La casa-voliera di Ettore Sottsass per Ernest Mourmans

Dall’archivio Domus, un progetto belga di Sottsass con Johanna Grawunder per dare casa a una collezione e contemporaneamente a una moltitudine di specie di uccelli a rischio.

Nel 1996 Il collezionista e gallerista Ernest Mourmans chiede a Ettore Sottsass di progettare per lui una casa che dia spazio ai due più importanti aspetti della sua vita: ovvero le collezioni di arte e design, e l'attenzione per gli uccelli di specie a rischio. Il risultato, un passo molto interessante nella vicenda meno nota di Sottsass come architetto “di edifici” è esso stesso una collezione, fatta di diversi volumi e ambienti di cui il committente seguirà personalmente la realizzazione: Dejan Sudjic presenterà il progetto sul numero 839 di Domus, nel luglio 2001, noi lo abbiamo selezionato nel 2022 tra le 50 case nel mondo che hanno fatto la storia dell’architettura.

domus - ettore sottsass mourmans house
Domus 839, luglio 2001

La casa di Ernest

Nel prossimo settembre ricorrono vent’anni dal giorno in cui, in uno show-room milanese strapieno, fu presentata al pubblico la prima collezione Memphis: un evento che il Design Museum di Londra intende ora celebrare con una mostra che evochi la sorpresa e l’impatto provocati da quella improvvisa esplosione di energia creativa. E che al tempo stesso sarà un monito piuttosto inquietante, perché ci farà capire quanto rapidamente la storia assimila ciò che sembra invece ancora presente: ma ci ricorderà anche quale eccezionale momento Memphis abbia rappresentato.

domus - ettore sottsass mourmans house
Domus 839, luglio 2001

Alice Rawsthorn, direttrice del museo, parla dell’influenza di quella prima mostra su un’intera generazione di designer: fra essi, anche figure come Jasper Morrison, la cui opera a prima vista non parrebbe avere alcuna connessione diretta con l’orientamento di Memphis. Se si guarda indietro, non sfugge quanto poco avessero in comune fra loro alcuni dei progetti lanciati sotto quel marchio. A distanza di tempo, appare evidente che Michael Graves e Hans Hollein erano alla ricerca di qualcosa di completamente diverso da ciò che cercava Ettore Sottsass. Ancora più straordinario è in Sottsass il perdurare della forza e della coerenza di una visione personalissima del design, visione che ha informato il suo lavoro nel corso di tutta la sua lunga carriera e che, a chi ha collaborato con lui, ha regalato un linguaggio ricco e fecondo. L’interesse per il colore e per le forme essenziali è presente nelle sue prime ceramiche degli anni Cinquanta, come nell’abitazione recentemente realizzata per Ernest Mourmans in Belgio, presso il confine con i Paesi Bassi a Maastricht. La sensibilità è fondamentalmente la stessa. Sottsass usa il design come un modo espressivo ed emozionale di alludere ai riti e ai valori metafisici, sotto le spoglie delle realtà domestiche più pragmatiche e quotidiane.

domus - ettore sottsass mourmans house
Domus 839, luglio 2001

 La casa di Mourmans è come una visione che provenga da un sogno. Mourmans è un appassionato collezionista di arte e di design, con una passione altrettanto grande per gli uccelli delle specie più a rischio: metà casa, metà voliera, la residenza è progettata quindi in modo che gli occupanti – uomini e uccelli – possano interagire il più possibile. Una voliera a triplice altezza interrompe la serie dei padiglioni che emergono dalle acque di un lago e compongono la residenza. Due padiglioni sono dedicati agli uccelli, gli altri alle persone. Ogni bambino ha la sua casa nella casa, ovvero dispone di stanze autonome, con loro scale interne. La localizzazione fuori dal contesto urbano, al termine di una strada fiancheggiata da ricche residenze costruite recentemente ai margini di un bosco, non offriva molti spunti alla progettazione. Sottsass ha scelto di suddividere la casa in una serie di corpi tutti collegati l’uno all’altro: una scelta che serve a salvaguardare la privacy e al tempo stesso a creare un paesaggio: ciò che si vede da ogni finestra è soprattutto l’architettura della casa stessa.

domus - ettore sottsass mourmans house
Domus 839, luglio 2001

I due volumi più grandi comprendono la cucina, sul lato verso strada, e il soggiorno, uno spazio a doppia altezza con biblioteca. Questo spazio, arricchito da un colonnato esterno e da una terrazza che si protende sul lago, è il perno intorno al quale si articola il progetto. La sistemazione non è formale, ma neppure tende al ‘pittoresco’. Sottsass ama i salti di scala un po’ surreali, e la fisicità dell’architettura gli piace. Insieme a Johanna Grawunder ha disegnato ogni elemento dell’arredo: escluse le sedie della cucina copiate da quelle dell’Harry’s Bar, ma compresi i camini e i bagni. 

Domus 839, luglio 2001

Ci sono pezzi di altri autori, come una piscina decorata con un murale di Helmut Newton, un letto disegnato da Issey Miyake, una lampada di Dan Flavin nell’ingresso, e altri ancora che arriveranno: Francesco Clemente, per esempio, ha avuto l’incarico di realizzare un dipinto a muro. Questa però non è una di quelle case solitamente progettate dai designer, abituati a lavorare alla scala dei mobili o dei pezzi di industrial design. Questa è soprattutto un’opera di architettura, in cui si nota un’eccezionale ricchezza e varietà nella scelta dei materiali: scelta aiutata dal committente, che ha anche una formazione di designer e una passione per pietre e legni preziosi. Si nota anche una grande maestria nel trattamento degli spazi, che sono ampi se confrontati agli spazi domestici abituali, ma mai intimidatori. L’insieme supera le convenzioni, e tuttavia l’intensità della visione di Sottsass dà un senso di universalità nonostante il linguaggio architettonico decisamente personale.

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Domus 839, luglio 2001

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