Eleonora Fiorani

I colori? Sono i nuovi “materiali” con cui organizziamo spazi e ambienti. Lo spiega l’antropologa, che il 6 ottobre sarà ospite di “Domus on Fields”. #florim4architects

Eleonora Fiorani
Epistemiologa e saggista, Eleonora Fiorani si occupa delle nuove scienze della complessità, di antropologia, comunicazione e di nuove tecnologie. Insegna Antropologia al Politecnico di Milano e Semiotica all’Istituto Europeo di Design e alla Nuova Accademia di Belle Arti. È la curatrice del settore moda della Triennale. “Il colore non è applicato, ma diventa parte integrante del progetto”, ci ha spiegato. “Sono i colori la nuova materia o i nuovi materiali con cui organizziamo spazi e ambienti, che magari fluttuano e variano con l’intensità della luce o il succedersi delle stagioni”.

Sopra: Estratto video da Vinush. Presentazione portfolio, opere grafiche di Marvina Shehu, video editing Diego Rizzo, musica Ryoji Ikeda.

Domusweb: Cosa vuole dire “progettare col colore”?

Eleonora Fiorani: Anche per il colore si è passati dal linguaggio razionale e funzionale del moderno a quello emozionale postmoderno, scorporando il colore – o anche il suono o l’odore – dall’oggetto e dalla materia per dargli una sua valenza di significazione autonoma e specifica della realtà. Così nel postmoderno da pertinenza propria di un materiale, elemento della sua riconoscibilità, il colore si stacca dal corpo delle cose per animare le superfici. Acquisisce una potenzialità di significato nuova, un’autonoma natura linguistica che si sovrappone al linguaggio della forma e come questa è progettabile in proprio. Il colore non è applicato, ma diventa parte integrante del progetto. Diviene cangiante, riverberante, diventa un modulatore della luce in sintonia con il soggetto. Sono i colori la “nuova materia” o i nuovi “materiali” con cui organizziamo spazi e ambienti, che magari fluttuano e variano con l’intensità della luce o il succedersi delle stagioni. E ci fanno entrare in altre dimensioni, mutando il nostro modo di abitare e l’idea di “ambiente” e di “spazio”. Il mutamento della grammatica dei colori non indica solo mutamenti del gusto, ma diversi modi d’essere, di percepire se stessi, il proprio corpo, il proprio ambiente, e di strutturare i rapporti con le cose e con i luoghi. I colori configurano e mettono in scena i diversi universi esistenziali in cui si dipana la nostra vita. “Il colore, essendo esso stesso magico, non può essere usato che magicamente”, diceva Gauguin.

Domusweb: Lei insegna Antropologia al Politecnico di Milano. Ci spiega in che modo questa materia può essere utile nella formazione e nella pratica di un architetto?

Eleonora Fiorani: L’apporto che l’antropologia può dare all’architettura e al design non è solo di far agire lo sguardo antropologico per leggere la relazione uomo-architettura, uomo-oggetti, uomo-materiali, uomo-tecnologie, o di attivare ricognizioni etnografiche a monte del progetto, ma è anche quello di “guardarlo da lontano”, mentre si sta all’interno. E di pensare la dimensione antropologica dell’architettura e del design nel loro operare o porsi quale traduzione, selezione, impollinazione, dimensione, sensibilità, immaginario umano, delle scienze e delle tecnologie in forme dell’abitare, lavorare, far comunità, e di farne architetture, oggetti, reti, interfacce, servizi. Sapendo che le forme sono ciò che da forma, quindi il modo d’essere di una determinata civiltà, cultura, epoca.

Domusweb: Fino a che punto è possibile progettare le cosiddette qualità “soft”, sensazioni tattili, colori e trasparenza, che determinano il modo in cui le persone percepiscono gli oggetti? Come mantenere il giusto equilibrio tra tecnologia e dimensione culturale, sensoriale e comunicativa degli oggetti?

Eleonora Fiorani: La caratterizzazione espressiva e sensoriale dei materiali e degli oggetti, ovvero la progettazione delle cosiddette qualità “soft”, come le sensazioni tattili, i colori, la trasparenza sono veicolate sopratutto dalla superficie che rappresenta l’interfaccia tra oggetto e utente. Queste qualità permettono di rimpadronirsi della dimensione culturale, sensoriale e comunicativa degli oggetti. Per questo, le ricerche sull’espressività dei materiali riscuotono oggi grande interesse, per la rinnovata considerazione degli aspetti comunicativi di un prodotto. Per questo l’attenzione progettuale è oggi rivolta a quelle funzioni e prestazioni che il sistema superficie può offrire, dalle più ovvie e tradizionali di qualità protettive, estetiche e sensoriali alle prestazioni che trasformano la superficie in un mezzo di comunicazione statico o dinamico. E, quindi, è rivolta a progettare la pelle degli oggetti.


6 ottobre 2016, ore 18.30
Colors & Textures Innovations
con Eleonora Fiorani, Paolo Brambilla (Studio Calvi Brambilla) e Manuela Bonaiti (Baolab)
modera Donatella Bollani
La partecipazione all’incontro è gratuita con prenotazione obbligatoria qui
 e per gli architetti prevede il riconoscimento di 1 CFP
Florim flagship store
Foro Buonaparte, 14 Milano

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