New York. Sight Unseen Offsite è un catalizzatore di collaborazioni

In occasione di NYCxDesign, la fiera curata da Jill Singer e Monica Khemsurov mette insieme professionisti da diverse discipline.

Sight Unseen Offsite, veduta della mostra, 201 Mulberry Street, New York, 2018

Incontro, dialogo, ricerca e collaborazione. Questi sono gli ingredienti della quinta edizione di Sight Unseen Offsite, uno degli eventi principali di NYCxDesign, la settimana del design della Grande Mela. Quest’anno l’appuntamento curato da Jill Singer e Monica Khemsurov cambia approccio e si discosta dal classico formato della fiera, per assomigliare più a una grande mostra collettiva. Ogni progetto presentato è il risultato dell’interazione tra professionisti provenienti da ambiti diversi. Progettisti, artigiani, imprenditori, artisti e creativi esplorano i fertili campi al confine tra le discipline – da cui di solito nascono i fiori più belli, perché di specie nuove. Sight Unseen Offsite comprende una grande esposizione e altre 12 location secondarie sparse per Manhattan, in ognuna delle quali è presentata una particolare collezione o installazione.

La sezione principale della mostra è intitolata Field Studies. Cibo, moda, cinema, arte e musica sono i campi da cui provengono i 13 autori che per sei mesi hanno affiancato altrettanti designer, per concepire e realizzare un prodotto funzionale. Tra i progetti della sezione troviamo i candelabri dell’architetto Drew Seskunas, che con una particolare stampante 3D tramuta i suoni della musicista Angel Olsen in movimenti e forme uniche. Lo studio di interni Wall for Apricots incastona una pianola degli anni Settanta in una piccola consolle; l’arredo è pensato su misura per l’attore Jason Schwartzman. Le lampade da muro disegnate dal designer Harry Nuriev e Liam Gillick mettono insieme le caratteristiche forme di acciaio inossidabile del primo con lastre di vetro colorato firmate dall’artista. Tra le altre collaborazioni esposte, Norway x New York è un progetto che da tre anni incoraggia l’interazione tra designer statunitensi e norvegesi. Concepito come strumento didattico per i progettisti americani, per apprendere processi di produzione e strategie imprenditoriali europee, quest’anno lo scambio ha l’obiettivo principale di costruire un sincero spirito di collaborazione. Sette coppie di designer presentano il risultato di mesi di lavoro condiviso, seppur a distanza.

Gli studenti della School of the Art Institute di Chicago, guidati da Pete Oyler e Jonah Takagi, hanno presentato invece una collezione di bicchieri di ceramica. In realtà l’obiettivo del corso è stato quello di indagare l’intero processo di produzione, dal primo concept all’esposizione finale. Se la base dell’insegnamento è quella di trasmettere tecniche legate alla ceramica, gli studenti hanno dovuto pensare anche a come presentare i lavori e collaborare tra loro per creare un quadro concettuale unitario. Lo studio Vonnegut/Kraft ha invece lavorato con la fashion designer Mary Ping e con Weft, una startup che produce tessuti personalizzati. Il risultato del dialogo tra le tre realtà è una collezione di arredi che adatta la struttura di legno alle geometrie e ai colori dei tessuti. Un elemento solitamente secondario e decorativo diventa il nodo centrale attorno a cui hanno lavorato progettisti e artigiani. A completare l’esposizione nello showroom di 201 Mulberry Street, Offsite Selects è una selezione di nuove opere realizzate da designer designer più o meno affermati. I lavori esposti sono eterogenei e senza una tematica precisa. Le scelte sono frutto della continua ricerca delle curatrici e rappresentano i principali trends contemporanei.

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