Inaugurata durante i giorni di Milano Design City 2021 – un Fuorisalone quasi completamente digitale che per quest’anno sostituisce la classica manifestazione di aprile – la mostra “Eroded Panorama” di Cosma Frascina ci ha riportato (con nostro grande piacere) a una dimensione concreta, tattile e ancestrale del design. L’esposizione indipendente è stata realizzata negli spazi di QUEI Studio, agenzia fondata dal curatore William Bagnoli, che così consolida la collaborazione col designer salentino.

Frascina scolpisce a mano tutti i suoi lavori, che sono di calcarenite, una pietra tipica del territorio pugliese. “Ogni pezzo è unico e differente sia per caratteristiche del materiale sia perché ogni forma viene suggerita da quella originale. Utilizzo solo scarti dell'attività estrattiva di una cava vicino a casa mia,” ci racconta Frascina. “Dopo anni di esposizione agli agenti atmosferici, sui pezzi si formano dei sistemi di muschi e licheni. Il materiale è vivo. Si aggiunge un ulteriore fattore di fragilità: la pietra ospita dei delicati sistemi naturali che è possibile risvegliare spruzzando dell’acqua. Essendo una roccia sedimentaria di origine marina, la calcarite è ricca di fossili e microfossili, con cui cerco un dialogo quando li scopro.”

Il materiale utilizzato dall’autore è molto friabile e si presta alla lavorazione manuale. Con il suo lavoro è come se il designer fermasse il tempo. A quest’operazione di sottrazione si aggiunge un secondo passaggio: “Utilizzo malta bianca e grigia per definire alcune superfici e per suggerire l'utilizzo di ciascun pezzo. Questo linguaggio si riferisce alla cultura costruttiva mediterranea. Alcuni dei miei lavori sono concepiti come delle microarchitetture,” spiega Frascina

Le sue opere guardano al mondo naturale e recuperano tecniche di lavorazione tradizionali o arcaiche. Con il suo lavoro, il designer vuole innanzitutto riscoprire stili di vita diversi, ma anche raccontare il paesaggio che vive quotidianamente. “Il mio lavoro è un po’ la mia terapia. Mi ha aiutato a conoscere meglio e ad apprezzare ciò che c’è di bello nel territorio in cui vivo. Ho fatto pace con il posto dove sono nato e adesso lo guardo in un modo diverso, in modo propositivo e progettuale.”