Galeotta, una poltrona pieghevole per divertirsi dagli anni Sessanta

Progettata da Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi, è prodotta oggi da Zanotta in una versione editata, con la collaborazione di uno dei suoi ideatori.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1085, dicembre 2023.

“Riempite gli spazi con il colore indicato”, incitava la pubblicità di una storica azienda di arredamento lombarda negli anni Sessanta. Così, con l’arancio, il rosso e il ‘lampone’, prendeva forma il disegno di Galeotta, una poltrona allegra e trasformabile disegnata per Bonacina dalla triade milanese composta dagli architetti Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi.

I blocchi di poliuretano espanso dell’imbottito, di spessori diversi e raccordati unicamente dal tessuto di rivestimento, potevano assumere tre differenti configurazioni per accogliere il corpo e convertire agilmente una semplice poltrona in una comoda chaise longue. In un’altra campagna storica, sotto le reiterate B del logo dell’azienda, frutto della genialità di Italo Lupi, tre vignette a colori mostrano uomini e donne che interagiscono con i volumi di gommapiuma: si siedono, si sdraiano, pensano, si accoccolano, ‘surfano’ sui cuscini colorati – disponibili in giallo, arancio, verde, marrone e “azzurro intenso” – rispondendo all’invito dello slogan: “Divertiamoci con Galeotta!”. 

Il disegno tecnico originale, eliocopia su carta, 64 x 50 cm. Archivio De Pas D’Urbino Lomazzi. © Comune di Milano – Casva

Sin dal principio del loro sodalizio, nel 1966, i tre progettisti lavorano per mettere in discussione il concetto di abitabilità convenzionale e smuovere le persone da un atteggiamento statico e passivo nei confronti dell’ambiente domestico. Incoraggiano un rapporto interattivo tra gli umani e gli oggetti che li circondano, proponendo una serie di mobili pieghevoli, sovrapponibili, facili da spostare, per recuperare un “rapporto di simpatia” tra le persone e l’arredo, così che “liberamente e responsabilmente possa comporre gli spazi più idonei alla realizzazione di se stesso”, scrivevano nel Manifesto del Nuovo arredamento, sempre nel 1966. Il disegno d’archivio per un mobile componibile “in espanso” – la futura Galeotta – conservato oggi al Centro di Alti Studi sulle Arti Visive (Casva) di Milano –, mostra il calibrato studio degli incastri e delle proporzioni dei cuscini ribaltabili, curvilinei e armoniosamente assemblati tra loro per consentire le diverse configurazioni, senza l’ausilio di meccanismi interni o strutture di sostegno.

Galeotta è trasformabile, allegra e colorata, e s’inserisce coerentemente nel tracciato Pop che lo studio Ddl innesta dalla metà degli anni Sessanta, per fare la sua scenografica comparsa anche in un allestimento all’Eurodomus del 1970, quando viene esposta al Palazzo dell’Arte di Milano impilata in una montagna di altre sedute ‘sorelle’ (Domus 488, 1970). Oggi, la poltrona è prodotta da Zanotta, altra storica azienda italiana con cui De Pas, D’Urbino e Lomazzi hanno portato avanti pezzi irriverenti e intramontabili del design italiano. Rieditata in collaborazione con Paolo Lomazzi, è attualizzata nei materiali e nelle dimensioni e rivestita di un tessuto sfilabile in stoffa, per adattarsi – com’è nella sua natura – alle esigenze abitative moderne. 

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