I portafogli degli anni ’20: minimi e... impossibili da perdere

Di che portafoglio abbiamo bisogno? Lo smart wallet Ekster scompare in ogni tasca e può essere rintracciato dal telefono. L’abbiamo provato.

Mini portafogli, disegnati sulle misure di una carta di credito, pensati per contenere giusto le tessere, qualche banconota e magari un paio di monete, sono una tendenza recente, ma certo non recentissima. Di fatto miniaturizzano il design del portafoglio come lo conosciamo, affermatosi intorno alla metà del ventesimo secolo, con la sua apertura a libretto e lo spazio per le carte di credito su un lato. Ma le modalità di pagamento stanno cambiando, spostandosi sempre di più su smartphone e dispositivi indossabili. Da quanto dicono le ultime notizie, Apple vuole toglierci dalle tasche anche passaporto e patente, per infilarli dritti dentro al telefono. C’è sempre meno esigenza di un portafoglio ampio dove portare banconote e documenti cartacei, perché anche quelli spesso stanno nel telefono, conservati in qualche app o in un archivio digitale nel cloud. E con l’aumento delle opzioni contactless, le carte hanno bisogno di un alloggiamento sicuro, che schermi da comunicazioni non desiderate con le carte.

Il portafoglio e il suo tracker

Ekster è una giovanissima azienda olandese oggi leader nel campo degli smart wallet, grazie all’impiego di materiali di pregio – la pelle vegana tra le ultime novità– e allo sviluppo di un particolare portacarte a scatto, che permette di accedere al comparto tessere con un semplice click. Tra le opzioni smart c’è un accessorio che rende il portafoglio davvero difficilissimo da perdere: la tracker card si appoggia alla tecnologia di localizzazione sviluppata da Chipolo per segnalare in tempo reale sullo smartphone dove si trova il portafoglio, sempre che sia nel raggio della rete Bluetooth, con la possibilità di ricevere una serie di notifiche in caso di allontanamento; insomma, utile se sei sbadato, un po’ meno se te lo rubano. Delle dimensioni di una carta di credito e poco più spessa, la tracker card si può usare in realtà con qualsiasi portafoglio. E si ricarica con l’energia solare, che non è male. Nel Parliament Wallet che abbiamo provato c’è una tasca apposita, sul retro, dove inserirla, che si aggiunge alle due presenti all’interno dell’apertura a libretto e allo scomparto a scatto proprietario di Ekster. In vendita ci sono anche altri modelli, tutti acquistabili sul sito, con un vasto raggio di opzioni per il colore.

Un portafoglio per il ventunesimo secolo? Forse ancora un po’ grande, la differenza di dimensioni con un portafogli standard non è poi così tanta. Inoltre, l’estetica vecchio stampo, con l’uso intensivo di pelle o similpelle, potrebbe scontentare sia chi è abituato a portafogli d’alta pelletteria o di marchi prestigiosi, sia chi invece è in cerca di un prodotto che impieghi materiali e linee più innovativi, magari con il fine di ottenere un prodotto più sottile. E forse avrebbe avuto senso inserire il tracker direttamente nel corpo del portafoglio stesso, per ovvie questioni di sicurezza. A ogni modo, finché lo smartphone non lo fagociterà, questo è decisamente un esempio di portafoglio al passo con i tempi.

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