la conoscenza dellarte asiatica è in graduale crescita e, grazie a tentativi coordinati come questa mostra, c’è una consapevolezza crescente della sua importanza come categoria mondiale profondamente significativa e vitale.

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