OpenDesk

Con il progetto OpenDesk di 00:/, modello Freemium di fabbricazione digitale, la fabbrica diffusa sbarca in centro città.

Questo articolo è stato pubblicato su Domus 971 luglio/agosto 2013

Nell’ex caffè di una viuzza commerciale del sud di Londra, un piccolo laboratorio costruito intorno a una grande macchina utensile a controllo numerico di ultima generazione, Assemble & Join, organizza lezioni sugli scenari concreti offerti alla comunità dalla manifattura digitale.
È il volto locale della rivoluzione dell’open source: stampa insegne di negozio personalizzate e banchi da mercato con imballaggio compatto. Mentre il movimento open source guadagna terreno online, pian piano cominciano a manifestarsi i suoi effetti su luoghi e città. Come già avevano fatto le copisterie e le stampanti da scrivania, micro-fabbriche come questa stanno cominciando a trovar posto agli angoli delle strade, nei garage della periferia, nelle case di vacanza, nei campus universitari e nelle cucine di tutto il mondo.
Domus 971 Open Desk
In apertura: repertorio dei prototipi OpenDesk realizzati con macchine da taglio a controllo numerico. Edie v1.0. Il tavolo Café è stato ridotto in scala per ottenere un banco per bambini ed è servito da prototipo per l’uso dei giunti a frizione di tipo Lego, che riducono tempo e lavoro di montaggio. Possibilità di scelta dei materiali: 100% compensato di betulla / 100% multistrato Wisa / 50% multistrato Wisa (metà superiore), 50% compensato di betulla (metà inferiore)
Per il movimento dei maker, pare imminente la collocazione nel centro cittadino. “Il centro delle città sta diventando importante come spazio pubblico e della distribuzione, non è più solo il luogo del consumo”, afferma Joni Steiner dello studio 00:/, il gruppo che gestisce un nuovo sito web e ospita un ecosistema incentrato su OpenDesk, modello Freemium di fabbricazione digitale. “Presto si dirà: 'Vado a bere un caffè e a stamparmi questo oggetto'”. Dove Ikea è riuscita a rendere lineare il rapporto tra utente e oggetti di design, fabbricazione semplificata e fai da te, 00:/ legge come opportunità quella di riportare l’industria e la produzione in città, e gli utenti al progetto.
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Café v1.2
FabHub e OpenDesk sono infrastrutture online progettate
 da 00:/ per far crescere e usare queste reti di produttori per professione o per hobby. In parte showroom di arredamento open source e in parte esperimento sulle possibilità della fabbricazione diffusa, esse fanno entrare gli utenti in contatto con semplici modelli di progettazione gratuiti e con la ‘fabbrica’, fornendo particolari e mappature, oltre che valutazioni e sistemi di controllo. Sono infrastrutture progettate per fare profitti.
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Repertorio dei prototipi OpenDesk realizzati con macchine da taglio a controllo numerico.
Il punto critico è che OpenDesk è un’offerta commerciale, e quindi i progetti si possono anche acquistare, sia come prodotti finiti, sia con una licenza per la distribuzione, in base alla quale i maker possono riprodurre i progetti nella loro zona e venderli a proprio profitto, mentre OpenDesk trattiene un modesto contributo per il progetto, e il designer riceve dei diritti d’autore a percentuale. Nick Ierodiaconou spiega il modello economico paragonandolo a quello di un software Freemium: “Tutti i progetti di mobili OpenDesk vengono forniti gratuitamente con l’autorizzazione per chiunque a costruirseli da sé”, spiega.
Domus 971 Open Desk
Desk v1.2. Scrivania originale Desk, commissionata dalla Mint Digital come arredo condiviso e progettata come postazione di lavoro per quattro persone. I due piani profilati sono intercambiabili per creare ambienti di lavoro differenti. Possibilità di scelta dei materiali: 100% compensato di betulla / 50% multistrato Wisa (metà superiore) ⁄ 50% compensato di betulla (metà inferiore)
“Tuttavia OpenDesk è anche collegato con una rete in crescita
di fabbricanti locali, che pagano una quota per produrre, rifinire e distribuire prodotti. Lo consideriamo un nuovo modello produttivo, in cui i progetti digitali condivisi, Internet e la crescente competenza nella fabbricazione digitale portano a
 una produzione più egualitaria in una catena di distribuzione spiccatamente locale”. 
