Energy Addicts

Con la collezione Energy Addicts Naomi Kizhner riflette su cosa saremo disposti a fare per “nutrire” la nostra dipendenza dall’energia elettrica in un mondo di risorse in declino.

Nella vita contemporaea l’energia è tutto, è la forza che guida le economie a livello globale, molte volte ignorando le conseguenze.

Naomi Kizhner ha provato a immaginare come sarebbe il mondo se si verificasse un rapido declino delle risorse energetiche e cosa faremmo per alimentare la nostra dipendenza energetica.

Anche se ci sono notevoli sviluppi delle risorse energetiche rinnovabili, il corpo umano è una risorsa naturale di energia che si rinnova continuamente finché siamo vivi e, forse, in futuro, sarà l’unica cosa che rimarrà. Questo progetto vede, appunto, il corpo umano come una risorsa.

Il tema principale di questa ricerca è la ricchezza biologica, l’obiettivo è quello di immaginare come una società si comporterebbe una volta scoperto che questa ricchezza dipende da abilità biologiche personali e come possiamo migliorare queste abilità al fine di produrre più energia. Ad esempio, fumando aumentiamo la nostra pressione sanguigna e, potenzialmente, possiamo produrre più energia.

Tecnologicamente non siamo troppo lontani: sono attualmente in via di sviluppo alcuni dispositivi di recupero energetico che riguardano il corpo, anche se la maggior parte di essi sono basati su movimenti volontari come la camminata. Kizhner sceglie invece un’attività del corpo umano involontaria come la pressione sanguigna perché convinta della natura pigra dell’uomo.

Nell’estetica del progetto la designer ha voluto ottenere un aspetto organico-meccanico, simbolo della contraddizione tra i due elementi, il corpo contro la macchina. Gli accessori sono costituiti da un guscio realizzato con un biopolimerochiaro, mentre il “cuore” e gli aghi sono in oro. I prototipi sono stati tutti stampati in 3D.

Attraverso questo lavoro Naomi Kizhner ha voluto riflettre sui possibili scenari futuri e incoraggiare le persone a fare altrettanto. Dal momento che nella nostra vita moderna siamo letteralmente dipendenti dall’energia elettrica, ha voluto stimolare il pensiero su quanto saremo disposti a fare per “nutrire” la nostra dipendenza in un mondo di risorse in declino.