Rising Talent Awards: scelto il Libano per l’edizione di settembre

Ritorno all’artigianato preindustriale. Il Libano porta i suoi talenti emergenti all'edizione di settembre 2018 di Maison et Objet.

Dopo Regno Unito e Italia, il premio alle promesse del design, ovvero “Rising talent awards” di Maison et Objet di settembre 2018, va al Libano. (Maison et objet è dal 7 all'11 settembre al al Parc des Expositions di Villepinte). Carlo Massoud, Marc Dibeh, Carla Baz, Anastasia Nysten, Studio Caramel e Paola Sakr: ecco i nomi di coloro che incarnano il rinnovamento del design in Libano, selezionati dai membri della giuria dei Rising Talent Awards. Una nuova generazione che ha seguito l'esempio dei suoi predecessori combinando le loro esperienze internazionali con metodi di produzione locali, espressione di unicità.
Un ponte tra occidente e oriente, che si caratterizza per avere un immenso patrimonio di tecniche artigiane non influenzato dalle impostazioni industrial. Sette gli elementi della giuria che hanno selezionato i giovani talenti, scelti tra coloro che animano la rinascita del design libanese. Vedi qui sotto la gallery dei rising talents.

Studio Caramel, Portrait. Rising Talent Awards, Maison et objet. “Non amiamo solo i mobili notevoli degli anni ’50, ma anche lo spirito del tempo, i riferimenti ai mezzi di trasporto, alla cultura visiva, alla tipografia e a molte conquiste storiche. È un lavoro pieno di ispirazioni. Attraverso i dettagli e i materiali audaci, il duo Studio Caramel si incontra per formare combinazioni innovative e insolite”.
Bar car walnut, Studio Caramel, 2018. Rising Talent Awards, Maison et objet.
Paola Sakr, Portrait. Rising Talent Awards, Maison et objet. Quando i tre terreni si ritrovano in un unico progetto, allora è l'ideale: il design porta ricerca e pragmatismo nei dettagli tecnici, mentre l'arte si manifesta nel modo di raccontare una storia o nel rappresentare un’emozione, e alla fine arriva l'immagine con l'espressione visiva Quando i tre terreni si ritrovano in un unico progetto, allora è l'ideale: il design porta ricerca e pragmatismo nei dettagli tecnici, mentre l'arte si manifesta nel modo di raccontare una storia o nel rappresentare un’emozione, e alla fine arriva l'immagine con l'espressione visiva.
Impermanence, Paola Sakr.
Marc Dibeh, portrait. Dietro a ogni storia ci sono delle persone, dei luoghi e dei ricordi, e altrettanti universi che si dischiudono per ogni oggetto. Io racconto molte sfaccettature della mia vita nei miei oggetti, che sia una situazione in cui mi sono trovato o uno dei miei tratti caratteriali, come la mia goffaggine. Penso che l'autoironia a volte dia un vantaggio al mio approccio: sono realista, so che probabilmente non salverò il mondo, e allora mi piace cercare di farlo sorridere.
Marc Dibeh, Please don't tell mom, 2018.
Carlo Massoud, portrait. Portando emozioni legate a un contesto politico o sociale, il design diventa impegnato. Nel mio caso, io approccio temi come la religione, i diritti delle donne o ancora la distruzione del patrimonio locale e traduco queste idee per mezzo di oggetti o installazioni che mi permettono di lanciare interrogativi al pubblico su questa materia.
Mar Mikhayel, Carlo Massoud, 2018.
Carla Baz, portrait, Maison et Objet 2018. Gli artigiani rappresentano il cuore della nostra cultura, probabilmente perché in Medio Oriente le lavorazioni elaborate sono una tradizione storicamente attestata. Che si tratti di vetro soffiato, di vasellame, di legno, di tessuto o di ricami, gli artigiani libanesi sono stati capaci di farsi stimare per la qualità dei loro prodotti nei migliori porti del Mediterraneo.
Maiko wall lights, Carla Baz, 2018
Anastasia Nysten, portrait, 2018. Il mio lavoro è storie di tutti i giorni, momenti di osservazione, pensieri combinati insieme. Un esperimento su volumi, trame e abitudini. Il mio obiettivo è trovare ciò che ci fa sentire bene.
Anastasia Nysten, 2018.

Ecco la giura. Da Parigi, Aline Asmar d’Amman si è distinta con la sua agenzia Culture in Architecture, supervisionando la ristrutturazione dell'Hôtel de Crillon. E Hala Mubarak conosce molto bene la scena del design per aver inaugurato la prima Beirut Design Fair lo scorso anno, dove Joy Mardini gestisce la sua galleria. Marc Baroud è un designer esperto, noto per avere creato e diretto il dipartimento di design all'Accademia delle Belle Arti Libanese, proprio come Cherine Magrabi ha fondato la piattaforma House of Today. Infine, Nadine Fares Kahil è caporedattrice della rivista Curve, e Maria Ziadeh è direttrice commerciale di Elle e Elle decoration Libano. Il design libanese si distingue per “una molteplicità delle sue influenze. Qui non c’è nessuna dominante culturale, nessun patrimonio industriale, e quindi nessuna “ideologia” funzionale, formale o di altro genere. Il che crea uno spazio di libertà piuttosto interessante”, sostiene il giurato Marc Baroud. La parola chiave è l'artigianalità piuttosto e non l’industrialità”. Hala Mubaraka descrive italenti: “Le conoscenze ancestrali che non si sono mai perse, unite ai concept contemporanei, collocano i creatori libanesi in prima fila sul palcoscenico globale. L'estetica raffinata, le linee pulite e la ricerca di materiali nobili sono oggi le linee guida di questo design che inizia a farsi riconoscere per la sua identità”.