Esule cubana, Ana Mendieta compie gli studi artistici presso LʼIowa State Univeristy negli Stati Uniti dove viene a contatto con il movimento delle donne e abbraccia gli ideali del femminismo. Mendieta fa una propria sintesi della Body Art e della Land Art sovvertendo i gesti monumentali dei land-artisti attraverso l'inserimento nel paesaggio del corpo umano.
In quegli anni inizia a realizzare performance rituali, fotografie e sculture, in cui immerge il suo corpo nella natura, partendo da un legame spirituale e fisico con la Terra. In mostra i suoi primi lavori fotografici degli anni '70 dove si confronta con la discriminazione, la violenza carnale e la morte. Dopo aver letto dello stupro e dell'assassino di una studentessa nel suo stesso campus universitario, Mendieta reagisce mettendo in scena il brutale episodio usando il proprio corpo: "Sto lavorando con il mio sangue e il mio corpo", afferma lʼartista. Nascono così i famosi lavori Untitled (Rape Performance), 1973 e Sweating Blood, 1973.
L'artista prende a prestito simboli e aspetti di pratiche rituali di antiche culture indigene delle Americhe, Africa ed Europa e vi incorpora elementi della natura e di riti sacrificali "primitivi" associati alla "santeria cubana". Nella serie di opere Siluetas, forme che evocano il suo corpo, usa sangue, acqua, terra e fuoco. Le sagome vengono bruciate nel legno, modellate con tumuli di terra, erba, polvere da sparo o fiori; galleggiano sulla corrente, eruttano come vulcani o si mimetizzano con il paesaggio, come si percepisce dai video in mostra.
Per quanto riguarda Martha Rosler, la mostra presenta fotografie inedite in Europa, a colori e in bianco e nero, inclusi dei dittici. Nel 1981 la Rosler e un gruppo di altre artiste ed intellettuali, parteciparono a un viaggio culturale organizzato da Ana Mendieta e Lucy Lippard. Attraversando l'isola, Rosler fotografò persone, negozi, edifici e i manifesti e cartelloni, che costellavano le strade e gli spazi pubblici.
Così l'artista ha ricordato quel periodo: "Il mese di gennaio del 1981 segnò la fine degli anni Settanta, non solo per ovvie ragioni, ma segnò anche il momento successivo all'elezione di Reagan e ai discorsi riguardanti il disgelo, i diritti umani e l'uguaglianza, e precedente all'insediamento del presidente, alla carica di neoliberalismo, anti-terrorismo e avventurismo militarista, e all'affermarsi della retorica economica dell'offerta con effetto a cascata, mascherando l'enorme ridistribuzione della ricchezza verso l'alto.
Le immagini rappresentano un'esperienza visiva degli spazi comuni della società: caffé, scuole, saloni di bellezza, teatri, chiese. Poiché Cuba, all'epoca — e ancora oggi — era quasi inavvicinabile per i cittadini americani, queste fotografie si inseriscono in una nebulosa di congetture ampiamente contrastanti sulla cultura cubana e sul ruolo del comunismo cubano.
Fino al 3 agosto 2013
Ana Mendieta e Martha Rosler
Galleria Raffaella Cortese
Via A. Stradella, 7
Milano