Paesaggi d'Israele

I blocchi poligonali di pietra dei muri di Gerusalemme, la fioritura delle piante grasse del deserto e le complesse geometrie dell'arte araba sono tutti elementi di un paesaggio nel quale si inserisce il Ramot Housing, opera di  Zvi Hecker apparsa su Domus nel 1985.


Quest'articolo è stato pubblicato in origine su Domus 657 / gennaio 1985

 

Ritroviamo immutato, in questa ultima opera di Hecker, l'interesse per la ricerca morfologico-spaziale che aveva informato i suoi primi studi in materia circa venti anni fa. Ritroviamo anche gli stessi luoghi, fra il litorale del Mediterraneo e le colline della Giudea e della Samaria, Haifa, Tel Aviv, il deserto del Negev e, per il complesso Ramot Housing, la collina pietrosa di Gerusalemme.

 

I blocchi poligonali di pietra dei muri di Gerusalemme, la fioritura geometrica delle piante grasse del deserto e le complesse geometrie dell'arte araba sono tutti elementi di un paesaggio (fisico e mentale) nel quale si inserisce il Ramot Housing con i suoi volumi dodecaedrici che scandiscono lo spazio e la luce secondo un ritmo intenso e serrato. La planimetria del complesso si presenta articolata secondo le cinque nervature di una foglia o le cinque dita di una mano. Secondo Hecker, il disegno finale della sistemazione urbanistica nasce dall'osservazione della struttura dei semi del girasole, anche se non è stata poi mantenuta questa geometria ad elica. Ma è interessante comunque conoscere il processo di design perché ci illumina sull'atteggiamento mentale di Zvi Hecker.

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Zvi Hecker, Ramot Housing, Domus 657 / gennaio 1985. Vista pagine interne
Di tutte le variabili che contribuiscono alla determinazione di un progetto, la struttura della forma come struttura di partizione omogenea dello spazio tridimensionale è certamente quella prevalente. Il design si configura allora come morfogenesi di un aggregato cellulare. Esistono delle leggi matematiche che regolano questa morfogenesi o, che è lo stesso, la partizione omogenea dello spazio. Lo studio di queste leggi può essere facilitato dalla conoscenza dei processi di morfogenesi naturale della materia, sia negli organismi biologici che nel mondo minerale.
La planimetria del complesso si presenta articolata secondo le cinque nervature di una foglia o le cinque dita di una mano
La cristallografia per esempio studia le aggregazioni geometriche molecolari dei cristalli. Ma anche l'osservazione di un girasole può dare degli utili suggerimenti di organizzazione spaziale. Da un punto di vista epistemologico il riferimento al mondo fisico naturale implica la convinzione che non esiste opposizione ma continuità fra questo e il mondo artificiale dei manufatti. Le invarianti logiche mentali strutturano la forma del manufatto a un livello di organizzazione della materia che appartiene al mondo artificiale ma che è peraltro implicita nella materia stessa. In quest'ottica la forma non segue la funzione, ma segue semplicemente le proprie leggi strutturali.
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Zvi Hecker, Ramot Housing, Domus 657 / gennaio 1985. Vista pagine interne
Oggi che è diventata di gran moda la polemica con il funzionalismo del Movimento Moderno la strada imboccata da Zvi Hecker venti anni fa dovrebbe suscitare interesse e commenti; anche se si tratta di una direzione diversa o forse opposta al movimento del Post-Modern che tiene oggi la scena mondiale con fortuna e con molto onore di critici. Il Post-Modern concentra infatti l'attenzione sul mondo artificiale dei manufatti, di cui le macchine e la metropoli costituiscono il simbolo più vistoso: l'eclettismo stilistico e le operazioni di memoria selettiva spaziano infatti sempre e solo all'interno dei media simbolici di questo mondo.
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Passaggi pedonali, aperture e spazi di sosta nel Ramot Housing, Domus 657 / gennaio 1985. Vista pagine interne
Hecker invece ragiona con una mente ecologica (nel senso più generale del termine) poiché uomo e natura gli appaiono come parti di un unico sistema. I risultati di design, di sapore sperimentale, sono indicativi dell'approccio mentale. Così per esempio il Ramot Housing, al di là della sua effettiva capacità di rispondere allo specifico clima locale rappresenta (attraverso la rottura, sfaccettatura e riflessione della forte luce solare incidente e attraverso la creazione continua di zone d'ombra e penombra a mediazione fra spazio esterno e interno) una soluzione immaginifica del problema di correlazione fra habitat e ambiente. Immaginifica: cioè non semplicemente funzionale né d'altra parte polemicamente e sterilmente anti/funzionalista, ma eloquente del luogo specifico in modo analogo a un organismo biologico, per esempio una pianta del deserto rispetto al deserto.
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Zvi Hecker, Ramot Housing, Domus 657 / gennaio 1985. Vista pagine interne

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