Folder ha realizzato una serie di mappe sperimentali, che esaminano l’infrastruttura dietro la cartografia contemporanea. Una volta queste indagini e rappresentazioni erano legate a una attività fisica sul territorio, spesso realizzata attraverso un’azione coordinata tra stato e militari. Oggi sono invece il risultato dell’osservazione a distanza del territorio, eseguita da una vasta gamma di sensori orbitanti.
Uncharted
In mostra alla Oslo Architecture Triennale 2016, Folder ha realizzato una serie di mappe sperimentali, che esaminano l’infrastruttura dietro la cartografia contemporanea.
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- 10 ottobre 2016
- Oslo
La facilità di comunicazione globale e la possibilità di calcolare con i nostri smartphone i percorsi tramite il GPS sono forse il risultato più evidente e immediato. Superando la retorica di un mondo senza confini, gli apparati di telerilevamento sono fatti da oggetti, attrezzature e dati gestiti ancora da stati nazionali e grandi aziende private.
L’installazione indaga la produzione della cartografia digitale in tre fasi: rilevamento, lavorazione, rendering. Osservando immagini satellitari, materiali d’archivio, interviste, verbali, trattati, e fallimenti tecnologici, Uncharted è una ricerca sulla rappresentazione del globo contemporaneo e dei meccanismi con cui questa viene prodotta.
fino al 27 novembre 2016
Folder: Uncharted – Footnotes to the Atlas
Ricerca e design a cura di Folder (Marco Ferrari, Elisa Pasqual, Alessandro Busi, Pietro Leoni, Francesca Lucchitta, Giovanni Pignoni, Mariasilvia Poltronieri)
Allestimento di Folder and Gisto (Alessandro Mason)
Un ringraziamento speciale a Giovanni De Francesco
Oslo Architecture Triennale 2016