




Entrando brevemente e per minimi accenni all’interno del lavoro di Marcello Sèstito è possibile individuare in esso alcune opposizioni dialettiche di particolare valore e di singolare intensità.
La prima è il rapporto conflittuale tra finito e infinito, nel quale la forma si divide tra la volontà di concludersi in qualcosa di compiuto e l’aspirazione a costruirsi oltre ogni limite rinascendo costantemente da se stessa.
La seconda è la relazione antagonista tra l’unità e il frammento, che per un verso fa prevalere l’interesse per l’interezza della forma, per l’altro l’inclinazione a esibire le componenti di queste come un sistema di entità separate.

La terza è il confronto tra la modalità compositiva dell’elenco e un’intenzionalità riassuntiva nella quale le cose non esibiscono i materiali di cui sono composte, anche se alludono in modo ermetico a tassonomie genetiche.
La quarta opposizione dialettica, la più determinante, vede il moderno lottare con l’antico in una sorta di guerra senza esclusione di colpi. Il moderno è l’esito dell’antico, ma al contempo è ciò che, in una inversione temporale, definisce e legittima l’antico stesso.

Ma questa autentica magia che consente di sovvertire ogni antecedenza non mi sorprende, come credo che non stupisca nessuno di coloro che seguono da anni la ricerca ispirata e assidua di Marcello Sèstito il quale è prima di tutto, occorre ricordarlo, un uomo storico.
Per questo semplice motivo egli riesce a vedere ogni volta il nuovo come il luogo più avanzato e sorprendente della conoscenza e dell’invenzione.


Fino all’8 dicembre 2013
In Carta di Pane. Architetture 1980 – 2013
Marcello Sèstito
Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
Piazza De Nava 26, Reggio di Calabria

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