Tav: la stazione di Kengo Kuma a Susa rischia di saltare?

A Susa il progetto di una nuova stazione dei treni si integra con l’ambiente offrendo un nuovo spazio pubblico. Potrebbe saltare se si deciderà di non proseguire con i lavori sulla linea dell’alta velocità tra Torino e Lione.

Stazione di Susa di Kengo Kuma

Uno dei punti di disaccordo tra le due principali forze politiche al governo in Italia, ovvero Matteo Salvini (Ministro dell’Interno) della Lega Nord e Luigi Di Maio (Ministro del lavoro) del Movimento 5 stelle, è il completamento della TAV, la linea ferroviaria per l’alta velocità che collegherebbe Torino con Lione. Progetto cominciato 30 anni fa, tra critiche e movimenti politici contrari alla costruzione della linea (i “No Tav”).  Non si tratta solamente di una discussione politica: i lavori procedono forti di un accordo internazionale tra Francia e Italia che non si può risolvere se non dietro il pagamento di una penale da parte dell’Italia.
Un possibile compromesso però a cui si pensa, per risparmiare e accontentare il Movimento 5 Stelle e il movimento No Tav, è quello di fare saltare la costruzione della nuova stazione a Susa, progettata da Kengo Kuma, che ha vinto un concorso internazionale nel 2012. La stazione è da tempo molto criticata per i costi ma è necessaria per la nuova linea. Se non fosse portata a termine i risparmi non sarebbero molti (rispetto al costo del tunnel da Torino a Orbassano, 1,5 miliardi di euro, e dell’intera opera, 2 miliardi) ma hanno un valore simbolico, che va dai 48,5 agli 80 milioni di euro (i dati reperibili sono variabili). L’opera globale per buona parte finanziata dall’Unione Europea (il 41%), dovrebbe essere completata tra il 2027 e il 2030.

IL PROGETTO DELLA STAZIONE

L’edificio così come descritto da Kengo Kuma ha come obiettivo di trasformare la stazione in uno spazio pubblico, come connessione pedonale tra strutture varie già presenti, spazi e parchi lungo il fiume. Ha uno sviluppo a spirale, con una rampa che si apre su un balcone panoramico con una visione a 360 gradi sulla bellezza del paesaggio alpino. Il design richiama le montagne circostanti, la stazione ha l’intenzione di legarsi e fondersi con i dintorni, non occupa ulteriori porzioni di suolo. Non c’è una facciata principale. Le numerose scaglie metalliche dell’edificio stabiliscono un dialogo materico con l’architettura tradizionale del tetto in lastre di pietra locale. Al piano superiore della stazione sono previste una sala polifunzionale e un museo regionale. Sono state inserite tecnologie per utilizzare al meglio la luce naturale e per risparmiare energia.

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