Milano Design Week

Salone del Mobile e Fuorisalone 2025


Ikea Festival: “Come vivremo nei prossimi 10 anni”

Ikea al Fuorisalone per una settimana di appuntamenti dedicati alla casa e ai concetti dell’abitare: li racconta attraverso installazioni immersive, frutto di studi sulle dinamiche del vivere oggi. 

In occasione del Fuori Salone, Ikea racconta negli spazi di Base Milano il suo continuo lavoro di democratizzazione del design a partire dallo studio dei comportamenti che portano le persone a vivere la casa in maniera sempre differente. È Marcus Engman, direttore creativo di Ingka Group, a raccontare le ultime ricerche dell’azienda in un periodo caratterizzato dall’incertezza: “La casa parla di noi e ci dice cosa vogliamo diventare. Per noi tutto ruota attorno alle persone: nel proporre nuove soluzioni, cerchiamo di coinvolgerle per avvicinarci a loro, imparare, migliorare le loro ambizioni, i sogni, le esigenze, concrete e funzionali, a partire dalle situazioni di vita”, continua il direttore creativo, “e per questo abbiamo pensato di creare un’esposizione che traducesse il concetto svedese di Ögonblick”, termine traducibile come “momento”, ma anche “fetta di vita”.

Ögonblick - A Life at Home Exhibition
Ögonblick – A Life at Home Exhibition

Ögonblick – A Life at Home Exhibition, è un percorso di 5 installazioni che rappresentano in maniera astratta differenti momenti di vita nello spazio abitativo: la prima casa da soli, esuberante e tracottante, quella di una coppia non ancora consolidata, con gli scatoloni ancora da disfare, una provocatoria casa da single interamente ricoperta di tessuto a fiori. C’è poi l’abitazione della famiglia che si allarga e c’è il momento in cui si condivide la casa con persone differenti: è il tavolo allora a diventare il fulcro della vita domestica, luogo di condivisione e scambio.

Nello spazio di Base, si trovano inoltre le Life at Home Stories, brevi documentari che raccontano la vita in casa in diversi Paesi del mondo, parte di una ricerca sul campo sul rapporto tra le persone e lo spazio domestico, raccolta annualmente nel Life at Home Report, un documento che descrive da 8 anni l'evoluzione della vita domestica attraverso le testimonianze di abitanti di tutto il mondo.

Installazione Life at Home Stories (Giappone)
Installazione Life at Home Stories (Giappone)

“Queste home visits”, spiega Ergman, “mirano a una buona comprensione su come funziona la casa. Vogliamo instaurare un dialogo con le persone, non ci interessa tanto quanti armadi hai ma cosa fai la mattina quando i tuoi figli fanno colazione e cosa ti servirebbe per migliorare quel momento. Cerchiamo di risolvere i problemi reali”.

Nel cortile di Base, Ikea ha costruito l’installazione First Homes, una casa di ringhiera milanese abitata da tre diverse tipologie di persone o nuclei. Ogni spazio, di 19, 23 e 35 mq, racconta la storia di immaginari avventori della città di Milano. Si va dallo studente con pochi metri quadri a disposizione alla coppia con esigenze e passioni molto differenti. È naturalmente previsto uno spazio condiviso, con sedute e tavolini, per socializzare e condividere. Tutto è pensato intorno alle persone, che definiscono lo spazio che abitano.

“Il nostro è un design con l’uomo al centro”, spiega Fredrika Inger, Global Range manager Ikea Svezia. Per Ikea, l’approccio verso il futuro è sempre dinamico: “Non c’è mai stata più incertezza di questo periodo storico, ma noi siamo curiosi. È un periodo ricco di sfide, la casa è stata un luogo molto importante ma ora è il tempo di ritornare ad aprirsi, c’è una guerra terribile in Ucraina e un impatto sulla vita di tutti noi e sui nostri acquisti. Come possiamo gestire tutto questo? La risposta è sempre essere curiosi, capire come rispondere alle persone a livello emotivo ed emozionale”. 

Installazione First Homes - Abitazione 25 m2
Installazione First Homes – Abitazione 25 m2

Per Inger, Ikea deve ripensare al suo ruolo e capire come le persone possono gestire le difficoltà. “La ricetta del design democratico può venire in soccorso, e questo concetto prezioso va esteso a un approccio multifunzionale, con un’ottica sostenibilità, sempre più circolare, ma con un prezzo sempre accessibile”. Una volta concluso il loro ciclo, i mobili devono arrivare quindi a essere completamente riciclati, come le famose librerie Billy, ad esempio, che devono poter essere smaltite interamente, così come i materassi, che normalmente sono un ingombro enorme e finiscono sempre in discarica.

Una stanza di First Homes, ad esempio, è fatta con mobili Ikea “riciclati”, ricondizionati, ai quali si cambiano i colori, si adattano, si reimpiegano per dargli una nuova funzione.

Il recentissimo Atelier 100, progetto di esplorazione tra il gruppo Ingka e H&M, esprime la volontà di unire le forze per fare un passo oltre, verso un ciclo produttivo differente.
Camilla Hernikkson, Global Brand Innovation Manager di H&M, ne dichiara l’obbiettivo: cercare talenti creativi e nuovi modi di essere presenti a livello locale. Proprio settimana scorsa ha inaugurato il primo Atelier, a Londra, che ha coinvolto 20 creativi che risiedono nel raggio di 100 km dalla sede: “L’idea è di creare un hub creativo, per progettare nuove cose per sempre più persone e sempre più diverse ma con un approvvigionamento locale, dove si scoprono materiali e produttori interessanti a cui non avevamo pensato, che possono dare spunti inediti. A ottobre avremo i primi risultati: l’obbiettivo è lavorare in maniera rapida, il contatto con i produttori locali è una sfida, ci mette in discussione”, spiega Hernikkson.

Installazione Sabine Marcelis
Installazione Sabine Marcelis

Durante il Festival sarà possibile assistere ad approfondimenti sui prodotti, incontrare i designer, come Sabine Marcelis e Marimekko, per capire gli sforzi in materia di circolarità e sostenibilità. Nella giornata di giovedì 9 sarà esplorato il contatto con il passato del brand attraverso la scoperta del Museum Throwback, dove si conservano le origini del gruppo e si ragiona verso il futuro.

Ikea ribadisce i suoi valori nel concreto, pensando anche al “dopo Salone”: gli allestimenti e gli arredi saranno donati ad associazioni attive sul territorio milanese per “far sentire a casa” chi più ne ha bisogno. Si abbraccia un concetto più ampio di sostenibilità, non solo nei materiali ma “di sostenibilità a livello emotivo”, conclude il direttore creativo “è la più grande sfida secondo me, è questo il futuro. Integrare cose sempre più grandi”.

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