gt2p: Losing my America

Mentre il design cileno sta vivendo un boom, l’artigianato tradizionale resta in gran parte trascurato. Nel tentativo di opporsi a questa dimenticanza, il collettivo gt2p crea una rete di artigiani latino-americani per favorire la collaborazione con designer e produttori di tutto il mondo.

Mentre il ruolo dell’artigianato nel disegno industriale e nel design di prodotto è stato ampiamente oggetto di discussione, nel mondo del turismo la questione pare non esistere. Negli ultimi due mesi ho viaggiato in America del Sud e sono stata continuamente testimone del piacere dei turisti nell’acquistare nuovi oggetti “fatti a mano”: maglioni di lana di lama in Bolivia e zucche da mate in Argentina. L’idea che l’oggetto sia fabbricato a mano in modo tradizionale, specifico del luogo, è sempre in primo piano agli occhi del viaggiatore.
In apertura e qui sopra: Estudio Guto Requena, Parametric Des-Aparecida
Forse il disagio del design nei confronti dell’artigianato tradizionale viene dal suo particolare rapporto con i produttori. Un product designer che vuole realizzare un lavoro in vetro spesso non possiede le competenze e le conoscenze relative al materiale (e neppure ha particolari inclinazioni per esse) necessarie a realizzare da solo il prodotto. Al contrario porta il suo progetto al maestro vetraio che realizza l’opera. In questo rapporto, soprattutto nel design d’alta gamma, l’attenzione si concentra sulla proprietà intellettuale invece che su chi realizza l’oggetto vero e proprio. Dato che molto spesso sul prodotto finito compare il nome del designer, e non quello del vetraio che sta dietro le quinte, forse non c’è da sorprendersi che la discussione sull’importanza dell’artigianato nel progetto si sia trascinata per tanto tempo.
Losing My America, Vicson

Molti di questi temi vengono alla ribalta in Losing My America (“La mia America che scompare”), nuova iniziativa del gruppo di design cileno gt2p (acronimo di good things to people, “Cose buone per tutti”). Mentre il design cileno sta vivendo un boom, raccogliendo anno dopo anno riconoscimenti in tutto il mondo – forse tranne che nel settore del turismo – l’artigianato tradizionale resta in gran parte trascurato. Nel tentativo di opporsi a questa dimenticanza, ma anche di ottenere per questi artigiani l’attenzione della più vasto settore del design commerciale, Losing My America ha lo scopo di creare una rete di artigiani latino-americani e di favorire la collaborazione con designer e produttori di tutto il mondo.

“Volevamo dare maggior visibilità al lavoro degli artigiani cileni e degli altri artigiani della tradizione, in modo che in futuro non vada perduto”, dichiara Guillermo Parada, membro di gt2p. Lo studio per questo progetto ha preso contatto con la galleria brasiliana Coletivo Amor de Madre, e subito ha raccolto l’adesione di altri due studi di design latino-americani: il messicano Ariel Rojo e il brasiliano Estudo Guto Requena.
Estudio Guto Requena, Parametric Des-Aparecida, dettaglio
Ma, dato che gt2p è uno studio di design, Losing My America non consiste semplicemente nel recupero di progetti di artigianato tradizionale e nel loro inserimento in un database. Al contrario ogni singolo progetto va a costituire un lavoro in collaborazione tra gt2p e l’artigiano, con particolare riguardo alla passione di gt2p per l’ibridazione tra tecnologie analogiche e digitali (si veda il loro progetto Parametricità analogica). “Volevamo mettere in rilievo la carenza di risoluzione del lavoro tradizionale”, afferma Parada. Quando gli obietto che non capisco bene che cosa intenda, cerca di spiegare: “In parte dipende dalla perdita di visibilità dell’artigianato tradizionale, ma il fatto è anche che quando realizziamo un pezzo ‘nuovo’ per Losing My America, vogliamo che sia palese che il pezzo ‘nuovo’ non è esattamente la stessa cosa dell’originale. Ci siamo riusciti cercando di tradurre visivamente l’idea di bassa risoluzione nel ‘nuovo’ pezzo”.
gt2p, Jar 1, realizzata con l'antica tecnica artigianale messicana Jalavera
Un buon esempio di collaborazione particolarmente riuscita è quello tra gt2p e la vasaia Teresa Olmedo, artigiana di Talegante, città non lontana da Santiago del Cile. La lavorazione delle terrecotte policrome fu avviata nella zona alla metà dell’Ottocento e la famiglia di Teresa la pratica da cinque generazioni. L’argilla viene usata soprattutto per modellare scene e figure della vita tradizionale cilena. L’iconografia fornita da Teresa Olmedo consiste in una figura femminile che cuoce le empanadas in un forno di mattoni all’aperto, scena tipica delle campagne cilene. Per ricreare il pezzo gt20 ha passato allo scanner tridimensionale ad alta risoluzione ciascuna delle figure d’argilla, per poi applicare una tecnica di riduzione poligonale progressiva per amplificare l’effetto dei cambiamenti digitali apportati a ogni pezzo. Mentre i pezzi originali sono stati realizzati con una stampante tridimensionale e poi dipinti a mano nella maniera consueta, in caso di produzione in serie degli stampi di gesso, realizzati con una stampante tridimensionale, favorirebbero la rapidità della produzione, pur nel ritorno, in un certo senso, a metodi più tradizionali.
gt2P + Coletivo Amor de Madre, CNCA, DIRAC + Teresa Olmedo (artigiana), The Ovenera. Photo gt2p
Un altro pezzo, straordinario risultato della collaborazione tra lo studio Guto Requena e Sutaco, comunità artigiana di San paolo, è una nuova versione della tradizionale statua in legno della Madonna. Mentre gli artigiani usano delle sgorbie e altri utensili da intaglio per dar forma a statuette che raffigurano Maria su un basamento di cherubini, Guto Requena ha nettamente separato in due metà la statua di legno originale, ricostruendo la parte mancante in metallo dorato tramite una stampante tridimensionale, anche qui rendendo evidente la collaborazione attraverso un linguaggio visivo nuovo.
Ariel Rojo + Angelica Moreno + Angelica Coyopol (artigiana), Talavera de la Reyna, Puebla, Mexico
Losing my America ha debuttato al Salone milanese di quest’anno, con un’anteprima allo showroom Cappellini. Cappellini pare molto colpito dal progetto, si è detto interessato alla produzione di certi pezzi e anche a commissionare nuovi progetti a singoli artigiani. “Cappellini è un’azienda familiare”, dice ridendo Parada, “e alle figlie certi pezzi del progetto sono piaciuti molto: insomma, credo che la cosa abbia giocato a nostro favore.” Più in là, nel corso di quest’anno, i risultati della collaborazione saranno esposti a New Territories: Design, Craft and Art from Latin America, la tempestiva mostra del Museum of Arts and Design di New York sul design latino-americano. È sperabile che sia un potente catalizzatore di dibattito e di occasioni favorevoli per questi artigiani tradizionali, in passato trascurati.
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