La struttura di entrambi i siti è concepita in modo da definire 
un sistema di diritti d’autore per il designer e anche una
 specie di sistema di controllo interno con analisi e valutazioni per i fabbricanti. “È una sorta di modello di valutazione dell’affidabilità alla eBay in cui si fanno commenti sulla
 qualità del progetto: quale sia il livello di fattibilità, e quanto
sia rispettoso del punto di vista dell’utente”, spiega Steiner. “Significa definire un rapporto differente”.
 OpenDesk è partito nel 2011 dall’incarico di realizzare una scrivania per un cliente che aveva uffici a Londra e a New
York. 00:/ propose una scrivania appositamente progettata,
 che si adattava a entrambe le sedi ma era anche facilmente riproducibile, dato che si prevedeva un rapido ampliamento
di entrambi gli uffici. 00/: continuò con lo sviluppo di oggetti d’arredo, realizzando le scrivanie per la propria sede, l’Hub Westminster. Il dialogo si sviluppò in un progetto di abitazione open source: la WikiHouse (vedi Domus 959, 2012).
 OpenDesk è il punto di convergenza di alcune idee chiare e significative.
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Desk v1.2. Scrivania originale Desk
I progetti (realizzati in collaborazione con il fratello di Joni, David Steiner, designer di prodotto) sono concepiti per questo genere di fabbricanti e per i loro clienti. Senza incollaggi e senza usare cacciaviti eccentrici, si assemblano come i normali mattoncini Lego. Ogni modello viene fornito in tre esemplari (stretto, normale, largo) per adattarsi agli spessori variabili del compensato in uso nel mondo. Sono riproducibil i
n scale diverse: in altre parole, uno sgabello per un bambino
 di tre anni oppure la commessa dell’arredamento per una scuola elementare (entrambi casi di studio di 00:/) si possono realizzare semplicemente con qualche aggiustamento del modello base. I progetti sono anche concepiti per persone che si divertono a fabbricarli.
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Il tavolo Café è stato progettato per Hub Westminster, edificio per uffici condivisi di società start-up a indirizzo sociale e sede di 00:/, con un tavolo e uno sgabello di dimensioni ridotte destinati a Edie, la nipotina di due anni dei fratelli Steiner
“C’è una cosa chiamata effetto Ikea”, dice Steiner, citando una ricerca della Harvard Business School, che indica un incremento della percezione del valore da parte di chi contribuisce con il lavoro e la fatica fisica alla realizzazione di un compito. “In realtà, costruire e fabbricare qualcosa da soli dà parecchio: si è più affezionati a quell’oggetto 
e gli si attribuisce un maggior valore economico”. 
Una delle critiche più comuni al design open source e alla fabbricazione digitale è quella dei suoi limiti estetici; anche se il design è elegante, è difficile che una casa o un ufficio completamente fabbricati con compensato da 18 mm suscitino maggiore interesse. OpenDesk e FabHub hanno individuato casi simili tra i concorrenti sul mercato online, e stanno rapidamente includendo anche le plastiche e altri materiali per arricchire le loro collezioni.
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Desk v1.2

Il prossimo passo di 00:/ sarà rivolgersi a prodotti di consumo progettati da altri, per ogni genere di produzione digitale, concentrandosi soprattutto sul rapporto tra designer emergenti e nuovi tipi di produzione. Questo rapporto si aprirà a una rete di maker, grazie alla quale il prodotto verrà fabbricato vicino al cliente, permettendo ai designer di vendere direttamente
sul mercato. È certamente nell’interesse della comunità continuare ad ampliare il proprio raggio d’azione. La più importante delle sue prossime mosse sarà aprirsi alle migliaia di progettisti-produttori di tutto il mondo, e poi migliorare la qualità della propria produzione. Dopo di che, sarà il momento della rivoluzione urbana prossima ventura: e sarà quella dei microproduttori nelle strade del centro cittadino. Beatrice Galilee (@_Beatrice) Curatrice e giornalista di architettura e design

 

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Repertorio dei prototipi OpenDesk realizzati con macchine da taglio a controllo numerico

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