Utilizzando il tavolo da disegno come simbolico punto di partenza per una serie di mostre dedicate all'architettura – partite questa primavera con una retrospettiva sul lavoro di Mario Cucinella – il Museo Novecento di Firenze presenta, fino al 6 settembre, “Paradigma. Il tavolo dell’architetto Gianluca Peluffo & Partners”, una ricca panoramica su tre progetti realizzati o in corso di realizzazione in Egitto dallo studio ligure.

Curato da Laura Andreini, in questo secondo appuntamento, il percorso espositivo si snoda tra fotografie di Ernesta Caviola, un’installazione dell'artista Adriano Bocca e una serie di disegni e modelli, tra cui una grande miniatura in terracotta firmata dal ceramista Danilo Trogu che rappresenta la moschea di Sokhna, una piccola città sulla sponda occidentale del Mar Rosso, nel Golfo di Suez. La moschea – che è ancora in fase di costruzione – è stata progettata con una chiara enfasi su colori e luce: sormontata da lucernari in cemento prefabbricato di diverse dimensioni chiusi da vetri policromi, la struttura è arricchita anche da una tradizionale claustra forata.

“Paradigma. Il tavolo dell’architetto Gianluca Peluffo & Partners” presenta inoltre una serie di documenti riguardanti il progetto de “Il Monte Galala”, una nuova città in fase di sviluppo dal 2015, vicino a Sokhna. Premiata con il Dubai Cityscape Award 2016 per il migliore masterplan del Medio Oriente, “Il Monte Galala” si dovrebbe estendere su una superficie di circa 2.200.000 m2. Adagiandosi sul paesaggio collinare di un’area semi desertica lungo la costa, il progetto sarà caratterizzato da un porto turistico, un polo residenziale e zone ricettive. “L’importanza dell’intervento, oltre alla sua dimensione, sta nel posizionamento della nuova città all’interno del sistema di sviluppo amministrativo, industriale ed infrastrutturale che l’Egitto sta avviando nell’ultimo anno; è infatti in previsione della Nuova Capitale a metà distanza nel tratto tra il Cairo ed il Mar Rosso”, spiegano gli architetti.

Come afferma Gianluca Peluffo, “i tre progetti vogliono esprimere, nel loro realizzarsi e rappresentarsi, a differenti scale nell’ambito urbanistico, architettonico e monumentale la modalità progettuale di uno studio italiano che, sulla base di una solida coscienza di appartenenza culturale, si propone come interlocutore creativo nella definizione di uno ‘Stra-Linguaggio genealogico’ inventato nello specifico della condizione sociale e del luogo, ma sempre all’interno del cosiddetto ‘Dovere della Contemporaneità’ ”.