Shit and Die

Per l’edizione 2014 di One Torino Maurizio Cattelan, affiancato da Myriam Ben Salah e Marta Papini, ha condotto un lavoro di “speleologia” della città, delle sue storie e delle sue curiosità.

Shit and Die
Artissima presenta per l’edizione 2014 di One Torino un’esposizione unica e trasversale.
A partire dall’esperienza dello scorso anno che aveva proposto un progetto di “museo diffuso” in città, con 5 mostre e il coinvolgimento di istituzioni d’eccellenza del contemporaneo, nel 2014 la rassegna One Torino si reinventa, proponendo un solo progetto inedito nella suggestiva cornice di Palazzo Cavour: una mostra in grado di cogliere in modo sperimentale anche il ruolo culturale, e non solo commerciale, di una fiera come Artissima.
Shit and Die
In apertura: Rachel De Joode, The Residue of those Celestial Objects bound to our Sun by Gravity (Venus), 2013. C-Print, 75 x 92 cm. Courtesy Neumeister Bar-Am (dettaglio). Sopra: “Shit and Die”, vista dell'allestimento
Nasce proprio dalla volontà della Fiera di mettersi in gioco l’invito della direttrice Sarah Cosulich a un curatore-non-curatore, un artista in pensione, un curioso che sa scoprire e far scoprire, Maurizio Cattelan, affiancato da due giovani curatrici, Myriam Ben Salah e Marta Papini: il trio ha accettato la sfida e iniziato un lavoro di “speleologia” della città, delle sue storie e delle sue curiosità.
La mostra, infatti, è il risultato di un percorso di cui Torino è la principale fonte di ispirazione: un progetto pensato appositamente dai tre curatori per quella che fu la residenza del Conte Cavour e radicato nel patrimonio culturale, storico e artistico della città, ma anche nella sua contemporaneità e nel suo immaginario collettivo.
Riunendo le misteriose memorie e i curiosi fantasmi di Torino, il progetto di Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini non sarà semplicemente una mostra ma un percorso ricco di domande e storie, stimolate dall’intreccio tra le opere, lo spazio e la città.
Shit and die
Michele De Lucchi, Edifici vuoti, pero, 2014. Courtesy: Antonia Jannone. Disegni di Architettura, Corso Garibaldi 125, 20121 Milano. Ph. Michele De Lucchi
“Shit and Die” prende a prestito il proprio titolo dall’opera di Bruce Nauman One Hundred Live and Die del 1984: brevi slogan scritti al neon sintetizzano gli elementi essenziali che accomunano gli esseri viventi attraverso lo spazio e il tempo, suggerendo una visione della condizione umana in generale. Appunto il corpo, il lavoro, i vizi, la morte.
La mostra si articola in un percorso diviso in sette sezioni, ognuna delle quali ha come punto di partenza un oggetto specifico, un luogo, una suggestione incontrata nelle collezioni della città: gli oggetti che costellano le stanze di Palazzo Cavour sono presi in prestito dalle collezioni meno convenzionali e dalle istituzioni affermate della città e del territorio, dall’unità residenziale Olivetti a Ivrea al Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso, dal Museo di Anatomia Umana Luigi Rolando a Casa Mollino, dal Museo del Risorgimento ai prestiti della Collezione La Gaia, della GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, della Fondazione MUSEION/Collezione Enea Righi, della Fondazione Ettore Fico e della Fondazione Aldo Mondino.
Shit and die
Roni Horn, Puff (2), 2002. 3 foto in c-print , 83,8 × 83,8 cm (ciascuna). Courtesy Raffaella Cortese Gallery, Milan
Questi oggetti riportano alla luce momenti a volte dimenticati della storia di Torino e ne sottolineano feticci e segreti, ma la loro forza sta nell’interazione con le opere contemporanee, in alcuni casi produzioni site specific realizzate per la mostra. “Shit and Die” è concepita appunto come una composizione soggettiva, ossessiva e arbitrariamente non esaustiva, in cui protagonista rimane il visitatore.
“Shit and Die” prende le mosse da un luogo centrale nella storia di Torino come Palazzo Cavour, per proseguire il tragitto attraverso temi universali, dalle simbologie legate alla morte e alla sensualità, dai paradossi del potere all’idea di utopia, a quella di vanitas e memento mori. La città diventa un’opportunità per soffermarsi su personalità, luoghi e aneddoti affascinanti: da Porta Palazzo all’opera di Aldo Mondino, dagli arredi di Talponia al soggiorno torinese di Nietzsche; dalla figura di Carlo Mollino a quella della Contessa di Castiglione; da simboli importanti come l’automobile e la fabbrica; dalla ricchezza storica di
Camillo Benso Conte di Cavour – invisibile ma presente padrone di casa – ai protagonisti contemporanei della città.
Shit and DIe
Maria Kriara. Untitled, 2014. Matita su carta, 10 x 120 cm. Courtesy of the artist and CAN Christina Androulidaki gallery
Sono più di 50 gli artisti presentati in mostra, tra nomi affermati e giovani emergenti della scena artistica internazionale. Tra gli altri: Lutz Bacher, Davide Balula, Lynda Benglis, Guy Ben Ner, Vittorio Brodmann, Valerio Carrubba, Martin Creed, George Condo, Enzo Cucchi, Eric Doeringer, Valie Export, Stelios Faitakis, Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola, Tim Gardner, Rokni e Ramin Haerizadeh, Petrit Halilaj, Jonathan Horowitz, Dorothy Iannone, Ewa Juszkiewicz, Myriam Laplante, Natalia LL, Sarah Lucas, Tala Madani, Pascale Marthine Tayou, Carlo Mollino, Aldo Mondino, Nicolas Party, Yan Pei Ming, Florian Pugnaire and David Raffini, Carol Rama, Jim Shaw, Dasha Shishkin, Roman Signer, Alexandre Singh, Sylvia Sleigh, Ida Tursic and Wilfried Mille, Andra Ursuta, Iris Van Dongen, Maurizio Vetrugno, Francesco Vezzoli, Julius von Bismarck, Alexandra Waliszewskla, Jakub Ziolkowski.
Shit and die
A sinistra: Ahmed Mater, Talisman Illumination I, 2008. Lamina d'oro, tè, melograno, inchiostro cinese Dupont e stampa offset X-Ray su carta, 155 x 105 cm. A destra: Darren Harvey-Regan, More or Less Obvious Forms, 2012. C-type print, 54 x 61 cm. Courtesy of Copperfield Gallery
Come ideale prosecuzione della mostra all’esterno di Palazzo Cavour, il team curatoriale ha chiamato l’artista Yuri Ancarani a realizzare un documentario in collaborazione con il Museo Casa Mollino. Il film indaga la figura dell’eclettico architetto e designer torinese, immergendosi nella leggendario lato occulto di Torino.
La mostra sarà corredata da una pubblicazione, edita da Damiani, che non si limita a commentare il percorso espositivo, bensì lo estende come una stanza mancante del palazzo, arricchendolo di riferimenti, ispirazioni visive e contributi di artisti, accademici e scrittori.
Il progetto espositivo è anticipato da un blog tumblr, che consiste in un moodboard realizzato da Lucrezia Calabrò Visconti, assistente curatrice della mostra.

fino all’11 gennaio 2014
Shit and Die
progetto espositivo prodotto da Artissima
organizzato da Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini
assistente curatrice: Lucrezia Calabrò Visconti
Palazzo Cavour
Torino

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