Touch That Taste!

Il progetto di Martyna Barbara Golik Touch That Taste! è un tentativo di tradurre l’odore e il gusto del cibo in un’esperienza tattile e visiva attraverso una collezione di oggetti in tessuto.

Martyna Barbara Golik, Touch That Taste!
Il progetto Touch That Taste! nasce dall’idea di Martyna Barbara Golik di combinare due mondi: tessuti e cibo.
In particolare, il cibo è stato classificato nei cinque sapori fondamentali – umami, dolce, salato, amaro e aspro – per progettare una collezione di cinque oggetti tessili da interni, ciascuno traduzione di un gusto.
Martyna Barbara Golik, Touch That Taste!
Martyna Barbara Golik, Touch That Taste! Bitter slippers

Per ottenere dati su cui lavorare, un gruppo di 10 persone ha partecipato a un esperimento sinestetico nel quale ognuno doveva mangiare e odorare i campioni dei cinque gusti e cercare di tradurre queste esperienze in vista e tatto.

Gli esiti dell’esperimento sono stati utilizzati per la sperimentazione con materiali e tecniche, creando vari campioni tessili per dare forma alla collezione finale. Questa si concentra sulla combinazione di materiali e tecniche diverse, con funzioni e forme legate ai risultati dell’esperimento.

La collezione è composta dal tappeto Umami che, pensato per esplorare le sue diverse strutture e tessiture a piedi nudi, combina feltro tecnico, filati di lana trapuntata e parti in gomma; dal pouf Sweet, che si abbassa lentamente dando la sensazione di affondare al suo interno, fatto di gomma piuma con rivestimento trapuntato.

La coperta o copriseduta Sour prende vita con il movimento, incoraggiando a interagire con essa, e combina tessuto di lana e gomma liquida. Il divisorio Salty invita l’utente a cambiare, aggiungere e rimuovere i diversi strati adattandosi ai diversi spazi; unisce tessuti in lana e poliestere tessuti. Le scarpe Bitter sono morbide e pesanti, il che rende difficile camminare. Fatte di schiuma e feltro, pesano 2 kg ciascuna.

La collezione racconta come l’astratto può essere trasformato in tangibile, come l’esperienza con il cibo può essere tradotta in una collezione funzionale che si concentra sull’interazione con gli oggetti e sulla creazione di relazione con essi.

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