Estate 2018. Bara o unicorno gonfiabile? II disordine creativo del mondo outdoor

Fun design e impegno, tradizione secolare e nobilitazione del gadget. Gli accessori per la vita all’aperto hanno identità opposte, tra elitarismi stilistici e spinte populiste.

Fig.1 Materassino gonfiabile in pvc rosa a forma di bara, Pom Pom Floats

Mettere ordine nel panorama dell’outdoor è abbastanza complicato. Proprio nell’estate in cui l’ossessione per i gonfiabili a forma di cigno e ciambelle zuccherate sembrava perdere fascino, ecco Sir Norman Foster alla deriva su un unicorno grosso come uno yacht. L’immagine, postata a fine Luglio sul suo account Instagram, oltre a rivelare che i gonfiabili lanciati anni fa dal marchio australiano Sunnylife sono ancora tra noi, mostra tuttavia anche il logoramento di un trend. Che a corto di soggetti, ne ingigantisce le proporzioni. E la tristezza. Perché accanto agli adulti infantili esiste anche un pubblico insofferente a tutto il benessere che l’estate porta con sé. E che nonostante un carattere introverso in spiaggia ci va. Su misura per loro, anche se non ancora in produzione perché in fase di raccolta fondi, Pom Pom Floats ha creato The Pink Coffin, una gonfiabile a forma di bara in rosa e nero. Non sia mai il millennial pink venisse percepito come troppo divertente. Volendo fare chiarezza usando come modello Il Sorpasso di Dino Risi, un film impietoso anche della solarità estiva, si potrebbe dire che la bara è Jean-Louis Trintignant, lo studente timido e taciturno; mentre Vittorio Gassman, che a Ferragosto lo strappa di casa fino a farlo vagare in maniche di camicia e pantaloni sulla spiaggia di Castiglioncello, è il gonfiabile extra large di Norman Foster. 

Difficile credere che in quella condizione di disagio Trintignant avrebbe fatto uso di The Coffin. Tuttavia non si tratta solo di un gadget dissacrante, bensì di un incrocio tra commercio e arte. La bara galleggia e protegge dalle onde anomale secondo tutte le normative vigenti, dicono i designer Andrew Greenbaum e Ian Felton, ma il suo ruolo è soprattutto di conforto psicologico. Di rappresentare cioè la scelta estrema di una deriva definitiva verso l’oblio. Lontano da folla, canzonette e urla dei bagnanti. Che si sa, non fanno altro che acutizzare i cattivi pensieri. Diversamente, eppure con caratteristiche analoghe di corrispondenza sentimentale, ci sono gli accessori legati alla cultura pop. Come Torneraj: la poltrona radical design rieditata da Gufram un anno fa, che con quel nome del tutto simile al successo anni Sessanta di Bruno Lauzi tranne la particella iniziale, e la superficie in finto Bisazza, sembra il souvenir dolce di un musicarello italiano. E Locus Solus di Gae Aulenti, che rimessa in circolo dopo mille repliche de La Piscina di Jacques Deray, prima di essere una collezione di tavoli e sedie è la personificazione di un’epoca d’oro dello stile. E quando non si tratta di sceneggiatura, allora la trama che sottende il progetto è di origine letteraria. Gli archi luminosi e le foglie della ninfea con batteria ricaricabile da far galleggiare sull’acqua di Luxopera, hanno come modello le avventure di Alice nel paese delle meraviglie.

Quando invece si fa a meno di film e libri, come la svizzera de Sede si rafforza lo status di un icona. Che ha lanciato la versione semi outdoor del divano “lombrico” DS-600. Giusto per ricordare come l’esterno sia ormai un’ambiente prestigioso come e più di un interno. Ma causa scarsità di status symbol, impone la riconversione dei classici, laddove possibile. Certo, rispetto alla bara di Pom Pom questi progetti sono meno rivoluzionari. Tuttavia contro gli unicorni giganti, i tappettini in filo di silicone intrecciato e sfumato di Shore Rugs, i ventilatori portatili a forma di gelato del designer coreano 7 nepo e la diatriba tra cafonal o must have di stagione che ha riguardato i sandali con marsupio incorporato Benassi JDI Fanny Packdi Nike, esiste una risposta ancora più “borghese”. Una che rassicura pescando da due serbatoi immarcescibili dello chic universale: la grazia del rattan ottocentesco e del metallo curvato degli anni Venti. Con incursioni grafiche che, per quanto riguarda i nuotatori longilinei sulla superficie delle ciambelle The Nice Fleet, riportano direttamente alla costa azzurra di Fitzgerald. 

Letteraria, ovviamente, non certo quella di un depliant da agenzia viaggio. Perché non c’è niente da fare, anche nella restaurazione di un bello stile, la regola che vale è sempre quella di veicolare la fantasia attraverso un riferimento culturale, in questo caso alto. Così che dando un’occhiata alla poltrona PARA(D) di Nova Obiecta, alla serie Swim di Bibelo, alla sedia a sdraio anni Trenta FT33 di Versant Edition e ai tanti – troppi – lettini da sole finto rétro, l’idea di vacanza che si ottiene è associata a un’epoca in cui i soggiorni duravano mesi. Ancora di più con la passione rediviva per le poltrone con capotte genere Lido di Venezia di Bonacina 1889, e le interpretazioni moderne di archetipi per l’esterno come la Peacock chair di Yamakawa Rattan e Kenneth Cobonpue. Tutto sommato, e come si diceva all’inizio: un panorama outdoor decisamente frammentato. E azzardando, lacerato da forze simili alla situazione politica mondiale. In lotta tra elitarismi stilistici e spinte populiste; divertimento acritico e la novità 2018 degli oggetti-monito. Alla la propria condizione, e – ma questo forse solo accidentalmente – per quella di chi al mare affida sul serio la propria vita. 

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